Ecco la suddivisione:
a) cause della elevata sismicità del territorio iraniano;
b) luoghi preferenziali in cui avvengono i terremoti;
c) terremoto più devastante e/o di maggiore magnitudo “degli ultimi anni”
a) Sismicità del territorio iraniano
Il motore di tutta la sismicità di questa regione del mondo è fornito dalla collisione della placca Arabica con quella Euroasiatica. Questa collisione avviene lungo una direttrice Nord-Sud, ad una velocità di circa 25 mm/anno, provocando l’innalzamento delle catene montuose della Turchia Orientale e del Caucaso. Un altro effetto della collisione Arabia-Eurasia è lo “spostamento” dell’Anatolia verso Ovest e dell’Iran verso Est.
Il meccanismo appena descritto, chiamato di “estrusione”, avviene principalmente lungo grandi strutture crostali: la faglia Nord-Anatolica, quella Est- Anatolica, la zona di deformazione a Sud del Mar Caspio, in territorio iraniano, e le strutture della catena dello Zagros.
Figura 1. Le principali placche (o zolle) tettoniche della Terra con l’indicazione dei loro movimenti e delle zone di espansione, di collisione e di subduzione.
La situazione geologica appena descritta è meglio visibile nella sottostante figura 2.
L’elevatissimo rischio sismico dell’Iran deriva quindi dal “giacere” sopra una microzolla compressa dalla più grossa zolla arabica contro l’enorme zolla euroasiatica.
Figura 3. Mappa sismica dell’Iran. In questa mappa appare evidente come i terremoti avvengono lungo le faglie che attraversano l’Iran, faglie che sono evidenziate nella precedente figura.
b) Luoghi principali in cui avvengono i terremoti
Figura 5. Ipocentro, onde sismiche ed epicentro di un terremoto . |
Figura 6. mappa della sismicità mondiale, degli epicentri, dei vulcani |
Vista con gli occhi di un geologo la superficie terrestre appare infatti come un puzzle (figure 1, 6, 7, 8), più semplice di quello dato dai vari confini di stati e nazioni, ma pur sempre un mosaico con tutti i suoi complicati incastri. La complicazione più grossa è data dal fatto che non si tratta di un mosaico immobile, ma di un insieme in continuo movimento: tutte le placche sono a contatto fra loro e in movimento reciproco. Esiste una differenza fondamentale di comportamento fra l’interno e i bordi di una placca. All’interno non si registrano deformazioni: la placca è rigida e scarsamente sollecitata, non presenta né terremoti né, fatta qualche eccezione (punti caldi), vulcanismo. Tutta la dinamica delle placche viene, invece, a concentrarsi lungo le zone di limite fra l’una e l’altra: i margini sono più plastici e si deformano notevolmente, subendo e registrando tutte le vicissitudini legate ai contatti con le altre placche. Negli anni cinquanta non si ritenevano possibili spostamenti in orizzontale della crosta terrestre, e si pensava alla ricostruzione di Alfred Wegener, il padre della deriva dei continenti e progenitore della tettonica delle placche, come a pure fantasie di un parvenu privo di cognizioni geofisiche.
Con la teoria della tettonica a placche formulata per la prima volta da Wegener nel 1915, fu data una spiegazione della distribuzione degli eventi sismici e dei vulcani, e di alcuni fenomeni morfologici come la formazione delle grandi catene montuose. Si scopre così che i terremoti tendono in genere a concentrarsi lungo i margini tra le diverse placche (o zolle) componenti lo strato più superficiale del nostro pianeta (la litosfera).
Alla fine del 1920, i sismologi cominciarono ad identificare numerose zone ad intensa attività sismica che scorrono per numerosi Km all’interno della Terra e sono poste parallelamente alle fosse, inclinate di 30-70° rispetto all’orizzontale.
Queste zone più tardi divennero note come zone di Benioff-Wadati o più semplicemente zone Benioff in onore dei sismologi che per primi le rilevarono.
Figura 9. Immagine che illustra la zona Benioff e la tipologia di terremoti che avvengono lungo la sua linea: superficiali, intermedi, profondi.
Ma dove e come si forma una zona Benioff?
La “lingua” di crosta (litosfera) che subduce s’inclina con un angolo variabile dai 30 ai 70º e può raggiungere la profondita di circa 700 Km dove fonde nell’astenosfera composta da magma: questa zona che subduce viene chiamata zona ( o piano) di Benioff.
È proprio in questa zona che subduce che avviene la gran parte degli epicentri dei terremoti i quali possono essere:
– superficiali (fino a 70 Km di profondità);
– intermedi (alla profondità compresa tra 70 e 300 Km);
– profondi (profondità superiore ai 300 Km).
Il terremoto più profondo è avvenuto, ad una profondità di 720 Km.
Figura 10. L’immagine riporta le massime profondità degli epicentri dei terremoti verificatisi nelle fosse più profonde del nostro pianeta.
Un ulteriore 23 % dell’energia sismica liberata nello stesso periodo è concentrata nella fascia di catene montuose recenti che va dal Mediterraneo all’Himalaya (orogeni alpino-himalayani) e negli archi di isole connessi (Egeo, Eolie).
Il restante 2% è legato in gran parte a terremoti che avvengono lungo le dorsali medio-oceaniche.
Appare quindi chiaro che l’ubicazione dei terremoti caratterizza i tratti fondamentali delle strutture litosferiche, giacchè:
a) segue perfettamente l’andamento delle varie dorsali oceaniche;
b) delinea i margini dell’intero oceano Pacifico e dell’oceano Indiano orientale, caratterizzati da vistosi fenomeni recenti di tettonica compressiva;
c) si addentra nelle masse continentali rivelando l’instabilità delle grandi linee di sutura in corrispondenza delle catene corrugatesi durante il ciclo Alpino-Himalayano.
Nella teoria della tettonica a zolle la distribuzione degli epicentri sismici è considerata marcare i limiti tra zolle di litosfera, in moto relativo tra di loro, nelle quali è divisa la superficie terrestre.
c) I terremoti “più importanti”
Va inoltre osservato che il riferimento “degli ultimi anni” è alquanto generico: quali sarebbero gli “ultimi anni” cui riferirsi? L’ultimo ventennio? L’ultimo decennio? L’ultimo lustro (quinquennio)? Oppure gli ultimi due, tre anni?
Ogni anno la terra trema circa 600.000 volte.
La scala Richter (o, più correttamente, la scala ML della magnitudo locale) è un sistema usato per la valutazione dell’intensità di un terremoto. A differenza della scala Mercalli, la scala Richter non si basa su valutazioni empiriche e quindi su effetti provocati o sensazioni: essa non ha divisioni in gradi. La valutazione dell’energia liberata dal terremoto esaminato è confrontata con un indice, chiamato magnitudo, calcolato rapportando il logaritmo in base dieci dell’ampiezza massima di una scossa e paragonato al logaritmo di una scossa campione.
Lo zero della scala Richter equivale ad una energia liberata pari a 1 chilogrammo di dinamite, o circa 4*106 J. In pratica la scala non fa altro che paragonare l’energia liberata dal sisma a un’equivalente ed ipotetica esplosione di dinamite nel sottosuolo.
magnitudo | TNT equivalente | Frequenza |
---|---|---|
0 | 1 chilogrammo | circa 8.000 al giorno |
1 | 31,6 chilogrammi | |
1,5 | 178 chilogrammi | |
2 | 1 tonnellata | circa 1.000 al giorno |
2,5 | 5,6 tonnellate | |
3 | 31,6 tonnellate | circa 130 al giorno |
3,5 | 178 tonnellate | |
4 | 1000 tonnellate | circa 15 al giorno |
4,5 | 5600 tonnellate | |
5 | 31600 tonnellate | 2-3 al giorno |
5,5 | 178000 tonnellate | |
6 | 1 milione di tonnellate | 120 all’anno |
6,5 | 5,6 milioni di tonnellate | |
7 | 31,6 milioni di tonnellate | 18 all’anno |
7,5 | 178 milioni di tonnellate | |
8 | 1 miliardo di tonnellate | 1 all’anno |
8,5 | 5,6 miliardi di tonnellate | |
9 | 31,6 miliardi di tonnellate | 1 ogni 20 anni |
10 | 1000 miliardi di tonnellate | sconosciuto |
La scala Mercalli, invece, valuta i terremoti i base alla gravità dei danni che provocano. Così, ad esempio, può accadere che un terremoto di bassa magnitudo possa provocare gravi danni perchè verificatosi in una zona ad alta intensità abitativa in cui le strutture (case, palazzi, ponti, ecc.) non sono state costruite in base a criteri antisismici.
Un terremoto della stessa intensità, cioé che ha liberato stessa energia, può non causare danni, o causarne minori, se le strutture sono antisismiche.
La scala Mercalli è, quindi, una scala che misura gli effetti di un terremoto sulle persone o sulle cose e non in base all’energia liberata dal sisma.
Va da sè che la misurazione più oggettiva è quella della scala Richter.
scala MERCALLI
grado | scossa | descrizione |
I |
strumentale |
non avvertito dalle persone ma solo dagli stumenti (sismografi) |
II |
leggerissima |
avvertito solo da poche persone in quiete, gli oggetti sospesi esilmente possono oscillare |
III |
leggera |
avvertito notevolmente da persone al chiuso, specie ai piani alti degli edifici; automobili ferme possono oscillare lievemente |
IV |
mediocre |
avvertito da molti all’interno di un edificio in ore diurne, all’aperto da pochi; di notte alcuni vengono destati; automobili ferme oscillano notevolmente |
V |
forte |
avvertito praticamente da tutti, molti destati nel sonno; crepe nei rivestimenti, oggetti rovesciati; a volte scuotimento di alberi e pali |
VI |
molto forte |
avvertito da tutti, moltispaventati corrono all’aperto; spostamento di mobili pesanti, caduta di intonaco e danni ai comignoli; danni lievi |
VII |
fortissima |
tutti fuggono all’aperto; danni trascurabili a edifici di buona progettazione e costruzione, da lievi a moderati per strutture ordinarie ben costruite; avvertito da persone alla guida di automobili |
VIII |
rovinosa |
danni lievi a strutture antisismiche; crolli parziali in edifici ordinari; caduta di ciminiere, monumenti, colonne; ribaltamento di mobili pesanti; variazioni dell’acqua dei pozzi |
IX |
disastrosa |
danni a strutture antisismiche; perdita di verticalità a strutture portanti ben progettate; edifici spostati rispetto alle fondazioni; fessurazione del suolo; rottura di cavi sotterranei |
X |
disastrosissima |
distruzione della maggior parte delle strutture in muratura; notevole fessurazione del suolo; rotaie piegate; frane notevoli in argini fluviali o ripidi pendii |
XI |
catastrofica |
poche strutture in muratura rimangono in piedi; distruzione di ponti; ampie fessure nel terreno; condutture sotterranee fuori uso; sprofondamenti e slittamenti del terreno in suoli molli |
XII |
grande catastrofe |
danneggiamento totale; onde sulla superfice del suolo; distorsione delle linee di vista e di livello; oggetti lanciati in aria |
Tabella di equivalenza approssimata Scala Richter – Scala Mercalli
Grado Richter | esplosione equivalente |
Grado Mercalli
|
0 | 1 Kg TNT | I° |
1 | 15 Kg TNT (scontro camion di 2 tonnellate a 100 Km/h) | I° |
2 | 500 Kg TNT (mina media di una cava) | II-III° |
3 | 15 Tonnellate TNT | III-IV° |
4 | Atomica di Hiroshima | V°-VI° |
5 | 20 Kilotoni | VII° |
6 | Bomba all’idrogeno | VIII° |
7 | 20 Megatoni | IX° |
8 | 1000 bombe atomiche all’idrogeno | X° |
9 | Energia totale consumata negli USA in 1 mese | XII° |
Tabella 1. Equivalenza approssimata Scala Richter – Scala Mercalli. Da precisare che la magnitudo di un terremoto confrontato sulla scala Richter può assumere anche valori decimali tra un intero ed il successivo; esempio 2,3 – 4,8 – 7,5 – ecc.
Tabella 2. Terremoti che hanno causato un elevato numero di vittime dal 1970 al 2005.
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Tabella 3. Terremoti nel mondo nel maggio 2006.
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Tabella 4. Terremoti in Italia nel maggio 2006.
Per approfondire:
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=6683
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=7042
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=7785
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=9359
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=9452
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=9482
Links nella rete
Ecco alcuni indirizzi dove trovare altre tabelle sui terremoti avvenuti in periodi vari:
http://www.edicolaweb.net/atlan07b.htm
http://eduseis.na.infn.it/didattica/laboratorio7/laboratorio7.htm
http://cosco-giuseppe.tripod.com/storia/guerra_sismica.htm
http://profezie3m.altervista.org/archivio/lista_terremoti_mondo.htm