Mi interesserebbe sapere la vostra opinione sulla immagine della Madonna di Guadalupe, considerando anche la scoperta che nella pupille della madonna è impressa l’intera scena di Juan Diego che apre la sua tilma davanti al vescovo Juan de Zumárraga (per vederla occorre un ingrandimento di 2500x). Ringrazio anticipatamente.

L’immagine della Madonna di Guadalupe è una rappresentazione della Vergine Maria risalente al sedicesimo secolo. Secondo la tradizione l’immagine fu impressa miracolosamente dalla stessa Madonna sul mantello di un convertito azteco di nome Juan Diego. La Chiesa cattolica ha riconosciuto il miracolo e Juan Diego è stato canonizzato come un santo da Giovanni Paolo II il 31 luglio 2002.
Dal punto di vista scientifico tuttavia sono numerosi gli elementi che fanno pensare a un’origine tutt’altro che soprannaturale dell’immagine.

Innanzi tutto se si analizzano i dettagli della storia di Juan Diego si ritrovano molti elementi comuni sia alla tradizione cattolica che a quella azteca: segno evidente di un sincretismo religioso e quindi di un’origine culturale della narrazione. Secondariamente le caratteristiche dell’immagine rispecchiano esattamente quelli che sono i canoni iconografici con cui la Madonna viene tradizionalmente raffigurata. L’effige della Madonna è infatti molto somigliante ai classici dipinti spagnoli dell’epoca.

Infine diversi studi sperimentali condotti sull’immagine fanno pensare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che si tratti di un semplice dipinto di origine perfettamente umana. Diverse fotografie all’infrarosso mostrano alcune correzioni successive e inoltre mettono in evidenza quello che ha tutta l’aria di essere il contorno della figura: come se l’artista avesse prima fatto uno schizzo e successivamente lo avesse colorato. Anche il ritrattista Glenn Taylor, che ha esaminato l’immagine, ha evidenziato in particolare come i capelli e gli occhi della Vergine abbiano contorni piuttosto artificiali, tracciati molto probabilmente con un pennello. Queste evidenze sono in perfetto accordo con un esame del mantello che venne fatto nel 1556 durante il quale venne dichiarato che l’immagine “venne dipinta ieri da un indiano”, specificando “il pittore indiano Marcos” che probabilmente era l’artista azteco Marcos Cipac d’Aquino che operava in Messico nel sedicesimo secolo.
Un ulteriore studio venne condotto segretamente nel 1982 dall’esperto di restauro José Sol Rosales. Rosales esaminò la stoffa con un stereomicroscopio e osservò che la tela risultò essere una mistura di lino e canapa o fibra di cactus. L’immagine apparve essere stata realizzata utilizzando un numero limitato di pigmenti ben noti in campo pittorico: bianco a base di solfato di calcio, nero fumo, rosso carminio, blu, verde e altre “terre” colorate. Rosales concluse che l’immagine non aveva affatto un’origine soprannaturale ma era invece il lavoro di un artista che usò i materiali e metodi tipici del sedicesimo secolo. Recenti studi hanno inoltre mostrato che mentre l’immagine risale effettivamente al sedicesimo secolo, non molto tempo dopo la conquista spagnola, la leggenda di Juan Diego risalirebbe a circa una secolo dopo.

È infine significativo il fatto che diversi studiosi cattolici, incluso il primo amministratore della basilica di Guadalupe Monsignor Guillermo Schulemburg, abbiano avanzato seri dubbi circa la reale esistenza storica di Juan Diego. La cosa curiosa è che anche dopo la proclamazione a santo di Juan Diego, persino il segretario della congregazione vaticana delle cause dei santi, l’arcivescovo polacco Edward Nowak, ha espresso chiaramente la sua posizione, dichiarando: “Sull’esistenza di questo santo si sono sempre avuti forti dubbi. Non abbiamo documenti probatori ma solo indizi. […] Nessuna prova presa singolarmente dimostra che Juan Diego sia esistito”.

E veniamo infine all’affermazione secondo la quale nelle pupille della Madonna si vedrebbero alcune immagini, compreso lo stesso Juan Diego. I forti ingrandimenti cui sono state sottoposte le pupille fanno emergere molte figure casuali dalla forma indefinita.


Ingrandimento dell’occhio della Vergine: uomo con la barba o pareidolia?


Un ulteriore ingrandimento.

Qui subentra la tendenza tipica della umana di riconoscere figure di senso compiuto anche in immagini totalmente prime di significato. Il fenomeno si chiama tecnicamente “paraeidolia” ed è alla base del gioco che si fa da bambini che consiste nell’individuare forme di senso compiuto guardando le nuvole in cielo. Come è stato ampiamente dimostrato in molte presunte apparizioni miracolose, è il desiderio di credere che porta i fedeli a vedere ciò che vogliono vedere.

Nota: buona parte delle informazioni contenute in questa risposta sono tratte dall’articolo di Joe Nickell “’Miraculous’ Image of Guadalupe”, disponibile in rete all’indirizzo: www.csicop.org/sb/2002-06/guadalupe.html. In esso si possono trovare anche i riferimenti bibliografici degli studi citati.