News originale in inglese: 1999-06 - Immagini e filmati

  

Il “cannibalismo galattico” di NGC 1316

NGC 1316L’immagine ci mostra la galassia ellittica NGC 1316 distante 53 milioni di anni-luce da noi in direzione della costellazione della Fornace. Il campo visivo ha le dimensioni di circa 12 milioni di anni-luce.

Si ritiene che i filamenti costituiti da nubi oscure di polvere che si stagliano contro il nucleo brillante della galassia rappresentino i resti di una galassia di minori dimensioni ma ricca di gas e polveri che è stata "inghiottita" dalla NGC 1316 in seguito ad un processo di collisione (e conseguente fusione) avvenuto cento milioni di anni fa.

Altri segni di questo violento passato sono gli archi e i pennacchi di stelle che emanano dalle regioni periferiche della galassia.

L’altissima risoluzione del Telescopio Spaziale Hubble ha consentito agli astronomi di identificare anche una classe di ammassi stellari molto piccoli e deboli presenti nella regione centrale della galassia. Si tratta di sciami rarefatti composti da poche migliaia di stelle la cui forza di attrazione reciproca è appena sufficiente per tenerle assieme.

Normalmente questo tipo di ammassi si trova associato alle galassie a spirale come la nostra Via Lattea. Attorno alle galassie ellittiche si trovano invece degli ammassi molto più grandi e luminosi.

I piccoli ammassi di NGC 1316 sono troppo vecchi per essere stati creati nel corso della collisione che ha prodotto le nubi di polvere visibili oggi, e troppo giovani per essere stati lacerati dalle forze gravitazionali galattiche. Probabilmente si sono formati nel corso di un evento di fusione ancora precedente, oppure appartenevano alla galassia che è stata "inghiottita" durante l’ultima collisione.

NGC 1316 è anche un’intensa sorgente di onde radio dovuta probabilmente dalla presenza di un buco nero massiccio nella sua regione centrale. I gas derivati dalla fusione delle due galassie sono attratti verso il centro galattico e ricadono nel buco nero producendo l’energia necessaria per generare i potenti getti di materia che si estendono all’esterno per duecentocinquantamila anni-luce di distanza.

L’immagine è stata ripresa nell’aprile 1996 con la camera WFPC2. I colori sono ottenuti dalla combinazione di immagini distinte prese in luce blu e rossa.