News originale in inglese: 1999-13 - Immagini e filmati

  

Eruzione del vulcano Pillan su Io

Io attraversa GioveNel corso di una ricerca di pennacchi vulcanici su Io, il telescopio spaziale Hubble ha ripreso il satellite mentre transita davanti al disco di Giove. Appena poche settimane prima di questo evento il telescopio orbitale aveva colto un’eruzione di "neve" di anidride solforosa da uno dei suoi vulcani.

Le bellissime immagini di questa coppia di corpi celesti è stata pubblicata in occasione del nono anniversario del lancio del telescopio spaziale, avvenuto il 24 aprile 1990. Tutte queste immagini sono state ottenute con la camera WFPC2 (Wide Field and Planetary Camera 2).

Le tre istantanee accavallate mostrano con grande nitidezza il satellite Io che passa sopra le turbolente nubi di Giove. In basso a destra, il primo piano di Io ci mostra il pennacchio di neve di anidride solforosa, alto 200 km, che viene eruttato da Pillan, uno dei più attivi vulcani del satellite.

La presenza di neve di anidride solforosa era stata dedotta anche da precedenti osservazioni, ma queste immagini ne offrono la prova diretta.

In viaggio attorno a Giove

Io e Giove Io e Giove Io e Giove

Le tre immagini del satellite vulcanico sono state prese nell’arco di 1,8 ore. Io è grande all’incirca come la Luna ma duemila volte più lontano. In due di queste foto, Io sembra così vicino a Giove da spazzarne le nubi di alta quota; in realtà la sua distanza dalla superficie atmosferica del pianeta è notevole (500.000 km). Per compiere un giro completo attorno al pianeta, Io impiega 1,8 giorni, mentre la Luna ci mette 28 giorni per compiere un’orbita attorno alla Terra.

E’ ben visibile l’ombra di Io proiettata sulla superficie di Giove, grande all’incirca come il satellite stesso (3640 km di diametro). L’ombra attraversa la faccia di Giove alla velocità di 17 km al secondo. La straordinaria nitidezza delle foto (i più piccoli dettagli visibili su Io misurano 150 km di larghezza) ci permette di osservare alcune caratteristiche della superficie del satellite: le macchie chiare rappresentano regioni di ghiaccio di anidride solforosa. Su Giove le aree bianche e quelle di color marrone corrispondono a foschie di alta quota e nubi, mentre le aree blu indicano regioni di alta quota relativamente sgombre da nubi.

Le immagini sono state riprese il 22 luglio 1997 in due lunghezze d’onda: 3400 Angstroms (ultravioletto) e 4100 Angstroms (viola). I colori non corrispondono a quelli che apparirebbero all’occhio umano (l’ultravioletto è invisibile).

Io: la luna vulcanica di Giove

Io: vulcano Pillan in eruzioneNel primo piano di Io, la "montagnola" che sporge dalla superficie è in realtà un’eruzione di Pillan, un vulcano fino ad ora inattivo.

L’analisi delle lunghezze d’onda ultraviolette indica che il prodotto dell’eruzione, (il pennacchio che ci appare di colore verde nella foto) è composto di "neve" di anidride solforosa. Per rendere visibile il debole pennacchio eruttivo sono state utilizzate tecniche di elaborazione digitale aumentando il contrasto e aggiungendo i falsi colori.

Il materiale eruttato dal vulcano Pillan è molto caldo (1500° Kelvin) e molto veloce (2880 chilometri orari). Il gas di anidride solforosa espulso dal vulcano è anch’esso inizialmente molto caldo ma si espande rapidamente e congela formano la neve.

Io è ben conosciuto per i suoi vulcani attivi, molti dei quali proiettano giganteschi pennacchi di polveri nello spazio. Gli astronomi hanno scoperto l’eruzione di Pillan mentre stavano osservando fenomeni di questo tipo in un altro vulcano attivo, il Pele, che si trova a circa 500 km di distanza dal Pillan. Ma il Pele è entrato in fase di quiescenza. Io possiede centinaia di vulcani attivi ma soltanto pochi di essi, normalmente otto o nove, emettono di tanto in tanto dei pennacchi visibili.

Il satellite Io verrà ripreso dalla navicella Galileo alla fine di quest’anno, nel corso di un paio di avvicinamenti: il primo di essi avverrà il 10 ottobre alla distanza 610 km e il secondo il 25 novembre, quando la navicella sorvolerà il satellite a soli 300 km di altezza. Se la navicella sopravviverà a questi rischiosi fly-by (il rischio è dovuto all’intensa radiazione proveniente da Giove), ci manderà delle eccezionali immagini mai ottenute in precedenza.

L’immagine del pennacchio vulcanico di Io, ripresa con l’Hubble, è del 5 luglio 1997 ed è composta da tre espsizioni con diverse lunghezze d’onda: 2600 e 3400 Angstroms (ultravioletto) e 4100 Angstroms (viola).

Credits: John Spencer (Lowell Observatory) e NASA