Salve, sono curioso di capire se le ipotesi di un rallentamento della rotazione terrestre sul proprio asse sia fondata o meno. Qualcuno sta diffondendo notizie riguardo un rallentamento di tipo logaritmico. Sono reali queste affermazioni? Questi eventuali rallentamenti possono essere misurati in modo scientifico? Grazie Renato

Il rallentamento della rotazione terrestre è più di un’ipotesi, è certezza.
Per i dettagli storici, cui accennerò brevemente in conclusione, rimando ad un’altra mia risposta sul tema (risposta n. 11640). Qui mi concentrerò sull’aspetto fisico della questione.
La Luna esercita un’attrazione sulla Terra che si manifesta principalmente nelle maree. L’attrito di natura viscosa che si instaura tra le masse liquide e gli zoccoli continentali della crosta terrestre dissipa energia cinetica (trasformandola in calore, né più né meno di cosa si ottiene sfregando due oggetti tra loro). Per il principio di azione e reazione (terzo principio della dinamica) la Luna subisce una spinta che la ricaccia indietro provocandone un allontanamento.
Il sistema Terra-Luna possiamo considerarlo, in prima approssimazione, un sistema isolato. Si tratta di un’approssimazione grossolana. Passi per le influenze planetarie che sono effettivamente assai modeste, ma non certo per quelle solari, visto che gli orbitiamo intorno (e non a caso il contributo del Sole alle maree è consistente). Ad ogni modo, per il discorso che dobbiamo fare, considerare il sistema Terra-Luna isolato tiene bene il confronto. Esiste un principio che va sotto il nome di conservazione del momento angolare, secondo il quale, in un sistema isolato, il momento angolare si mantiene costante (si conserva uguale, appunto). Il momento angolare complessivo è dato dalla somma (Σi) del prodotto di tutte le masse in gioco (mi ) moltiplicate per il quadrato della distanza (il raggio, r) dal punto centro di rotazione per la velocità angolare (dθ/dt). Il momento angolare è una grandezza vettoriale ma nella fattispecie possiamo considerare che i singoli contributi in prima approssimazione siano paralleli tra loro e ragionare solo sui moduli. In formule:

Σi=mi ri 2 . dθ/dt

Contribuiscono la Terra, che ruota attorno al proprio asse e la Luna che ruota attorno all’asse della Terra, intanto che ruota anche intorno a sé (non a caso a noi terrestri mostra sempre la stessa faccia). Fatti i debiti conti, al tasso con cui si allontana la Luna, il valore del momento angolare complessivo tenderebbe ad aumentare (aumenta la distanza, r) se non fosse compensato da una conseguente diminuzione da un’altra parte. Chi rallenta? il rallentamento è della Terra, non ci sono altri protagonisti! In maniera molto naif si può anche immaginare che le maree innalzate dalla Luna schiaffeggiano le zolle continentali frenandole nel loro moto di rotazione e provocando dunque il rallentamento della Terra.
La prova certa, seppur indiretta, del rallentamento della Terra, si è avuto dopo che gli astronauti delle missioni Apollo hanno lasciato sulla Luna degli specchi coi quali calcolare, istante per istante, la distanza della Luna. Ebbene: la Luna si allontana ad un ritmo di qualche centimetro all’anno.

Ma prima ancora di prove indirette ne esistevano già di dirette. Andando a scartabellare tra le testimonianze storiche si trova che Talete di Mileto, sulle coste ioniche, aveva osservato nel 585 a.C. un’eclissi di Sole. Se facciamo delle simulazioni considerando che la Terra abbia ruotato sempre allo stesso ritmo, troviamo che per quella data (il 28 maggio) un’eclisse ebbe sì luogo, ma Talete non l’avrebbe potuta vedere perché sarebbe dovuta cominciare dopo il tramomto del Sole.
Il rallentamento accumulato nell’arco di quasi 2600 anni ha fatto perdere alla Terra circa un quarto di giro. I calcoli rigorosi mostrano un rallentamento che allunga il giorno di circa 0.0023 secondi al secolo. Per rifasare gli orologi, gli astronomi comunicano periodicamente alle stazioni metrologiche la necessità di introdurre un secondo intercalare, chiamato second leap, che viene aggiunto, a seconda delle necessità, saltuariamente il 30 giugno o il 31 dicembre.
Su un ampio intervallo di tempo possiamo considerare il rallentamento costante e quindi, la funzione che esprime la rotazione terrestre è un’equazione parabolica (del secondo ordine). In linea di principio, tuttavia, una Luna sempre più lontana eserciterà un’influenza sempre più modesta, il che costringe, su intervalli di tempo ancora più ampi, ad introdurre termini correttivi di ordine superiore (personalmente preferisco lo sviluppo in serie di una polinomiale piuttosto che logaritmi).
Tutto ciò continuerà fintanto che la Terra non mostrerà sempre la stessa faccia ad una piccola distante Luna, come già sta facendo la Luna da miliardi di anni. Allora non sarà più in grado di provocare eclissi totali di Sole, ma solo anulari. Il giorno, dalle attuali 24 ore, si sarà allungato fino a circa due mesi (secondo i miei conti, più o meno, 55 giorni).
Uno scenario inquietente per noi abituati ai nostri standard. Ma tranquilli tutto ciò non avverrà che fra centinaia di milioni di anni.