Un’analisi chimica eseguita su un’acqua minerale, per essere validata deve avere il computo degli anioni uguale al computo dei cationi o entro un certo errore percentuale. E’ giusto considerare nel computo degli anioni anche la silice determinata per via spettrofotometrica tenuto della sua concentrazione che a volte oltre i 20 mg/l. Generalmente la sua presenza in quale forma dissociata si trova?

Per ragioni di elettroneutralità, il numero di equivalenti
degli anioni deve corrispondere al numero di equivalenti di cationi in
soluzione, il che equivale a dire che il numero di cariche positive deve
essere uguale al numero di cariche negative. Più precisamente, gli equivalenti
di anioni e cationi devono essere non significativamente differenti considerando
le rispettive varianze. La varianza associata al numero di equivalenti
di specie cationiche (se sono stati determinati indipendentemente), è
pari alla somma dei quadrati delle varianze del numero di equivalenti
di ogni singolo catione, ed analogamente vale per gli anioni.

In tale computo e necessario
considerare ogni specie carica, anche gli ioni H3O+,
che non sono comunemente riportati nel computo dei cationi, ma per i quali
viene specificato l’inverso del logaritmo della loro concentrazione, ovvero
il pH della soluzione. Tuttavia l’acqua minerale ha un pH prossimo a 7
e pertanto la concentrazione di ioni H3O+ è tale
da poter essere trascurata nel computo delle cariche.

Per quanto riguarda la silice,
essa è di per sé un composto insolubile e neutro. Nelle etichette dell’acqua
minerale spesso viene indicato il contenuto di SiO2, ma in
soluzione sono presenti ioni SiO44- (ortosilicato).
La silice è pertanto considerata come riferimento, e la sua quantità viene
riportata in grammi per un numero di equivalenti pari agli equivalenti
complessivi di ioni ortosilicato presenti nella soluzione. In maniera
del tutto analoga, per specificare la durezza dell’acqua, si considera
una quantità (in grammi) di CaCO3 pari, come numero di equivalenti,
alla quantità di ioni calcio e magnesio della soluzione. Quella quantità
calcolata di CaCO3 è la durezza dell’acqua in gradi francesi,
considerato che 10 g di CaCO3 = 1 °F.