In questa sbalorditiva immagine della nebulosa gigante NGC 3603, la notevole risoluzione del telescopio spaziale ha catturato vari stadi del ciclo di vita delle stelle.
Al centro, leggermente spostata in alto a sinistra, si trova la supergigante blu chiamata Sher 25. Questa stella ha un caratteristico anello circumstellare di gas luminescente molto simile a quello che circonda la supernova 1987A. Il colore grigio-bluastro dell’anello e delle emissioni polari indica che si tratta di gas chimicamente arricchito.
Presso il centro c’è un ammasso dominato da giovani stelle caldissime chiamate stelle di Wolf-Rayet. Un fiume di radiazione ionizzante e venti stellari veloci provenienti dall’ammasso hanno soffiato via i gas circostanti "scavando" una nicchia nella nebulosa in cui è immerso l’ammasso.
L’evidenza più spettacolare dell’interazione tra la radiazione e le nubi di idrogeno molecolare freddo sono le giganti colonne a destra ed in basso a destra. Queste strane formazioni sono prodotte dallo stesso processo all’opera nella nebulosa aquila (M16).
I noduli scuri in alto a destra sono i cosiddetti globuli di Bok, uno stadio di pre-formazione stellare. In basso a sinistra rispetto all’ammasso si vedono due nebulose a forma di girino. Simili strutture sono state identificate nel cuore della nebulosa di Orione (vedi 94/24 e 97/04) e sono state interpretate come gas e polveri in evaporazione da dischi protoplanetari che circondano stelle neonate. I "proplyds" in NGC 3603 sono da 5 a 10 volte più grandi e più massicci di quelli in Orione.
Questa singola immagine illustra graziosamente il ciclo di vita di una tipica stella: inizia con i globuli di Bok che si condensano all’interno delle colonne di freddo idrogeno molecolare; la stella neonata, con il suo disco protoplanetario, evolve nelle stelle massicce dell’ammasso e poi conclude la sua esistenza rilasciando gas chimicamente arricchiti.
credits: Wolfgang Brandner (JPL/IPAC), Eva K. Grebel (University of Washington) e You-Hua Chu (University of Illinois).