Ho letto il
suo manoscritto. Da un punto di vista strettamente matematico e algebrico
mi pare sia sostanzialmente corretto (forse un 2p
al posto di un 4p a pag.15, se non ho capito
male la sua dimostrazione, e un segno dimenticato in un passaggio di pag.10,
ma che non inficiano la struttura complessiva). Personalmente la dimostrazione
di pag.12 secondo cui la somma dei flussi vale Np/4
avrei preferito vederla eseguita direttamente con un integrale, piuttosto
che con una serie alla quale si trascura in seguito, con un passaggio
al limite, il termine meno significativo (non ho fatto i conti, ma a prima
vista mi pare di poter dire che il risultato col calcolo integrale sia
lo stesso), ma ancora una volta ciò non cambia la sostanza della teoria.
Venendo invece ai contenuti, devo innanzi tutto notare
il fatto insolito che si prevede l’esistenza di una particella massiccia
m che si muove a velocità c e che non interagisce attraverso i campi di
forza noti (elettrodebole e forte) ma semplicemente mediante urti “classici”.
Siccome una particella del genere è ignota (a prescindere dal fatto che
la sua esistenza sarebbe in contrasto con la relatività, in quanto ne
prevederebbe una massa a riposo infinita), una teoria esauriente dovrebbe
quanto meno fornire delle indicazioni su un esperimento da compiere per
verificarne la presenza, i cui risultati siano in contrasto con quelli
prevedibili dalle teorie oggi accreditate, in modo da fornire un criterio
di falsificabilità.
Allo stato attuale delle conoscenze non c’è nessuna indicazione
che la cosiddetta “materia oscura”
abbia la natura da lei ipotizzata. Il fatto poi che m sia considerata
massiccia implica che essa debba interagire anche gravitazionalmente,
il che è in contraddizione col fatto che la forza di gravità, come descritto
nelle ultime pagine del suo manoscritto, si genera mediante urti delle
m. Probabilmente un fisico teorico analizzerebbe
meglio il contenuto della sua teoria di quanto non possa fare io, ma mi
pare di poter dire che alcune formule da lei ricavate, simili alle trasformazioni
di Lorenz, sono dovute la fatto che lei proietta un moto alla velocità
della luce lungo una direzione che forma un angolo a
con essa; d’altro canto nella sua teoria il tempo è preso come assoluto
e indipendente dallo spazio, secondo una definizione classica newtoniana,
il che rende le sue formule sostanzialmente errate da un punto di vista
relativistico. E’ invece interessante come lei riesca a ricostruire la
formula della gravitazione, sebbene anche questo sia un risultato che
mi sembra implicito nelle ipotesi, dal momento che lei descrive la gravitazione
come la mancanza della pressione delle m lungo
la congiungente dei due corpi, a causa della presenza dei corpi stessi
che ne intercettano il flusso. Questa descrizione è sostanzialmente la
duale dall’assumere che vi sia, in uno spazio vuoto, un’attrazione che
si genera da un corpo verso l’altro, e dunque non mi stupisco che il risultato
ottenuto sia lo stesso. In conclusione, dunque, sebbene ritengo che la
sua teoria pecchi in alcuni punti e non sia certamente innovativa, mi
pare che sia un interessante esempio di come, assumendo un’ipotesi ad
hoc e mantenendo un certo grado di coerenza interna, si possa creare una
teoria che ricostruisca alcune delle leggi fisiche note attraverso una
via diversa.