News originale in inglese: 1994-45 - Immagini e filmati

  

HST rileva emissioni di aurore polari dopo l’impatto K

Questa immagine nell’ultravioletto lontano mostra archi aurorali comparsi a medie latitudini nord dopo l’impatto del frammento K. La regione di impatto è al margine sinistro, seguita, da sinistra a destra, dalle zone di impatto dei frammenti C, A ed E.

L’immagine è stata ripresa il 19 luglio 1994, 45 minuti dopo l’impatto del frammento K e mostra emissioni aurorali simili ad archi presso il margine occidentale (sinistro) più evidenti nell’emosfero nord ma presenti anche nell’emisfero sud.

Gli archi si pensa vengano prodotti da particelle cariche, come nel caso delle comuni emissioni aurorali, ma stranamente hanno una durata limitata (meno di un’ora) e si trovano a latitudini insolitamente basse. Probabilmente queste anomalie sono state prodotte dall’impatto del frammento K, anche se la parte più brillante delle aurore si trova nell’emisfero opposto al luogo di impatto, alla distanza di circa 100.000 km.

La sovrapposizione delle linee del campo magnetico mostra il percorso delle particelle cariche nei pressi di Giove (il modello è stato ricavato in base alle misure delle sonde Pioneer e Voyager). 

Le aurore polari si producono quando un flusso di particelle elettricamente cariche, intrappolate nel campo magnetico di Giove, sfugge e collide con l’idrogeno molecolare presente nell’alta atmosfera rendendolo luminescente.

In base al confronto con i dati dal satellite per raggi X ROSAT, ottenuti durante l’impatto del frammento K, si è rilevato che l’anomalia nell’emosfero nord è stata più intensa in concomitanza con l’impatto, poi si è affievolita. Se le immagini di HST fossero state riprese al tempo esatto dell’impatto K avrebbero probabilmente mostrato archi aurorali ben più luminosi.

L’immagine è stata ripresa con la Wide Field Planetary Camera-2 a lunghezze d’onda ultraviolette (1300-2100 Angstroms).

Queste osservazioni della cometa Shoemaker-Levy 9 con il telescopio spaziale Hubble sono state condotte da John T. Clarke (U. of Michigan)