Come si diventa astronauti? Quali studi bisogna compiere?

In Italia, si diventa astronauti per l’Agenzia Spaziale Europea vincendo un concorso pubblico, aperto a tutti i cittadini degli stati membri dell’ESA, che viene più o meno indetto ogni 5 anni.

Il mestiere di astronauta è in realtà fatto di due distinte specializzazioni: il pilota e il cosiddetto specialista di missione. Il primo è tipicamente un esperto pilota di aerei militari e il suo compito principale è quello di pilotare i veicoli spaziali, lo specialista di missione è invece tipicamente uno scienziato, ed il suo compito è di eseguire esperimenti scientifici in orbita, seguendo il protocollo di uno scienziato che lo ha ideato e proposto ad una agenzia spaziale.

E’ evidente che queste due figure vengono da carriere molto diverse, anche se per entrambe sono richieste alcune caratteristiche comuni, che si possono dedurre dal bando di concorso per l’assunzione di nuovi astronauti emesso dall’ESA qualche anno fa.
Era necessario possedere una laurea in materie scientifiche, con preferenza in matematica, fisica, medicina o ingegneria, una perfetta conoscenza della lingua inglese e alcuni anni di esperienza lavorativa come pilota, ricercatore universitario o impiegato in ditte del settore aerospaziale. Venivano inoltre considerati titoli di merito il possesso del brevetto di pilota di aereo e la conoscenza del russo.
Altre caratteristiche desiderabili erano la conoscenza di altre lingue dei paesi aderenti all’ESA e del giapponese, l’aver trascorso almeno 6 mesi di studio o lavoro all’estero, l’aver lavorato in un gruppo internazionale, avere all’attivo pubblicazioni scientifiche su riviste prestigiose e condurre a livello amatoriale sport cosiddetti "estremi" (tipo immersioni in apnea, paracadutismo, arrampicata libera, ecc…).

Un altro aspetto interessante è guardare i curricula degli astronauti attualmente in attività: essi ci insegnano parecchio sui criteri di selezione delle agenzie spaziali. Per esempio, i russi, che hanno veicoli piccoli, in grado di portare solo 3 astronauti, di cui 2 sono necessariamente piloti, prediligono questi ultimi, mentre gli statunitensi, che hanno avuto a disposizione gli Shuttle con una capienza di 7 persone, hanno tra le loro file moltissimi specialisti di missione. Sorprende parecchio che l’ESA, che non ha veicoli propri, abbia un forte predilezione per i piloti: quasi tutti gli astronauti europei vengono da una carriera come pilota di velivoli militari e molti degli specialisti di missione possiedono un brevetto di pilota civile; addirittura per uno degli astronauti recentemente selezionati si è sorvolato il fatto che avesse una laurea umanistica (in scienze politiche), facendo pesare una brillante carriera come pilota militare, con riconoscimenti e specializzazioni aeronautiche acquisite in molti paesi stranieri. Si può immaginare che i selezionatori dell’ESA, nell’idea di formare astronauti polivalenti, ritengano che sia più semplice insegnare a un pilota a condurre esperimenti scientifici che non a uno scienziato a pilotare una navetta spaziale. Un’altra possibile spiegazione è che la carriera militare è estremamente selettiva e per diventare pilota collaudatore bisogna emergere come il migliore tra file di aspiranti molto agguerriti, mentre tra i ricercatori non è strano scovare qualche "raccomandato", per cui la scelta di un pilota dà maggiori garanzie.

 
Concludendo, volendo diventare astronauta europeo la strada maestra è un diploma di liceo, la carriera militare dell’arma dell’aeronautica, diventare pilota militare e contemporaneamente acquisire una laurea scientifica. Come alternativa, con minori probabilità di successo, acquisire una laurea scientifica, un dottorato e proseguire come ricercatore o lavorando per una ditta del settore aerospaziale. In tal caso però è necessario acquisire privatamente il brevetto come pilota civile.
In entrambi i casi bisogna svolgere una parte della propria carriera all’estero, imparando perfettamente l’inglese e possibilmente un’altra lingua. Bisogna essere persone attive e in ottima salute e praticare spesso sport.


Per concludere, è bene sfatare alcune "leggende".

Gli astronauti non sono giovani incoscienti e sprezzanti del pericolo, al contrario vengono scelti solitamente tra i 25 e i 40 anni, tra persone calme e con forte autocontrollo. La ragione è piuttosto semplice: svolgono un lavoro piuttosto pericoloso e vengono loro affidate alcune tra le macchine più costose del mondo, per cui non si vuole che, in caso di imprevisti, possano agire in modo avventato e provocare danni, sia a loro stessi che alle apparecchiature, ma devono mantenere la calma e attenersi sempre alle procedure.

Gli astronauti non sono fisicamente dei super-uomini, che sarebbero in grado di vincere un’olimpiade. Sono certamente persone in ottimo stato di salute e senza importanti difetti fisici, ma nulla di più. Avere un fisico imponente potrebbe al contrario costituire un ostacolo per la selezione: la ragione è che le tute spaziali hanno misure standard, disponibili in pochissime taglie, e sono estremamente costose, per cui si cerca di avere astronauti tutti più o meno con la stessa corporatura, per non dover costruire tute su misura.

Per diventare astronauta non bisogna avere una vista perfetta: è sufficiente avere 10 decimi per occhio indossando gli occhiali. Al contrario, farsi operare per correggere un difetto di vista potrebbe essere controproducente, in quanto una delle primissime selezioni a cui vengono sottoposti i candidati è il medesimo test attitudinale a cui vengono sottoposti i piloti di linea, e uno dei requisiti per superare il test visivo è non aver subito interventi chirurgici agli occhi per correggere forti scompensi.