Dove si trova il sole rispetto ad un osservatore dell’arcobaleno?

ll segmento che unisce il sole a un punto dell’arcobaleno principale (ancune volte se ne vedono due) e il segmento che unisce un punto dell’arcobaleno all’osservatore devono formare un angolo di circa 42 gradi. La dimostrazione, alemno dal punto di vista sperimentale, risale addirittura a cartesio.

Questo significa che il Sole si trova di lato e un po’ dietro l’osservatore: metti che vedi un arcobaleno d’estate di pomeriggio con il sole che si trova ormai verso ovest-nord ovest; l’arcobaleno si trova allora verso sud-sud est e se lo osservi per un po’ di tempo (sperando che duri) lo vedrai ruotare in conseguenza del movimento del Sole.

La condizione dell’angolo di 42 gradi porta alla forma semisferica dell’arcobaleno osservato da Terra (osservato da un’alta quota diventerebbe sferico) e lo sparpagliamento della luce bianca del Sole nelle diverse lunghezze d’onda dello spettro visibile (i diversi colori) e’ dovuto al fatto che l’indice di rifrazione della luce sulle goccioline d’acqua alle quali si deve l’arcobaleno dipende debolmente dalla lunghezza d’onda (aumenta al diminuire della lunghezza d’onda) per cui la condizione di interferenza costruttiva che ti permette di vedere l’arcobaleno si ha ad angoli leggermente diversi, ma tutti attorno a 42 gradi. Inutile dire che se le goccioline d’acqua che danno l’arcobaleno spariscono (evaporano o altro)  anche l’arcobaleno subisce la stessa sorte, purtroppo spesso in pochi minuti.

Avrai notato che ho parlato solo di angoli tra sole-goccioline-osservatore e non di distanze: le goccioline che danno l’arcobaleno possono trovarsi a chilometri di distanza cosi’ come ad un palmo dal tuo naso, basta che soddisfino le condizioni dette prima. Infine ti faccio notare che la presenza della posizione dell’osservatore nel definire dove si vedra’ l’arcobaleno significa che ogni osservatore ha il suo arcobaleno che si sposta con lui.

Mi rendo conto di non essere stato chiarissimo per cui se vuoi integrare le notizie avute qui conviene consultare il libro di Andrea Frova intitolato “Perche’ accade cio’ che accade” che e’ divertente, interessante e di facile lettura.