News originale in inglese: 1999-26 - Immagini e filmati

  

Stelle blu ritardatarie e novae nell’ammasso globulare M80

Questo fitto agglomerato di stelle è conosciuto come M80 (NGC 6093), uno dei più densi fra i 147 ammassi globulari conosciuti che appartengono alla nostra Galassia. Si trova a circa 28.000 anni-luce dalla Terra e contiene centinaia di migliaia di stelle, tenute assieme dalla reciproca attrazione gravitazionale. Gli ammassi globulari sono utilizzati soprattutto per lo studio dell’evoluzione stellare, dato che le stelle che li compongono hanno tutte la stessa età (circa 15 miliardi di anni) ma masse diverse.

Ciascuna stella visibile in questa immagine si trova ad uno stadio evolutivo più avanzato rispetto al nostro Sole e, a parte qualche raro caso, ha una massa maggiore. Particolarmente evidenti e luminose sono le giganti rosse, stelle di tipo solare che sono prossime alle fasi finali della loro evoluzione.

Analizzando le immagini prese con la camera WFPC2, comprese quelle ottenute con filtri per l’ultravioletto, gli astronomi hanno scoperto ricca popolazione di stelle blu ritardatarie (o blu vagabonde, blu stragglers) presente nella regione centrale dell’ammasso. Tali stelle sembrano essere insolitamente giovani e più massicce rispetto alle altre dell’ammasso e si ipotizza che risultino dalla fusione di due stelle in seguito a collisione. Le collisioni di stelle in un ambiente ad alta densità stellare può essere un fenomeno relativamente frequente. La fusione produce una singola stella di massa insolitamente alta che imita una normale stella giovane.

M80, che prima d’ora non si sapeva contenesse stelle blu ritardatarie, ne possiede più del doppio di qualsiasi altro ammasso globulare osservato dal Telescopio Spaziale Hubble. Stando al numero di stelle blu ritardatarie, la frequenza delle collisioni nel nucleo di M80 dovrebbe essere eccezionalmente alta.

M80 è insolito anche perché nel 1860 ha ospitato una nova. L’esplosione di una nova avviene quando una nana bianca, che ha ormai consumato il suo carburante nucleare, riceve nuovo idrogeno da una vicina compagna. L’accumulo di idrogeno può innescare alla fine un’esplosione termonucleare sulla superficie della nana bianca, provocando il fenomeno della nova. Le osservazioni condotte con il telescopio Hubble hanno individuato il debole e caldo resto di questa stella esplosa, chiamata T Scorpii nel diciannovesimo secolo. Stranamente, le osservazioni con la camera WFPC2 hanno rilevato soltanto due altri sistemi binari stretti in M80, molto meno di quanto ci si aspetterebbe teoricamente data la frequenza delle collisioni.

Così le stelle blu ritardatarie di M80 sembrano indicare un’alta frequenza di collisioni, mentre i sistemi di tipo nova suggeriscono una frequenza bassa. Talvolta la vita degli astronomi non è così semplice ma spesso accade che proprio dall’indagine di discrepanze come queste la nostra conoscenza alla fine si accresce.

Questa immagine di M80 è stata creata mettendo assieme due osservazioni di HST. La prima è stata condotta da Francesco R. Ferraro (ESO, Osservatorio di Bologna), Barbara Paltrinieri (U. La Sapienza), Robert T. Rood (U. Virginia) e Ben Dorman (Raytheon/STX) che studiano le stelle blu ritardatarie. La seconda è stata acquisita da Michael Shara (STScI, AMNH), David Zurek (STScI) e Laurent Drissen (U. Laval) per la ricerca di nane di tipo nova.

Image Credit: Hubble Heritage Team (AURA/ STScI/ NASA)