buon giorno, vorrei sapere come fa un elettrone, in un nodo di un circuito elettrico, a “scegliere” di percorrere un ramo piuttosto che un altro; e così pure come fa un fotone di un raggio di luce bianca, incidente su uno specchio piano, a “scegliere” di proseguire nel raggio riflesso piuttosto che in quello rifratto. la mia domanda va ben oltre le equazioni che regolano questi fenomeni fisici. grazie.

Il verbo che hai usato, “scegliere”, è fuorviante dato che lascia intuire che tu

attribuisci una qualche forma di “coscienza” a delle particelle elementari, o quanto

meno una sorta di “conoscenza globale”, del tipo che, siccome la probabilità di

scegliere un percorso è, poniamo, del 40%, la particella prenderà la decisone in base a

quello che fanno le altre. Naturalmente le cose non stanno così.

Il problema nasce dal fatto, se ho ben capito, che sei legato ad una interpretazione

meccanica del fenomeno: note le condizoni al contorno e le condizioni iniziali

dovrebbe essere possibile prevedere la traiettoria, per esempio, di un fotone e sapere

a priori se verrà riflesso o rifratto da un’interfaccia, per cui il fatto che il fenomeno

venga descritto dai fisici in puri termini di probabilità può apparire incompleto,

sottintendere una qualche manchevolezza o ignoranza su alcuni aspetti che, se

conosciuti, potrebbero permettere di fare previsoni esatte.

La meccanica e l’elettrodinamica quantistica insegnano invece che le cose stanno

diversamente: le perticelle elementari si comportano come “nubi di probabilità” e il

massimo dell’informazione che le può descrivere è appunto la loro funzione d’onda,

che descrive la probabilità di trovare ciascuna particella nello spazio e nel tempo. Il

fatto che, quando si compie una misura, per “vedere” dove la particella sta

effettivamente, essa appaia come puntiforme, in un punto preciso dello spazio, è

perché nel momento stesso della misura l’osservazione fa “collassare” la funzione

d’onda in uno solo dei suoi stati di probabilità; tornando al tuo esempio, qualche

volta troveremo il fotone riflesso e qualche volta rifratto, e ripetendo la misura un

numero elevato di volte, ritroveremo una distribuzione delle misure che si avvicina a

quella descritta dalla probabilità di ogni singola particella.

Per quanto ciò possa sembrare assurdo a noi osservatori macroscopici, non c’è nulla

di più che si possa dire sulle particelle elementari. Si potrebbe pensare che

semplicemente i fisici non hanno ancora scoperto qualche aspetto della natura,

mancante nell’attuale teoria, una sorta di grandezza fisica “nascosta”, che

consentirebbe di riportare la descrizione del mondo miscroscopio in termini

meccanici classici; al contrario è stato anzi dimostrato che la meccanica quantistica è

una teoria completa, nel senso che non sono previste “variabili nascoste”: in altri

termini dobbiamo rassegnarci alla descrizione probabilistica del mondo

miscroscopico, perché è il massimo che si possa dire su di esso.

Del resto, a ben pensarci, l’idea che il mondo sia completamente e perfettamente

descrivibile in termini meccanici, e che la scienza potrebbe, almeno in teoria, fare

previsioni esatte sul futuro in ogni campo, è un’idea nata col meccanicismo, e portata

alla ribalta dal razionalismo dei primi dell’ottocento. Prima della nascita della scienza

nessuno si sarebbe sognato di fare affermazioni simili, e l’idealismo nacque proprio

in risposta e in contrapposizione con tali idee. A tutt’oggi non c’è ragione di credere

che i filosofi di una corrente avessero ragione e quelli dell’altra torto.

La scienza si limita a descrivere ciò che si può esprimere in termini matematici, e a

fare previsioni su ciò che è possibile prevedere. La descrizione delle particelle in

termini di funzioni d’onda funziona e consente di fare previsioni esatte su certi

fenomeni; siccome non c’è modo di sapere dove sia un elettrone o cosa sia

esattamente un fotone mentre non li osserviamo, la scienza semplicemente non se ne

occupa e lascia il campo ai filosofi.

La risposta alla tua domanda è dunque che non c’è modo di sapere perché ogni

singola particella sceglie un percorso invece che un altro, le leggi che governano i

circuiti elettrici e la propagazione della luce consentono solo di fare previsioni in

media, o di descrivere la probabilità di ogni singola particella; la conoscenza della

traiettoria di ogni particella è fuori delle possibilità della fisica.

In altri termini la tua domanda è la riproposizione in termini quantistici del noto

quesito filosofico: un albero che cade mentre nessuno lo sta osservando fa lo stesso

rumore? Non vi è risposta nell’ambito della scienza, dato che quest’ultima ha le sue

fondamenta nell’osservazione e nella sperimentazione.