Vorrei sapere se si potrebbe intendere il Buco nero come un enorme contenitore di immagini, ovvero dato che la luce una volta entrata non riesce ad uscirne a causa dell’enorme forza attrattiva che esso produce, e seguendo la teoria della relatività (il tempo “rallenta” con l’aumentare della velocità) il tempo al suo interno dovrebbe essere nullo. Quindi, in tal caso, un osservatore posto al suo interno potrebbe vedere l’universo alle sue origini? Grazie dell’attenzione e mi scuso per l’eventuale non chiarezza del testo.

Il testo
è chiarissimo, al più un po’ impreciso: il tempo in un buco nero non è
“nullo” ma bensì “fermo”, inoltre, più che inghiottire “immagini”, un
buco nero più esattamente inghiotte “informazioni”, dal momento che ogni
informazione (di qualsiasi genere essa sia) non è in grado di uscirne
ed è a tutti gli effetti perduta.
Ciò premesso, veniamo alla domanda se sia possibile vedere l’origine dell’universo
gettandosi in un buco nero.
La risposta è no, bensì un osservatore che si gettasse in un buco nero
ne vedrebbe la fine. Per capire perché, cominciamo a capire cosa vedrebbe
un osservatore esterno che guardasse un suo compagno tentare l’azione
suicida: vedrebbe i movimenti del compagno rallentare sempre più, fino
quasi a fermarsi, in quanto il tempo, per lui, sta rallentando; oltre
a ciò, la luce emessa dal compagno risulterebbe sempre più spostata verso
il rosso. Per vedere il compagno cadere nel buco nero, dovrebbe aspettare
tutta l’eternità, da momento che all'”orizzonte degli eventi” (il punto
di non ritorno) il tempo è fermo, ma anche così non riuscirebbe nell’osservazione,
dato che la luce del compagno in quel momento risulterebbe infinitamente
dilatata verso le onde radio, di una quantità tale che sarebbe impossibile
captarla. Spostandoci ora insieme al temerario che si gettasse in un buco
nero, egli percepirebbe l’universo esterno accelerare sempre più, i pianeti
comincerebbero a girare vorticosamente, poi le stelle nascerebbero e morirebbero
in un baleno e nell’ultimo istante prima di attraversare l’orizzonte degli
eventi potrebbe cogliere per una frazione di secondo la fine dell’universo,
accelerata però a tal punto da poterne capire ben poco.
Per finire, ti faccio notare che il terribile campo gravitazionale di
un buco nero potrebbe stirare il corpo dell’astronauta a tal punto da
dilaniarlo ben prima che possa raggiungere l’orizzonte degli eventi, solo
per i buchi neri giganteschi (più massicci di diverse decine di volte
il nostro Sole) la differenza di campo gravitazionale tra la testa ed
i piedi è abbastanza piccola da non far subire quello che gli anglofoni
chiamano “spaghettification”, con ovvio riferimento alla pasta nostrana.

Infine, una piccola precisazione: il rallentamento del tempo in prossimità
di un buco nero non è dovuto, come hai lasciato intendere, al crescere
della velocità di caduta, bensì all’azione di un intenso campo gravitazionale.
Potrà sembrarti incredibile, ma sui monti, dove la gravità è leggermente
minore, il tempo scorre un po’ più veloce che a livello del mare. Naturalmente
in questo caso la differenza è talmente piccola che nessuno strumento,
neppure gli orologi atomici, sono in grado di misurarla.