Un paradosso della relativita’. Supponendo che un auto di lunghezza L si avvicini ad altissima velocita’ verso un garage (aperto da ambo i lati) di lunghezza inferiore, nel sistema di riferimento del garage la macchina si accorcia di un fattore 1/gamma e per una data velocita’ accadra’ che in un dato istante essa sia completamente dentro il garage. Dal punto di vista della macchina e’ il garage che gli si avvicina incontro ad alta velocita’ e risultera’ accorciato del fattore 1/gamma, quindi essendo gia’ in precedenza di lunghezza inferiore alla macchina quest’ultima non risultera’ mai completamente all’interno del garage. In linea di principio non si potrebbe ideare un esperimento con cellule fotoelettriche agli estremi del garage che rivelino se la macchina e’ completamente dentro il garage oppure no ? Tale risultato non dovrebbe essere assoluto e non dipendente dal sistema di riferimento ? Dove e’ il trucco ?

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buon giorno, vorrei sapere come fa un elettrone, in un nodo di un circuito elettrico, a “scegliere” di percorrere un ramo piuttosto che un altro; e così pure come fa un fotone di un raggio di luce bianca, incidente su uno specchio piano, a “scegliere” di proseguire nel raggio riflesso piuttosto che in quello rifratto. la mia domanda va ben oltre le equazioni che regolano questi fenomeni fisici. grazie.

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In che modo vengono determinati gli inizi delle Stagioni, e quindi gli Equinozi ed i Solstizi? Probabilmente vengono usati degli algoritmi particolari, immagino, ma su cosa essi si fondano, su quali dati di partenza? Il calcolo viene effettuato considerando la Declinazione del Sole o la Longitudine Eclittica della Terra sulla sua orbita? In quest’ultimo caso, data una certa longitudine e considerato un particolare anno, in quale modo può essere determinata la data in cui tale longitudine viene raggiunta?

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Vorrei sapere qualcosa di più riguardo l’unità di misura Watt. Che differenza c’è tra potenza Watt RMS, potenza Watt nominale e potenza Watt musicale? Quale bisogna considerare di più a livello di qualità di suono? Queste specifiche tecniche le ho notate in molti tipi di altoparlanti per l’alta fedeltà. Una sua risposta sarà utile, oltre che per soddisfare una mia curiosità scientifica, anche per muovermi meglio nel mondo dell’alta fedeltà, mia grande passione.

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Dopo aver studiato l’esperimento di Poisson fatto per screditare la teoria di Fresnel della natura ondulatoria della luce che ebbe come risultato quello di confermarla (evidenziando che effettivamente le onde luminose che sono deviate lungo il bordo del disco opaco producono un’interferenza costruttiva che si visualizza come un punto luminoso), mi chiedevo se tale fenomeno fosse osservabile se consideriamo come sorgente unica il sole e come disco opaco la luna. E quando sul loro asse si trova anche la terra (come per le eclissi) è possibile osservare tale punto?

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Nel libro “Life Beyton Earth” di Gerald Feinberg fisico e Robert Shapiro biochimico si valuta la possibilità che esista vita extraterrestre fondata non sul carbonio ma sul -plasma stellare-, -campi elettromagnetici-, sul -magnetismo delle stelle a neutroni- e altri sistemi molto insoliti. Visto che la vita e l’intelligenza, sono concetti a livello “software”, conta solo lo schema ossia l’organizzazione e non il supporto come cita anche il libro di Paul Davies “Dio e la nuova fisica”. Trovando estremamente affascinante l’argomento e con notevoli implicazioni anche filosofiche mi fa molto piacere un Vostro punto di vista.

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Vorrei che lei mi spiegasse come si fa a calcolare l’età (approssimata) dell’universo: secondo le ultime osservazioni del telescopio Hubble le galassie più lontane sono a circa 14 miliardi di anni luce. Quindi la luce di queste galassie ha impiegato 14 miliardi di anni per arrivare fino a noi. Ma se l’universo ha avuto origine 14 miliardi di anni fa con il big bang, significa anche che 14 miliardi di anni fa le galassie erano tutte vicine l’una all’altra per cui l’immagine della galassia “A” per arrivare alla galassia “B” dove vivo io non impiegò 14 miliardi di anni ma, diciamo, un anno. Dopo il big bang la galassia “A” e la galassia “B” si sono allontanate una dall’altra con una velocità crescente ma che comunque è inferiore a quella della luce. Ora chiedo, se sulla galassia “A” 14 miliardi di anni fa c’era un concerto di Pavarotti, la sua immagine si è allontanata nello spazio alla velocità della luce. Io 14 miliardi di anni fa non ero nato, oggi invece, 14 miliardi di anni dopo, ci sono, ma come posso vedere l’immagine di Pavarotti che nel frattempo è volata via più lontana e più in fretta della galassia dove vivo io? Insomma, se luce di una galassia impiega 14 miliardi di anni per arrivare fino a me, significa che eravamo distanti 14 miliardi di anni luce, ma se eravamo distanti 14 miliardi di anni luce questo non può essere il momento iniziale del big bang dove si presume fossimo più vicini.

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Nelle varie spiegazioni divulgative che ho finora letto, relative al Big Bang, è costantemente posto l’accento sul fatto che “l’universo” è andato espandendosi partendo da dimensioni dell’ordine dei 10-33 cm del cosiddetto Tempo di Plank. E’ però anche evidenziato che l’universo , quale noi lo conosciamo, è limitato dal cosiddetto orizzonte cosmologico, corrispondente, in buona sostanza, allo spazio che la luce ha potuto percorrere dall’inizio del tempo (o dai 300.000 anni dopo il B.B. della cessazione dell’opacità dell’universo?) ad oggi. Vengono anche indicati valori di dimensioni e di densità dell’universo per i vari tempi intermedi tra il BB ed oggi. La mia domanda è la seguente : a quale universo ci si riferisce con i predetti valori di dimensioni, densità etc? Alla totalità dell’universo uscito dal BB o solo a quello da noi conoscibile , ed al quale si possono solo riferire i valori di densità stimata, di quantità di materia presente, etc.?

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Vorrei sapere se si potrebbe intendere il Buco nero come un enorme contenitore di immagini, ovvero dato che la luce una volta entrata non riesce ad uscirne a causa dell’enorme forza attrattiva che esso produce, e seguendo la teoria della relatività (il tempo “rallenta” con l’aumentare della velocità) il tempo al suo interno dovrebbe essere nullo. Quindi, in tal caso, un osservatore posto al suo interno potrebbe vedere l’universo alle sue origini? Grazie dell’attenzione e mi scuso per l’eventuale non chiarezza del testo.

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La classe III A del Liceo-Ginnasio “G. Fortunato” di Pisticci (MT) in riferimento al programma di astronomia che sta svolgendo, gradirebbe conoscere il perchè l’efficienza di assorbimento di uno spettro, è legata alle condizioni di pressione e temperatura. In particolare perchè le righe di assorbimento dello spettro di una stella forniscono indicazioni non solo sulla composizione chimica dell’involucro esterno, ma anche e soprattutto sulla temperatura e pressione dei gas che assorbono.

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Leggendo opere semi-divulgative ed enciclopedie sull’argomento “diagramma di Russel ed evoluzione stellare” ho incontrato due affermazioni che mi paiono contraddittorie. In tutte le fonti si afferma che le stelle “normali”, durante la fase di contrazione gravitazionale, partendo dal margine destro del diagramma (temperature basse) ad ordinate che dipendono unicamente dalla loro massa iniziale, attraversano da destra a sinistra il diagramma stesso, fino a raggiungere la posizione della sequenza principale ed alla attivazione dei processi p-p. E fin qui tutto chiaro e logico; poi, però, trattando della vita “normale” delle stelle stesse, si trova scritto che, prima delle fasi finali della vita: – esse bruciano lentamente il loro combustibile, diminuendo progressivamente di temperatura superficiale (e quindi discendendo la sequenza principale); – (oppure) che esse vanno incontro ad un lieve incremento di temperatura (risalendo quindi, ancora verso sinistra la sequenza) e rimanendo pressoché stabili per la gran parte della loro vita. Non vengono fatti riferimenti ulteriori a distinzioni di massa.

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Pur conoscendo a grandi linee la differenza tra novae e supernovae, non trovo adeguate risposte circa: – differenti condizioni iniziali (massa, eta, temperatura, processi atomici in atto od esauriti, composizione degli strati attivi, etc) che portano all’una o altra delle esplosioni; – diverse modalità di sviluppo del processo (perdita di massa, guadagni di luminosità assoluta, massa residua, profondità degli strati interessati all’eiezione, processi chimico-fisici ed atomici che si innescano successivamente) – differenza tra supernovae tipo I e II

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