News originale in inglese: 2006-06 - Immagini e filmati

  

Gli astronomi scoprono il più piccolo pianeta extrasolare

Grazie all’uso di una armata di telescopi, un team internazionale di astronomi ha trovato il più piccolo pianeta mai scoperto che, al di fuori del sistema solare, ruota attorno ad una stella normale.

Il pianeta extrasolare è cinque volte più massiccio della terra ed orbita attorno ad una nana rossa, una stella relativamente fredda, con un periodo di 10 anni. La distanza tra il pianeta, denominato OGLE-2005-BLG-390lB, ed il suo astro è circa tre volte maggiore di quello tra la Terra ed il Sole. La grande orbita del pianeta e la bassa temperatura della stella genitrice rendono la probabile temperatura della sua superficie un gelido meno 220 gradi centigradi. Questa temperatura è simile a quella di Plutone, ma la distanza tra il pianeta scoperto di recente e la sua stella è circa un decimo di quella tra Plutone ed il Sole.

La sua scoperta, comunque, apre una nuova finestra nella ricerca di mondi simili alla Terra.

“Il significato di questa scoperta è che pianeti con massa simile alla Terra non sono così rari” ha affermato Kailash Sahu dello Space Telescope Science Institute a Baltimora, Md. e membro fondatore del Probing Lensing Anomalies Network Team (PLANET), che ha aiutato a scoprire il nuovo pianeta “Se ne abbiamo trovato uno, ce ne devono essere altri”.

Il risultato sarà esposto domani in una lettera alla rivista Nature.

La scoperta suffraga la teoria sull’origine del sistema solare. “La teoria favorita ipotizza che i pianeti furono creati da materiale condensatosi attorno ad una stella” ha spiegato Bohdan Pczynski della Università di Princeton e membro del Optical Gavitational ensing Experiment (OGLE), un gruppo che è anche stato d’aiuto nella scoperta del pianeta nel 1991. “La teoria sostiene che, attorno alle nane rosse, i pianeti della grandezza della Terra e di Nettuno siano più comuni di quelli con massa simile a quella di Giove. I pianeti sarebbero lontani dalle loro stelle, tra 0.1 a 10 volte la distanza Terra- Sole”.

Gli astronomi hanno scoperto il pianeta indirettamente, grazie ad una tecnica detta da diffrazione da microlente gravitazionale (microlensing). Questa tecnica sfrutta i movimenti casuali di quelle stelle che sono generalmente troppo piccoli per essere notate. Se, tuttavia, una stella passa esattamente davanti ad una altra stella, la gravità della stella anteriore (lente) devia la luce della stella posteriore (sorgente). La stella anteriore, perciò, agisce come una lente gigantesca, amplificando la luce della stella posteriore, un fenomeno chiamato gravitational microlensing (microlente gravitazionale). Un pianeta-compagno che ruota attorno alla stella può produre una aumento di luminosità della stella posteriore. Questo aumento di luminosità può così rivelare il pianeta, che altrimenti sarebbe troppo indistinto per essere osservato al telescopio.

Maggiore è la massa della stella che agisce da lente, maggiore è la durata del fenomeno dovuto al microlensing.Così mentre il fenomeno dovuto ad una stella dura molti giorni, la maggiore luminosità dovuta ad un pianeta dura da poche ore a un paio di giorni. Nel caso del pianeta scoperto di recente, l’aumento di luminosità è durato solo 12 ore.

Usando la tecnica del microlensing, gli astronomi hanno determinato la massa del pianeta. Questo metodo, comunque, non fornisce alcun indizio circa la composizione del pianeta. Gli astronomi pensano che il pianeta sia composto da ghiaccio e rocce. La massa stimata suggerisce che sia una versione gigantesca di pianeti di tipo terrestre, come la Terra e Marte. Il pianeta orbita attorno al tipo più comune di stelle, presenti nella galassia della Via Lattea, una nana rossa cinque volte più piccola del Sole. La coppia si trova a cira 20.000 anni luce di distanza in direzione della costellazione dello Scorpione, non lontano dalla zona centrale a maggiore densità stellare della nostra galssia.

Di nessuno dei circa 160 pianeti scoperti al di fuori del nostro sistema solare, si è vista direttamente l’immagine. I pianeti hanno luce troppo debole e sono troppo vicini alle loro stelle per essere visti. Gli astronomi ne hanno scoperto il maggior numero osservando la perturbazione gravitazionale che i pianeti non visibili esercitano sulle loro stelle genitrici. Questa tecnica particolare, comunque, favorisce la scoperta di pianeti molto grandi, che orbitano molto vicini alle loro stelle.

“La tecnica del microlensing è molto promettente per trovare pianeti di massa simile alla Terra, perché altre tecniche correnti di caccia ai pianeti non sono così sensibili da scoprire pianeti di massa piccola, come la Terra” ha spiegato Sahu.

Poiché i fenomeni di microlensing sono imprevedibili e rari, gli astronomi aumentano le loro possibilità di trovarne uno, osservando contemporaneamente molte stelle nello stesso momento. Per trovare un simile fenomeno, i team di osservazione come OGLE osservano ogni notte circa 100 milioni di stelle, nella parte centrale della nostra galassia.

Nella decade passata il team OGLE ha trovato più di 1.000 eventi da microlensing. Il team OGLE, comunque, non è detto che sia in grado di accorgersi della luminosità di breve durata causata da un pianeta.

PLANET ha un esercito di telescopi dedicati, incluso il telescopio danese dell’ESO, di 1.54 metri a La Silla in Cile e che in maniera specifica cerca indizi della presenza di pianeti controllando di continuo gli eventi di microlensing in corso. Il gruppo ha seguito circa 200 eventi di microlensing in una campagna durata 10 anni. Finora, sono stati scoperti tre pianeti con il microlensing gravitazionale, incluso OGLE-2005-BLG-9390Lb. Il pianeta appena scoperto è il più piccolo dei tre ed è il primo pianeta scoperto dal team PLANET. Per aumentare le loro possibilità di trovare dei pianeti, il team PLANET nel 2005 ha unito le proprie forze con RoboNet, una rete di telescopi-robot da due metri, che opera nel Regno Unito.

PLANET, RoboNet, OGLE e altri team di osservatori hanno scoperto il pianeta nel 2005. L’evento di microlensing fu osservato la prima volta l’11 giugno del 2005, dal team di ricerca del OGLE. L’evento OGLE-2005-BLG390 fece partire la raccolta di dati da parte dei telescopi del PLANET. Il 10 di Agosto, un controllo per 24 ore continuate da parte del team PLANET, ha rivelato un aumento di luminosità che ha portato alla scoperta del pianeta. Anche un telescopio OGLE nella stessa notte ha scoperto la traccia del pianeta. Il Team della Microlensing Observation in Astrophysics (MOA) più tardi ha identificato nelle sue immagini la stella posteriore o sorgente e ha anche confermato la traccia del pianeta.