News originale in inglese: 1995-04 - Immagini e filmati

  

Il quasar PKS 2349

quasar PKS 2349Questa immagine Hubble ci mostra la fusione tra un quasar e una galassia compagna. La scoperta potrebbe obbligare i teorici a rivedere la loro spiegazione sulla natura dei quasar, gli oggetti più energetici dell’universo.

Il brillante oggetto centrale è il quasar stesso, che dista da noi vari miliardi di anni-luce. Gli “sbuffi” che avvolgono il quasar sono resti di una galassia che è stata distrutta dalla reciproca forza di attrazione gravitazionale. E’ questa la prova evidente della fusione tra i due oggetti.

Dalla loro scoperta nel 1963, i quasar sono sempre stati enigmatici perché emettono enormi quantità di energia nonostante le loro dimensioni siano relativamente piccole. Secondo il modello teorico maggiormente accettato, la fonte energetica di un quasar è da ricercare in un buco nero supermassiccio presente nel nucleo di una normale galassia. Questo modello è difficilmente dimostrabile dato che i quasar, a causa dell'”abbaglio” dovuto alla loro grande luminosità ci nascondono i dettagli dell’ambiente circostante.

Utilizzando la camera WFPC2 dell’Hubble, John Bahcall, Sofia Kirhakos e Donald Schneider hanno osservato quattordici tra i più vicini quasar conosciuti, prevedendo che la grande sensibilità e l’alta risoluzione del telescopio spaziale avrebbero potuto rivelare le galassie ospiti la cui presenza era stata suggerita dai risultati di precedenti osservazioni con telescopi terrestri.

“Siamo rimasti colpiti dalle immagini di otto quasar i quali non mostravano la presenza di luminose galassie ospiti, come ci aspettavamo dalle simulazioni” ha detto Bahcall. In altri tre casi invece sono state osservate delle galassie ospiti moderatamente luminose.

Ancora più enigmaticamente, le immagini Hubble ci mostrano che i quasar apparentemente “nudi” hanno una galassia compagna così vicina che è destinata a fondersi con essi in non più di dieci milioni di anni. Un paio di questi casi, chiamati da Bahcall “smoking gun” , mostrano una galassia deformata dall’attrazione gravitazionale del quasar. Secondo Bahcall è proprio questa una prova evidente dell’interazione tra i quasar e le loro galassie compagne.

Queste nuove osservazioni sono una sfida per i teorici dato che non abbiamo ancora dei validi modelli che prevedano le complesse interazioni svelate dal telescopio spaziale.

Credit: John Bahcall, Sofia Kirhakos (Institute for Advanced Study), Donald Schneider (Pennsylvania State University), NASA.