News originale in inglese: 2007-11 - Immagini e filmati

  

HST sorveglia Giove per la visita della sonda New Horizons

Questa foto è composta da due riprese diverse, in luce ultravioletta ed in luce visibile. Le fotografie sono servite per supportare la sonda New Horizons che doveva passare vicina a Giove il 28 febbraio 2007. HST ha seguito sia Giove che il suo focoso satellite Io nel corso del mese seguente, durante il passaggio ravvicinato della sonda.

Le zone presso i poli di Giove sono state fotografate in luce ultravioletta per evidenziare le emissioni di luce dalle aurore polari. Questi fenomeni sul pianeta gigante sono sempre presenti e sono da 10 a 100 volte più brillanti degli analoghi fenomeni che avvengono sul nostro pianeta.

Le aurore si producono quando particelle cariche provenienti dal Sole rimangono intrappolate nel potente campo magnetico di Giove. Ciò rende fluorescenti i gas dell’alta atmosfera presso i poli magnetici.

Le regioni equatoriali di Giove invece sono state fotografate in luce blu il 17 febbraio 2007 dalla Wide Field Planetary Camera 2. Il filtro blu serve per evidenziare le strutture nelle nubi dell’atmosfera del pianeta gigante. In luce ultravioletta, l’atmosfera apparirebbe troppo ricca di foschia.

Tramite le riprese fotografiche di HST e le misurazioni in loco della New Horizons, le due missioni si arricchiranno reciprocamente, permettendo agli astronomi di conoscere meglio l’atmosfera di Giove, le sue aurore e in generale la complessa interazione tra l’ambiente ricco di particelle cariche attorno a Giove e la sua interazione con il vento solare.

 

HST sta monitorando il satellite Io, un mondo straordinario perché è vulcanicamente attivo. Le immagini sono state riprese dalla Wide Field Planetary Camera 2 il 14 febbraio 2007.

L’immagine a sinistra, a colori naturali, rivela chiazze ovali di colore arancio: enormi depositi di zolfo attorno al vulcano Pele. L’immagine a destra invece è stata ripresa in luce ultravioletta e rivela sulla destra la nube dell’eruzione vulcanica che si eleva sulla superficie del satellite.

Anche se Io non è più grande della nostra Luna, è un satellite geologicamente attivo perché il suo interno si mantiene allo stato fuso. Il calore che supporta questa situazione viene dall’attrazione gravitazionale combinata di Giove e degli altri satelliti medicei, soprattutto Europa.