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Il riscaldamento della superficie di Tritone

Tritone, rilevazione della densità atmosfericaAlcune osservazioni del Telescopio Spaziale Hubble e di altri strumenti con base a terra ci rivelano che Tritone, il satellite maggiore di Nettuno (e appena più piccolo della nostra Luna), sembra essersi riscaldato significativamente rispetto ai dati della missione Voyager del 1989.
Gli scienziati basano l’ipotesi del riscaldamento della superficie di Tritone sulla rilevazione, da parte del Telescopio Spaziale Hubble, di un aumento della pressione atmosferica del satellite che è perlomeno raddoppiata dal tempo dell’avvicinamento del Voyager. Ad ogni piccolo aumento di temperatura del ghiaccio di azoto e la sua conseguente vaporizzazione corrisponde un considerevole aumento della pressione atmosferica. Proprio grazie a questo stretto legame tra pressione atmosferica e temperatura superficiale del ghiaccio gli scienziati hanno potuto dedurre un aumento di due gradi (da -236°C a -234°C) in nove anni. Un simile aumento della temperatura nella nostra atmosfera comporterebbe significativi cambiamenti climatici.
Nel novembre 1997 i ricercatori hanno usato uno dei tre sensori di guida fine (Fine Guidance Sensor, usati per mantenere il telescopio puntato su un obiettivo monitorando la luminosità delle stelle guida) per misurare la pressione atmosferica di Tritone. Quando Tritone occultava una stella conosciuta con il nome di Tr180 nella costellazione del Sagittario, il sensore di guida ne misurava la graduale diminuzione di luminosità. La luce della stella diminuiva di intensità mano a mano che essa penetrava attraverso gli strati sempre più spessi dell’atmosfera del satellite.
Nonostante Tritone sia un mondo molto diverso e più semplice della Terra, con un’atmosfera molto più rarefatta, nessun oceano e una superficie formata da ghiaccio di azoto, esso condivide con il nostro pianeta gli stessi meccanismi che contribuiscono al riscaldamento globale, come le variazioni di emissione di energia solare, il rapporto tra luce assorbita e luce emessa dalla superficie e la quantità di metano e ossido di carbonio (gas ad effetto serra) nella sua atmosfera.
"Con Tritone, possiamo studiare più facilmente i cambiamenti ambientali a causa della sua semplice e rarefatta atmosfera" spiega James L. Elliot, uno degli astronomi che hanno condotto la ricerca. Studiando questi cambiamenti su Tritone, gli scienziati sperano di accrescere anche la conoscenza del più complesso ambiente terrestre.
Elliot e i suoi colleghi spiegano che la tendenza all’aumento di temperatura su Tritone può derivare dai cambiamenti stagionali delle sue calotte polari. Tritone infatti si sta avvicinando al culmine della sua estate australe, un evento che si ripete con un periodo di qualche centinaio di anni. Durante questa fase l’emisfero sud del satellite riceve una maggior quantità di radiazione solare diretta che riscalda la calotta polare.
 Tritone, il più grande degli otto satelliti di Nettuno, ha più o meno le dimensioni e la densità di Plutone, la sua distanza dal Sole è 30 volte quella della Terra. Il clima è molto freddo e ventoso, con venti che raggiungono quasi la velocità del suono, e la sua superficie è soprattutto coperta di ghiacci anche se appaiono macchie di terreno nudo.

Hanno partecipato a questa ricerca: James L. Elliot, Heidi B. Hammel, Michael J. Person, e Stephen W. McDonald del MIT (Cambridge, Massachusetts); Otto G. Franz, Lawrence H. Wasserman, John A. Stansberry, John R. Spencer, Edward W. Dunham, Catherine B. Olkin e Marc W. Buie del Lowell Observatory (Flagstaff, Arizona); Jay M. Pasachoff, Bryce A. Babcock e Timothy H. McConnochie del Williams College (Williamstown, Massachusetts).