News originale in inglese: 1994-52 - Immagini e filmati

  

Galassie nell’universo primordiale

A-Un lontano ammasso di galassie

Una delle più profonde immagini dell’universo riprese fino ad ora rivelano migliaia di deboli galassie al limite della sensibilità dei telescopi attuali. Scrutando attraverso un enorme volume di spazio il telescopio Hubble risolve numerose galassie lontane da 5 a 12 miliardi di anni luce da noi. La luce di questi remoti oggetti ha impiegato miliardi di anni per attraversare l’universo in espansione facendo di queste lontane galassie testimonianze fossili di ciò che avveniva quando l’universo aveva un terzo dell’età attuale.

Una parte delle galassie di questa immagine appartengono ad un ammasso localizzato a nove miliardi di anni luce di distanza da noi. Sebbene il campo visivo a questa distanza comprenda una regione di spazio larga solo due milioni di anni luce, essa contiene una moltitudine di oggetti frammentari (per fare un confronto, i due milioni di anni luce che separano la nostra Galassia da quella di Andromeda – la grande galassia più vicina a noi – è essenzialmente uno spazio vuoto!).

Molto pochi fra i membri di questo ammasso sono riconoscibili come normali galassie a spirale (come la nostra Via Lattea), sebbene alcuni di essi, dalla forma elongata, potrebbero essere considerati dischi visti di taglio. In questo "zoo" di strane galassie ne possiamo distinguere alcune dalla forma "a girino" che potrebbero indicare strutture deformate, apparentemente in fase di collisione, soprannominate "train-wrecks" ("rottami di convoglio") e una moltitudine di piccoli e deboli frammenti, galassie nane e forse una popolazione di oggetti ancora sconosciuti. Comunque l’ammasso contiene anche galassie rosse che sembrano tipici esempi di galassie ellittiche mature presenti nell’universo attuale. Il loro colore rosso deriva dalle stelle antiche che devono essersi formate appena dopo il Big Bang.

L’immagine, che ha richiesto 18 ore di esposizione (corrispondenti a 32 orbite del telescopio spaziale), è stata ottenuta tra l’11 maggio e il 15 giugno 1994 con la camera WFPC2 (Wide Field and Planetary Camera-2). Essa rileva oggetti di magnitudine inferiore a 29.

[a destra in basso]

Un primo piano di una peculiare radio galassia (3C324) usata per localizzare l’ammasso. La galassia è lontana 9 miliardi di anni luce. La stima è stata fatta misurando il redshift spettrale (z=1,2) e si trova in direzione della costellazione del Serpente. Basandosi sui colori e sulla distribuzione statistica delle galassie che si trovano attorno a 3C324 gli astronomi hanno concluso che il lontano ammasso si trova alla sua stessa distanza.

[a destra in centro]

Questa coppie di galassie ellittiche, viste assieme a poche deboli compagne, è notevolmente rassomigliante alle galassie attuali, per la forma, la distribuzione della luce e il colore. Questa immagine Hubble ci fornisce una testimonianza che le galassie ellittiche si formarono molto presto nella storia evolutiva dell’universo.

[a destra in alto]

Alcuni degli oggetti appartenenti a questo gruppo compatto e aggrovigliato assomigliano alle attuali galassie a spirale. Comunque hanno forme irregolari che appaiono disturbate e asimmetriche. La causa può essere ricercata nell’alta frequenza di collisioni galattiche e di incontri ravvicinati  che avvenivano nell’universo giovane.

Credit: Mark Dickinson (STScI).
 

B- Galassie dell’universo promordiale

[sinistra]
L’immagine di una ristretta regione della costellazione dello Scultore, presa con un telescopio con base a terra, ci fa capire quanto sia piccola la dimensione angolare del lontano ammasso di galassie. Sebbene questa fotografia includa una regione di cielo grande quanto il trapezio che forma la parte centrale dell’Orsa Maggiore, l’ammasso è così lontano da avere un diametro pari a 1/10 di quello della Luna piena. Le galassie che compongono l’ammasso non sono visibili perché sono estremamente deboli.
[centro]
L’immagine, ripresa telescopio spaziale Hubble, ci mostra questo lontanissimo ammasso di  14 galassie (gli altri oggetti visualizzati sono molto più vicini ma sulla stessa linea di visuale). Dato che la luce che proviene da esso ha impiegato 12 miliardi di anni per raggiungerci, possiamo dire che stiamo guardando una regione di universo giovane, nato appena 2 miliardi di anni dopo il Big Bang.
L’ammasso si trova davanti al quasar Q0000-263 nella costellazione dello Scultore. I quasar, che probabilmente sono nuclei di galassie attive, ci possono servire da "fari" per individuare gli ammassi di galassie primordiali.
L’immagine è stata ripresa dalla camera WFPC2 il 6 settembre 1994. L’esposizione di 4,7 ore ci consente di rilevare oggetti di magnitudine 28,5.
[destra]
Questo ingrandimento mostra una delle più lontane galassie rilevate fino ad ora (è la macchia di luce più piccola che si trova a destra del centro dell’immagine) e dista 12 miliardi di anni luce (redshift z=3,330). La galassie si trova a 300 milioni di anni luce davanti al quasar Q0000-263 (z=4,11) visibile come l’oggetto più grande a sinistra, dotato di raggi. La galassia è stata identificata proprio perché assorbe una parte della luce del quasar. Il suo spettro ci rivela che è in atto un intenso processo di formazione stellare.

Credit: Duccio Macchetto (ESA/STScI), Mauro Giavalisco (STScI).


C- Alcune istantanee di galassie di varie età

Questa sequenza di immagini Hubble di remote galassie ci fornisce una prima allettante indicazione riguardo la loro evoluzione.

[prima colonna da sinistra]
Si tratta di tradizionali galassie a spirale ed ellittiche che costituiscono le due categorie di base dei raggruppamenti di stelle del nostro universo attuale (14 miliardi di anni dopo la sua nascita avvenuta con il Big Bang). Le galassie ellittiche contengono stelle più vecchie mentre le galassie a spirale contengono, nelle regioni ricche di polvere della loro struttura a disco, un’intensa attività di formazione stellare. La nostra Via Lattea è una tipica galassia a spirale che si trova alla periferia dell’ammasso della Vergine. Entrambe le galassie di questa prima colonna distano da noi soltanto poche decine di milioni di anni luce e quindi rappresentano l’attuale stadio evolutivo dell’universo.

[seconda colonna da sinistra]
Queste galassie facevano parte di ricco ammasso quando l’universo aveva un’età pari ai due terzi dell’età attuale. Le galassie ellittiche (immagine superiore) appaiono già completamente evolute perché assomigliano molto a quelle attuali. Alcune galassie a spirale invece, hanno un’aspetto un po’ confuso, con bracci non ben delimitati costituiti da regioni di formazione stellare. La popolazione di galassie a spirale sembra essere disturbata forse a causa di effetti dinamici che risultano dalla densità degli ammassi cui fanno parte.

[terza colonna da sinistra]
Le caratteristiche strutture a spirale appaiono più vaghe e disturbate nelle galassie che esistevano quando l’universo aveva un’età pari ad un terzo dell’età attuale. Questi oggetti non hanno la simmetria delle galassie a spirale attuali e contengono regioni irregolari di attività stellari esplosive.
Comunque, persino tra questi oggetti così lontani nel tempo, si riconoscono le galassie ellittiche (riquadro superiore) anche se la distinzione tra galassie ellittiche e a spirale si fa via via meno chiara con l’aumento della distanza.

[colonna a destra]
Questi lontanissimi e primordiali oggetti avevano un’età pari ad un decimo dell’età dell’attuale universo. La distinzione tra galassie a spirale e galassie ellittiche non esiste ancora anche se l’oggetto del riquadro superiore ha il profilo di una galassia ellittica matura.
E’ un’altra conferma che le ellittiche si sono formate molto presto mentre le galassie a spirale hanno richiesto molto più tempo.

Credit: A. Dressler (Carnegie Institutions of Washington), M. Dickinson (STScI), D. Macchetto (ESA/STScI), M. Giavalisco (STScI).
 

D- I perduti  antenati della Via Lattea

Questa immagine riprende la porzione centrale di un remoto ammasso di galassie (CL 0939+4713) come appariva quando l’universo aveva un’età pari ai due terzi dell’età attuale. L’alta risoluzione del telescopio spaziale Hubble consente agli astronomi di studiare, per la prima volta, la forma di galassie così antiche. Infatti l’immagine ha una sufficiente nitidezza per poter distinguere tra varie forme di galassie a spirale. Gran parte di esse presentano forme bizzarre causate probabilmente dagli intensi effetti gravitazionali tipici dell’ambiente di un ammasso molto ricco di galassie. Il telescopio Hubble ha rilevato anche un certo numero di misteriosi "frammenti" di galassie dispersi nell’ammasso.
Questi dati confermano che gli ammassi di galassie di miliardi di anni fa contenevano non solo i tipi di galassie che appaiono anche negli ammassi attuali ma anche che le galassie a spirale erano molto più numerose. Come è evidente dalle immagini Hubble, molte di queste galassie a spirale sono successivamente scomparse in seguito a collisioni e disturbi gravitazionali.

L’immagine è stata ripresa utilizzando la camera WFPC2 in modalità Wide Field, il 10 e il 12 gennaio 1994.

Credit:  Alan Dressler (Carnegie Institution) e NASA.
 

Alcuni testi di approfondimento:

La formazione delle galassie

La forma delle galassie

Il paradosso: galassie "adulte" nell’universo "bambino".