News originale in inglese: 1994-09 - Immagini e filmati

  

Eta Carinae: una stella sull’orlo della distruzione

Un’immagine a colori naturali della nebulosità che circonda la stella Eta Carinae, ripresa dalla Wide Field Planetary Camera 2 (WFPC-2).

Lo strumento è stato installato nel corso della missione STS-61 dello Space Shuttle, per rimediare all’aberrazione ottica di cui soffre lo specchio primario di HST.

Eta Carinae è una stella visibile dall’emosfero australe nella costellazione della Carena. La sua massa è circa 150 volte quella del Sole ed è 4 milioni di volte più luminosa di esso. Si tratta di una stella altamente instabile, che è soggetta a violenti aumenti di luminosità. l’ultimo dei quali è avvenuto nel 1841. In quell’occasione, nonostante la stella si trovi ad oltre 10.000 anni-luce di distanza, divenne la seconda stella più luminosa del cielo.

Le osservazioni del telescopio spaziale prima della riparazione mostravano nuovi dettagli nel guscio di gas in rapida espansione attorno alla stella, ma le strutture del materiale vicine alla stella rimanevano confuse a causa dell’aberrazione. Dopo la riparazione, invece, le immagini eccezionali per risoluzione permettono di sondare le regioni vicine alla stella.

L’immagine risulta dalla combinazione di tre diverse esposizioni nel rosso, nel verde e nel blu. La luminescenza rossa che circonda la stella è dovuta al materiale emesso durante l’evento esplosivo dello scorso secolo. Il gas, prevalentemente composto da azoto, si sta espandendo alla fantastica velocità di 3,5 milioni di km/h.

Anche la nebulosità brillante nei pressi della stella è costituita da materiale espulso dalla stella, ma è polveroso e riflette la luce dell’astro. La nuova immagine mostra chiaramente una struttura bipolare, il lobo di destra si espande nella nostra direzione, quello di sinistra si allontana. I noduli di materiale sono grandi all’incirca come il nostro sistema solare.

Precedenti modelli di queste nebulose bipolari suggeriscono che un disco denso impedisca al materiale di defluire, per cui l’emissione è rivolta in direzione dei poli.

Le osservazioni di Eta Carinae con il telescopio spaziale Hubble sono state condotte da J. Hester (Arizona State University).