News originale in inglese: 1997-28 - Immagini e filmati

  

Un buco nero “esposto” riversa luce all’esterno

Sondando il cuore della galassia attiva NGC 6251, il telescopio HST ha fornito l’immagine senza precedenti di un disco o anello di polveri trattenuto da un probabile buco nero massivo e investito da un brillante torrente di luce ultravioletta proveniente da esso.

[a destra]  
Questa immagine composta del cuore della galassia è stata costruita combinando l’immagine in luce visibile presa dal
WF/PC2 (Wide Field Planetary Camera 2), con un’altra presa in luce ultravioletta dal FOC (Faint Object Camera). Mentre l’immagine in luce visibile mostra un disco scuro di polveri, l’immagine all’ultravioletto (in falso colore azzurro) mostra una forma brillante lungo uno dei lati del disco. Siccome l’HST rileva che la luce ultravioletta è riflessa da una sola delle due facce del disco, gli astronomi deducono che il disco sia deformato (come la tesa di un cappello). La macchia luminosa nel centro dell’immagine è la luce proveniente dalle immediate vicinanza del buco nero che illumina il disco di polveri. La galassia ellittica NGC 6251 dista da noi 300 milioni di anni luce e si trova nella costellazione della Vergine. 
[a sinistra]  
L’immagine del nucleo della galassia ellittica NGC 6251 vista da un telescopio con base a terra. Il rettangoloino interno mostra il campo visivo del telescopio spaziale Hubble. La galassia dista da noi 300 milioni di anni luce e si trova nella costellazione della Vergine.

Questa rappresentazione artistica mostra la geometria del disco di polveri deformato che circonda il probabile buco nero. L’immagine è basata sulle foto dell’HST le quali suggeriscono che solo una delle due facce del disco riflette la luce emessa dal buco nero. Perciò il disco deve essere deformato. 

Questa scoperta, riportata nell’Astrophysical Journal Letters, indica che gli ambienti che circondano i buchi neri possono essere più vari di quanto si pensasse prima, e può fornire un nuovo anello alla catena nella conoscenza dell’evoluzione dei buchi neri che si trovano al centro delle galassie.
Fino ad ora, i buchi neri osservati dall’
HST, erano chiusi all’interno di un toro, una distribuzione di polveri a forma di ciambella che costituisce una specie di bozzolo parziale attorno al buco nero.
Nelle galassie studiate precedentemente, l’intensa radiazione luminosa dovuta a gas incandescenti intrappolati dall’enorme forza gravitazionale del buco nero viene emessa dall’interno della cavità del toro ed è limitata ad uno stretto raggio, simile a quello di un faro.
Questo invece è il primo chiaro esempio di un buco nero "esposto" che illumina l’anello circostante. Siccome l’
HST rileva che la luce ultravioletta è riflessa da una sola delle due facce del disco, gli astronomi deducono che il disco sia deformato (come la tesa di un cappello).
Tale deformazione potrebbe essere dovuta alle perturbazioni gravitazionali preseti nel nucleo della galassia e che gli impediscono di mantenere una forma piatta, oppure dalla precessione dell’asse di rotazione del buco nero relativamente all’asse di rotazione della galassia.
La sospetta presenza buco nero non è ancora stata confermata da misure di velocità del materiale intrappolato, sebbene siano state eseguite delle misurazioni, ancora non pubblicate, utilizzando il FOS (Faint Object Spectrograph), prima della sua sostituzione durante la missione di servizio del 1997.
Comunque, una notevole prova della presenza del buco nero è fornita dal potente getto di particelle e radiazioni, lungo 3 milioni di anni luce emesso dalla sede del buco nero, al centro della galassia ellittica.