Ho sentito parlare di magneti per il sollevamento definiti “elettropermanenti”. Vorrei sapere quali principi regolino tali macchine e se esista della documentazione scientifica in proposito al fine di poterne valutare le prestazioni.

I magneti elettropermanenti, usati, come detto, sopratutto per sollevamento, sfruttano il magnetismo residuo proprio del cicli di isteresi dei materiali ferromagnetici.

Se il materiale e’ stato magnetizzato in zona non lontana dalla saturazione, all’annullarsi di H (cioe’ della corrente eccitatrice) il campo B non si annulla, anzi, ne puó restare una bella fetta in dipendenza da:

a) Natura dell’acciaio

b) Intensità del campo raggiunta nella fase di eccitazione

c) Temperatura

A questo punto l’eccitazione elettrica puó cessare, ma la forza di attrazione resta significativamente alta e si puó quindi continuare a tenere sollevato il carico senza piu’ necessita’ di alimentazione.

Il carico si rilascia smagnetizzando il magnete elettropermanente. A questo scopo si applica alla bobina di eccitazione una corrente alternata decrescente nel tempo. Cio’ fa “percorrere” al materiale cicli di isteresi sempre piu’ piccoli e sempre piu’ prossimi all’origine degli assi (H = 0, B = 0).

Questo ciclo di smagnetizzazione puo’ richiedere, nei casi reali, qualche minuto secondo.

P.S.
Cercando “magneti elettropermanenti” su Google si ottengono parecchi riferimenti a fornitori e, in qualche caso, alle loro caratteristiche.