In linea di principio è possibile, ma entrambi i pianeti devono avere campi magnetici intensi.
Qualitativamente, quanto più i due campi magnetici sono intensi, tanto più si sviluppa un momento torcente che tende ad allineare i due assi magnetici (con polarità opposte), mentre ad opporsi a ciò ci pensa il momento angolare dei pianeti, che dipende dalla massa dei pianeti stessi e dalla loro velocità di rotazione.
Dunque, in linea di massima, il pianeta con massa maggiore e che ruota più velocemente tenderà a mantenere il suo asse, e l’altro ad allinearvisi.
All’atto pratico, nel sistema solare non esistono pianeti che passino abbastanza vicini da poter causare il fenomeno descritto, e gli asteroidi sono normalmente, per quanto se ne sa, privi o quasi di campo magnetico.
Per inciso, questa tecnica è largamente usata nei satelliti ad orbita bassa, per il controllo d’assetto: generalmente questi satelliti sono dotati di "magneto torquers", che sono tre barre di metallo ferromagnetico, poste ortogonalmente tra loro e attorno a cui è avvolto un solenoide. Quando viene fatta passare una corrente nei solenoidi, in funzione dell’intensità della corrente, del suo verso e di quale magneto-torquer viene attivato, si sviluppa una forza che tende a far ruotare il satellite, per allineare il suo momento magnetico con quello terrestre. Regolando opportunamente la corrente nei tre induttori è possibile far ruotare il satellite nella direzione voluta o mantenerlo puntato stabile verso una direzione. Il vantaggio di questa tecnica è che non si spreca carburante e che l’energia elettrica da far scorrere negli avvolgimenti può venire dai pannelli solari.