News originale in inglese: 2006-19 - Immagini e filmati

  

HST riprende la neonata Piccola Macchia Rossa di Giove

Il telescopio spaziale Hubble sta offrendo agli astronomi la visione più dettagliata di una seconda macchia rossa che sta emergendo nella superficie del pianeta Giove.
Per la prima volta nella storia, è stato possibile assistere alla nascita di una nuova macchia rossa sul pianeta gigante, distante da noi circa mezzo miliardo di kilometri.
La tempesta è grande all’incirca la metà della sua sorella maggiore, la Grande Macchia Rossa.
I ricercatori suggeriscono che la nuova macchia sia da ricollegarsi ad un imponente cambiamento climatico  nell’atmosfera di Giove.
Queste immagini sono state riprese con la Advanced Camera for Surveys l’ 8 ed il 16 aprile 2006.

Chiamata scherzosamente da alcuni astronomi "Red Spot Jr.", la nuova macchia è stata seguita da astronomi professionisti e dilettanti nel corso degli scorsi mesi. Solo HST però è riuscito ad effettuare delle riprese con un dettaglio paragonabile solo a quello delle fotografie scattate dalle sonde spaziali Voyager 1 e 2, quando sono passate vicino a Giove un quarto di secolo fa.

Prima che la macchia virasse improvvisamente colore, diventando molto simile alla Grande Macchia Rossa, il fenomeno era noto col nome di Ovale Bianco BA. Esso si è formato da tre macchie più piccole, che si sono fuse dal 1998 al 2000. Almeno una o due delle tre macchie sono rintracciabili in fotografie risalenti a 90 anni fa, ma probabilmente erano presenti su Giove da molto prima. La terza macchia infine è comparsa nel 1939.
Per confronto, la Grande Macchia Rossa è visibile da almeno 400 anni, cioè fin dalle primissime osservazioni effettuate dagli abitanti del pianeta Terra.

Vista alle lunghezze d’onda del vicino infrarosso (nello specifico, a 892 nanometri – vale a dire la banda di assorbimento del metano) Red Spot Jr. appare tanto evidente nell’atmosfera di Giove quanto la sorella maggiore.

Ciò potrebbe significare che la tempesta si eleva per chilometri al di sopra della coltre di nubi gioviane, così come fa la Grande Macchia Rossa. Alcuni astronomi pensano che la tinta rossastra sia dovuta all’aspirazione di materiale fresco dalle profondità dell’atmosfera di Giove, che poi viene alterato dall’azione dei raggi ultravioletti del Sole.

I ricercatori credono che l’immagine scattata da HST possa fornire la prova che Giove sta attraversando un cambiamento climatico globale che modificherà la temperatura media ad alcune latitudini anche di 5 gradi.
Si prevede che il trasferimento di calore dall’equatore al polo Sud si arresti a 34 gradi di latitudine australe, la latitudine alla quale la piccola macchia rossa si sta formando.
Philip Marcus dell’Università della California, Berkeley (UCB) ha previsto che gli effetti dell’interruzione sarebbero diventati evidenti circa sette anni dopo la collisione degli ovali bianchi (1998-2000).

A due team di astronomi è stato dato tempo osservativo con HST a discrezione per l’osservazione della nuova macchia rossa.

[A sinistra] — Questa immagine, ottenuta l’8 aprile 2006 con l’Advanced Camera for Surveys (canale ad alta risoluzione) mostra che la piccola macchia ha scarse nubi chiare al centro. Un intenso fenomeno convettivo, probabilmente una tempesta, è visibile come un ovale bianco a nord della piccola macchia rossa, nella scia di nubi turbolente che precede la Grande Macchia Rossa. Nel suo movimento verso Est, l’ovale dovrebbe incontrare la Grande Macchia Rossa all’inizio di luglio. L’immagine, elaborata per aumentare il contrasto, è stata ripresa in luce blu e rossa.

[A destra] — l’Hubble Advanced Camera for Surveys (canale a grande campo) ha ripreso questa immagine dell’intero disco di Giove il 16 aprile. La seconda macchia rossa appare a latitudini più australi al di sotto del centro del disco di Giove. Approssimativamente la macchia ha le dimensioni dell’intero pianeta Terra. L’immagine è stata ripresa in luce visibile e nel vicino infrarosso e per questo non rappresenta il vero colore di Giove.

Il colore rosso marca i cumuli nebbiosi di alta quota: la fascia equatoriale, la grande macchia rossa, la piccola macchia rossa e le cappe polari.