Perché il mese di febbraio ha 28 giorni e perché è stato scelto per l’aggiunta del 366esimo giorno dell’anno bisestile?

Il calendario moderno trae le sue origini da quello egiziano tramite la versione introdotta a Roma da Giulio Cesare.
Il calendario romano precedente era il cosiddetto “Calendario di Numa” che contava 6 mesi di 30 giorni e 6 di 29, coprendo così l’anno lunare (354 giorni).Per tener conto del periodo solare e, quindi, delle stagioni, ogni due anni si aggiungeva un mese intercalare, detto “mercedonius”, alternativamente di 22 e 23 giorni. In tale modo gli anni avevano una durata media di 365,25 giorni.
Al tempo dei Decemviri (V° secolo a.C.) venne aggiunto un giorno al periodo fisso che passò quindi da 354 a 355 giorni. Ai mesi di “martius”, “maius”, “quintilis” e “october” furono assegnati 31 giorni ed ai rimanenti 29 giorni, con l’eccezione di “februarius” che ne ebbe solo 27.
Nel II° secolo a.C. il “mercedonius” confluì in “februarius” e le ripartizioni dei giorni portarono questo mese ad averne 28.
Verso la metà del I° secolo a.C. Giulio Cesare, di ritorno dalla Campagna d’Egitto, promulgò la riforma del calendario elaborato dall’astronomo alessandrino Sosigene. Venne così introdotto un ciclo di 4 anni nel quale i primi tre, detti “comuni”, contavano 365 giorni mentre il 4° anno, detto “bisestile”, ne contava 366.
Il giorno aggiuntivo venne inserito tra il 24 ed il 25 februarius come “giorno ripetuto”. Legalmente l’anno bisestile contava ugualmente 365 giorni in quanto il 24 februarius consisteva di due giorni naturali riuniti in un unico giorno legale. Il giorno aggiuntivo non prendeva infatti alcun posto nella numerazione progressiva ma veniva indicato come la ripetizione, cioè il “bis”, del giorno precedente. Siccome il 24 februarius era la “dies sexta ante calendas martias” (il sesto giorno prima delle calende di marzo) da ciò derivò il termine “bis-sextus” o “bissextilis” che in seguito divenne “bisestile” ad indicare, più genericamente, l’anno con il giorno aggiuntivo.

Tuttavia, a causa di una errata interpretazione del
bisestile (veniva aggiunto ogni 3 anni anziche’ 4) in un trentennio si era
creato uno sfasamento di 3 giorni. Se ne accorse Ottaviano che
riparò lo scarto e dichiarò il sextilius augustus (come quintilius era divenuto luglio), ma per non essere da meno dell’autore del De bello gallico, volle che anche il proprio mese avesse 31 giorni (mentre prima ne aveva solo
30). D’altra parte settembre aveva 31 giorni, quindi avere 3 mesi consecutivi
di 31 giorni sarebbe stato brutto. Pertanto settembre, ottobre, novembre e dicembre si scambiarono

la durata da 30 a 31 giorni e viceversa. Da allora non si sono
avuti più cambiamenti (a parte il taglio di 10 giorni nell’ottobre 1582).

Ringrazio Lorenzo Brandi per gli utili suggerimenti.