QUAC – presentazione

I Quasars (QSO) e gli oggetti di tipo BL Lacertae (BL), se non altro per il fatto di essere tra le sorgenti più lontane dell’Universo conosciuto, non solo costituiscono la punta di diamante degli studi cosmologici e di quelli dediti all’evoluzione di oggetti lontani nello spazio e nel tempo, ma da alcuni anni hanno cominciato a stuzzicare la curiosità e l’interesse di una significativa parte dell’Astronomia amatoriale, complice sicuramente la tecnologia più avanzata di cui può disporre il moderno astrofilo rispetto a quella “pionieristica” anche di soli 20 anni fa.
Ormai tali strumenti, equipaggiati con sofisticate camere CCD, possono tranquillamente raggiungere le magnitudini limite della storica Palomar Observatory Sky Survey (POSS), un mito per generazioni di appassionati del cielo.
Si aggiunga poi il fatto che diversi QSO e BL esibiscono fenomeni di variazione luminosa nell’emissione ottica: questo fenomeno, da sempre, ha attirato l’attenzione di molti astrofili variabilisti elargendo loro grandi soddisfazioni.
Si rimarchi infine la realistica probabilità che un oggetto di siffatta specie possa aver lasciato la sua impronta in un’immagine centrata su qualche galassia o ammasso.
Tutto ciò rende quanto meno interessante la conoscenza delle esatte posizioni di questi esotici oggetti celesti.
Ma dove si trovano esattamente i QSO ed i BL e come si può fare per riconoscerli?
Già il fatto che siano quasi tutti di aspetto pressoché puntiforme li rende virtualmente indistinguibili dalle stelle, per cui è necessaria una loro chiara e precisa identificazione.
I professionisti che lavorano in questo campo pubblicano, a volte, le cartine dei soli oggetti di loro studio, spesso per campi molto ristretti (1 o 2 primi di lato) e senza badare molto alla qualità di riproduzione.
In tutta la letteratura fino al oggi pubblicata non esiste alcun lavoro che raccolga, singolarmente, più di 100-200 cartine di oggetti di queste categorie (la media generale è di 10-20, con punte inferiori di pochissime unità) con immagini di adeguato formato, mentre i cataloghi ed i listati reperibili contengono spesso informazioni e dati di scarso interesse per la realtà degli astrofili.
Abbiamo così pensato di sopperire a tali carenze raccogliendo in un’unica pubblicazione, denominata “QUAC” (da QUasar Atlas and Catalogue), dati, posizioni e cartine tra di loro coordinati in modo omogeneo.
I dati e le posizioni sono stati reperiti e/o calcolati consultando svariate pubblicazioni, mentre le cartine sono state realizzate direttamente dalla digitalizzazione delle lastre POSS per campi di 10’x10′, tutte nella medesima scala.
Gli oggetti più brillanti si prestano anche alle osservazioni visuali per cui sarà possibile, a chi ancora conserva il piacere della curiosità e la capacità di meravigliarsi di fronte alle bellezze dell’Universo, ammirare quel puntino luminoso che si proietta al centro dell’oculare, dicendo a sé stesso :”Ma pensa un po’, sto osservando -ora- un oggetto la cui luce è partita magari miliardi di anni orsono, quando la nostra Terra non si era ancora formata e comunque prima che la vita si potesse accendere sul nostro pianeta”.

“QUAC” sarà tenuto in costante aggiornamento sia per quanto concerne la sezione Catalogo, con l’inserimento di nuovi oggetti e ulteriori dati, che per la sezione Atlante in cui è previsto un sensibile aumento di cartine.
Naturalmente sarà gradito ogni tipo di segnalazione riguardante eventuali imprecisioni, omissioni o lacune di vario genere.

 

Rinaldo Monella (sharru@libero.it)