News originale in inglese: 1994-54 - Immagini e filmati

  

L’Hubble scopre una delle più piccole stelle dell’universo

Gl623bQuesta immagine HST risolve, per la prima volta, una delle più piccole stelle della nostra Via Lattea. Chiamata Gliese 623b (Gl623b), la minuscola stella ha una massa dieci volte inferiore a quella del Sole e 60.000 volte meno luminosa (se si trovasse alla stessa distanza del Sole ci apparirebbe con una luminosità appena otto volte quella della Luna piena).

Situata a 25 anni luce da noi in direzione della costellazione di Ercole, Gl623b è la componente minore di un sistema doppio dove la separazione tra i due membri è solo due volte la distanza tra la Terra e il Sole (circa 300 milioni di chilometri). La stella minore compie un’orbita attorno alla sua compagna maggiore ogni quattro ore.

Gl623b è stata scoperta con metodi indiretti, da osservazioni astrometriche che misurano le deviazioni nel moto della stella principale dovute all’attrazione gravitazionale della sua compagna invisibile.

La stella secondaria è troppo piccola e troppo vicina alla primaria per essere distinta dai telescopi con base a terra. Il potere risolutivo dell’Hubble è abbastanza grande da separare le due stelle.

Le nuove osservazioni consentiranno agli astronomi di misurare la magnitudine assoluta e la massa di Gl623b. Questo condurrà ad una migliore comprensione sulla formazione e sull’evoluzione delle più piccole stelle attualmente conosciute. Una volta si pensava che le stelle nane rosse fossero le più abbondanti nella Via Lattea: questo fatto rappresentava una soluzione possibile al mistero della "materia oscura" della nostra Galassia. Comunque le recenti osservazioni con il telescopio spaziale Hubble suggeriscono che queste stelle di piccola massa sono sorprendentemente rare.

L’immagine è stata presa in luce visibile l’11 giugno 1994 utilizzando la camera FOC (Faint Object Camera) dell’ESA.

Hanno condotto le osservazioni: Cesare Barbieri, Gabriele Corrain, Roberto Ragazzoni (Univerità di Padova), Antonella Nota, Guido De Marchi e Duccio Macchetto (STScI)