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Gli astronomi usano Hubble per “pesare” la compagna della stella del Cane

Per gli astronomi è sempre stata una fonte di irritazione il fatto che lo splendore della stella più luminosa del cielo notturno oscuri la stella nana bianca più vicina a noi. Questo oggetto, che ha quasi finito di risplendere, è un debole compagno della brillante stella Sirio, che si trova nella costellazione del Cane Maggiore. Adesso, un team internazionale di astronomi ha usato l’occhio acuto del telescopio spaziale Hubble per isolare le luce della nana bianca, chiamata Sirio B.

I nuovi risultati permettono di misurare con precisione la massa della nana bianca, in base a come il suo campo gravitazionale modifica le lunghezze d’onda emesse dalla stella. Le misure spettroscopiche di Sirio B, fatte con un telescopio che osservava tramite l’atmosfera terrestre, sono state notevolmente disturbate dalla luce emessa dalla brillantissima Sirio.

“Lo studio di Sirio B è una sfida da oltre 140 anni” dice Martin Barstow della Università di Leicester, U.K., che è il responsabile del team di osservatori“ solo con Hubble siamo stati capaci di fare le osservazioni che ci premevano, non alterate dalla luce di Sirio, in modo da poter misurare le variazioni delle sue lunghezze d’onda”.

“La misurazione accurata delle masse delle nane bianche è di importanza fondamentale per capire l’evoluzione stellare. Anche il Sole diventerà una nana bianca, alla fine. Le nane bianche sono anche la sorgente delle esplosioni di supernova di tipo Ia, esplosioni che per la loro luminosità sono usate per misurare le distanze dalle galassie più lontane e la velocità di espansione dell’universo. Le misurazioni basate sulle supernove tipo Ia sono fondamentali per capire la “energia scura”, una forza dominante e repulsiva, che sta facendo espandere l’universo. Inoltre il metodo usato per determinare la massa delle nane bianche prende origine da una delle previsioni chiave della teoria della Relatività Generale di Einstein: che la luce perde energia quando cerca di uscire dalla gravità di una stella compatta.

Sirio B ha un diametro di 12.000 km appena più piccola della Terra, ma è più densa. Il forte campo gravitazionale è 350.000 volte maggiore di quello della terra, il che vuol dire che una persona dal peso di 75 kg, se fosse sulla sua superficie peserebbe 25.000 tonnellate!

La luce, dalla superficie di questa nana bianca caldissima, deve uscire da questo campo gravitazionale e intanto le sue lunghezze d’onda diventano più lunghe e più rosse. Questo effetto è stato predetto dalla teoria della Relatività Generale di Einstein nel 1916, è chiamato redshift gravitazionale e lo si vede più facilmente in corpi celesti densi, di grande massa e perciò molto compatti, che hanno campi gravitazionali intensi che deformano lo spazio in prossimità della superficie.

Basato sulle misure del viraggio al rosso, fatto con l’Imaging Spectrograph del Telescopio Spaziale nel Febbraio 2004, il team ha trovato che Sirio B ha un massa che è il 98% del sole. Sirio stesso ha una massa doppia del sole e un diametro di 2,4 milioni di kilometri.

Le nane bianche sono ciò che rimane delle stelle simili al nostro sole. Hanno esaurito la sorgente di combustibile nucleare e sono collassate ad una grandezza molto piccola. Sirio B è circa 10.000 volte più debole della stessa Sirio, cosa che rende difficile il suo studio con il telescopio dalla superficie terrestre, perché la sua luce si disperde nel bagliore della sua compagna più luminosa. Per molto tempo gli astronomi hanno creduto ad una ipotetica e fondamentale relazione tra la massa di una nana bianca e il suo diametro. La teoria ipotizzava che più grande era la massa di una nana bianca, minore era il suo diametro. Le misurazioni precise del redshift gravitazionale permettono un importante test per l’osservazione di questa relazione chiave.

Le osservazioni di Hubble hanno anche rese più precise le misurazioni della temperature della superficie di Sirio B, con valori di 25.000 gradi Kelvin. Sirio ha una temperatura di superficie pari a "soli" 10.500 gradi Kelvin.

Distante 8,6 anni luce, Sirio è una delle stelle conosciute più vicine alla Terra. Sirio è stata osservata dalla antichità. Il suo piccolo compagno invece non è stato scoperto fino al 1862, quando fu intravisto per la prima volta da degli astronomi che stavano osservando Sirio con uno dei più potenti telescopi di quel tempo.