Nei testi di ottica fisica si parla spesso e diffusamente della natura quantistica dei fenomeni di interferenza e diffrazione. Non sono mai riuscito a trovare, invece, una spiegazione dell’interpretazione quantistica della rifrazione. Più precisamente, cosa si trova se si dispone una macchina sperimentale in grado di rilevare l’angolo di rifrazione del percorso di un singolo fotone lanciato in un mezzo trasparente? Non vedo come l’interpretazione classica del fronte d’onda distorto dal passaggio attraverso l’interfaccia possa valere in questo caso. Nè mi è chiaro quali siano le conseguenze sull’interpretazione corpuscolare della luce, dato che si afferma tranquillamente che la velocità della luce si riduce nel mezzo rispetto al vuoto, ma non mi pare che la velocità di un fotone possa subire variazioni. Grazie da ora.

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Sappiamo che la velocità della luce, 300.000 Km/s, rimane costante per qualsiasi osservatore in qualsiasi moto. Spesso però si trova scritto che particolari dielettrici, come l’acqua ad esempio, ne “rallentano” il cammino ovvero diminuiscono la sua velocità. La domanda è la seguente: come può diminuire la velocità della luce se “dev’essere” sempre uguale a 300.000 Km/s? E se esiste un dielettrico, come l’acqua, che è in grado di rallentare la luce non e plausibile immaginare un dielettrico che l’acceleri?

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Dopo aver studiato l’esperimento di Poisson fatto per screditare la teoria di Fresnel della natura ondulatoria della luce che ebbe come risultato quello di confermarla (evidenziando che effettivamente le onde luminose che sono deviate lungo il bordo del disco opaco producono un’interferenza costruttiva che si visualizza come un punto luminoso), mi chiedevo se tale fenomeno fosse osservabile se consideriamo come sorgente unica il sole e come disco opaco la luna. E quando sul loro asse si trova anche la terra (come per le eclissi) è possibile osservare tale punto?

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