News originale in inglese: 2006-03 - Immagini e filmati

  

Mistero risolto: i fuochi d’artificio ad alta energia sono collegati ad ammassi stellari

 
A corroborare l’evidenza di una grande mole dell’ammasso, c’è la presenza di 14 supergiganti rosse, stelle massicce che hanno raggiunto la fine della loro vita. Queste si gonfiano fino a 100 volte il loro volume normale, prima di esplodere come supernove. In effetti, il team di Figer ritiene che le esplosioni di raggi X e di raggi gamma abbiamo origine proprio durante lo scoppio delle supernove. Difficile vedere delle supergiganti rosse: gli astronomi ne hanno trovate solo 200 in tutta la Via Lattea. La mancata osservazione è dovuta al fatto che la fase di supegigante è molto breve in termini astonomici, dato che dura circa da mezzo milione ad un milione di anni.
 
"Solo gli ammassi più massicci" ha spiegato Figer "possono avere molte rosse supergiganti, perché sono gli unici ammassi capaci di generare stelle ciclopiche. Sono degli ottimi indicatori che permettono agli astronomi di fare predizioni sulla mole dell’ammasso. Questa osservazione è anche una rara occasione per studiare le stelle giganti appena prima della esplosione, normalmente noi non riusciamo a vedere le stelle prima della loro esplosione".

Figer presenterà i suoi risultati il 9 Gennaio alla 207° riunione dell’American Astronomical Society a Washington, D.C. Le 14 supergiganti rosse in questo ammasso sono almeno tre volte più numerose che in qualunque altro ammasso nella nostra galassia. L’ammasso che deteneva il record, NGC 7419, ne ha solo cinque. Le stelle che diventano supergiganti hanno da 8 a 25 volte la massa del nostro sole e hanno un età da 6 a 15 milioni di anni.

Il team ha identificato l’ammasso di stelle come di tipo potenzialmente ciclopico, dall’elenco degli ammassi di recente scoperta, nel Catalogo "Two micron All sky survey Catalogue". L’astronomo John MacKenty, anche lui dello STScI, ne ha fatto delle osservazioni successive in Settembre e in Ottobre 2005 con un particolare spettrografo ad infrarossi, all’Osservatorio Nazionale del Kit Peak in Arizona.

"Lo strumento nel suo piano focale ha circa 500.000 specchi microscopici mobili e può registrare gli spettri ad infrarosso di 100 stelle per volta, ha sostenuto MacKenty, il responsabile dei ricercatori addetti allo strumento.

Nello studio  degli spettri si registrano le emissioni di energia delle stelle, come un serie di lunghezze d’onda individuali. Gli spettri risultanti sono simili ad una serie di impronte digitali delle stelle, perché rivelano caratteristiche come la composizione, la temperatura, la massa e l’età. Gli astronomi pensano di usare una tecnologia simile a bordo del James Webb Space Telescope, il cui lancio è fissato nel 2013.

Figer si è basato sui dati di diversi telescopi, compreso lo Spitzer Space Telescope, per verificare che i colori all’infrarosso delle ipotetiche supergiganti rosse concordino con quelle delle supergiganti rosse già conosciute.

Le supergiganti rosse scoperte dal team di Figer sono molto brillanti ed indicano che l’ammasso è un giovincello di età variabile tra 8 e 10 milioni di anni. L’ammasso deve essere abbastanza giovane perché gli astronomi riescano a vedere queste stelle dalla breve vita prima che esplodano, ma vecchio abbastanza per avere delle stelle allo stadio di supergiganti rosse. La massa dell’ammasso stellare è 20.000 volte la massa del nostro sole.

L’ammasso è il primo di 130 ammassi stellari, destinati ad essere studiati da Figer e dal suo team nei prossimi cinque anni, con l’uso di molti diversi telescopi, incluso lo Spitzer e il telescopio spaziale. "Possiamo vedere solo una piccola parte della Via Lattea nel visibile perché un velo di polvere copre la maggior parte della Galassia". Dice Finge "So che ci sono altri ammassi stellari molto massicci nella Via Lattea, che non possiamo vedere per via della polvere. Il mio scopo è quello di trovarli, usando la luce infrarossa che attraversa la polvere".