News originale in inglese: 2007-16 - Immagini e filmati

  

Vita e morte nella nebulosa della Carena

Per celebrare i suoi 17 anni di attività, HST si è concesso il lusso di comporre ben 48 singole immagini  per rappresentare uno dei gioielli del cielo: la nebulosa della Carena.
Si tratta della più grande composizione di immagini mai ottenuta con il telescopio spaziale.
Nel cuore di questa fantastica regione nuove stelle stanno nascendo e stelle enormi stanno per dare inizio  al grande botto che porrà fine alla loro breve ma intensa vita.

Il mosaico è stato ripreso dalla Advanced Camera for Surveys nella luce dell’idrogeno neutro.  Successivamente le informazioni relative al colore sono state aggiunte sfruttando le riprese da terra, dal  Cerro Tololo Inter-American Observatory in Cile.
Il rosso corrisponde alla luce emessa dallo zolfo, il verde a quella dell’idrogeno ed il blu a quella  dell’ossigeno.

Ne risulta un paesaggio surreale e mozzafiato. La regione, ampia circa 50 anni-luce, è ricchissima di  dettagli. Essa viene scolpita dall’azione dei venti stellari che prorompono da stelle caldissime, che  emettono anche una intensa luce ultravioletta. In questo processo, le stelle stanno per così dire  scrollandosi di dosso la nebulosa che le avvolgeva e da cui sono nate.

Sono una dozzina le stelle massicce che stanno plasmando la nebulosa. La loro massa è stimata in circa  50-100 masse solari. La regina è senz’altro Eta Carinae, visibile a sinistra. Questa mastodontica stella  ha ormai il destino segnato: il materiale che sta emettendo, visibile sotto forma di due lobi, annuncia  l’imminente esplosione.

I fuochi d’artificio nella nebulosa della Carena sono iniziati circa tre milioni di anni fa, quando la  prima generazione di stelle si è condensata ed ha acceso le reazioni termonucleari. La luce ha iniziato a  scavare delle bolle nella nube di idrogeno molecolare. I grumi oscuri sono condensazioni di idrogeno,  ovvero degli embrioni di stelle che cercano di resistere all’erosione della luce.

L’impatto di questi potenti venti stellari sta ammucchiando le pareti circostanti della nebulosa, che ora quindi sta dando alla luce una seconda generazione di stelle.
Così è stato per il nostro Sole circa 4,6 miliardi di anni fa.

Questa immensa nebulosa dista circa 7500 anni-luce e si trova nella costellazione della Carena, una delle  tre parti in cui fu divisa l’immensa costellazione della nave Argo.

 

[A sinistra] Una vetta di idrogeno freddo frammisto a polveri si staglia nella nebulosa della Carena. Questa immensa colonna viene erosa dal potente flusso di radiazione ultravioletta che proviene dalle caldissime stelle neonate.

[A destra] Un ingrandimento dell’immagine mostra le prove della nascita di nuove stelle. Dall’estremità della colonna di gas si estende in direzioni opposte un getto molto collimato, come quello di un innaffiatoio. Un altro getto simile è visibile in basso. Queste strutture sono caratteristiche delle stelle appena nate.

 

 

Una serie di “globuli di Bok” nel mosaico della nebulosa della Carena. Queste formazioni, simili ad isole in un vastissimo oceano cosmico, sono condensazioni di gas e polveri che si stanno lentamente contraendo per dare origine a nuove stelle.

Si tratta però di una lotta contro il tempo: l’alone luminoso che si può vedere attorno al globulo centrale, indica che la luce lo sta piano piano erodendo. Questo processo è noto col nome di fotoionizzazione e minaccia di dissolvere i globuli di Bok.

 

 

[In alto] Una colonna di gas apparentemente piccola, in realtà alta un anno-luce, cioè qualcosa come diecimila miliardi di km. Di fronte, lo splendido ammasso di stelle Tumbler 14, giovanissimo, infatti ha “solo” 2,5 milioni di anni. Sovrapposto ad esso, un batuffolo nero, un globulo di Bok.

[Al centro] Visione dettagliata della porzione centrale della nebulosa della Carena, vicino al cosiddetto “buco della serratura”.

[In basso] Queste immense nubi di idrogeno freddo illuminate dalle stelle sembrano i nuvoloni che portano il temporale nei sonnolenti pomeriggi d’estate. Dominano un paesaggio di nubi molecolari al bordo della nebulosa.

 

L’immagine mostra una ripresa da terra della gigantesca regione di formazione stellare del cielo australe, nota col nome di nebulosa della Carena. Il riquadro in giallo indica l’estensione del mosaico di HST.

Questa immagine è servita per dare falsi colori alla fantastica ripresa del telescopio spaziale, che invece è monocromatica. I colori indicano gli elementi chimici (blu per l’ossigeno, rosso per lo zolfo e verde per l’idrogeno) ma indicano anche le temperature. Il colore rosso indica temperature relativamente basse, il blu quelle più alte.

La stella più brillante presso il centro dell’immagine è la celebre eta carinae, una delle stelle più massicce e luminose.