La maschera di Hartmann (mdH), nella sua forma più semplice, è un tappo
da porre davanti al telescopio, nel quale sono ricavati due o più fori
(di norma di diametro 1/5-1/8 dello strumento a piena apertura, e
separati tra loro il più possibile). È utile per mettere a fuoco,
soprattutto con dispositivi di ripresa quali CCD, videocamere, macchine
fotografiche, specie con lunghe focali. Pochi osservatori la utilizzano
visualmente. Funziona in modo semplicissimo. Si punta una stella
abbastanza brillante e si osserva l’immagine ripresa, o si guarda nel
mirino della macchina fotografica. Quando il telescopio non è
perfettamente a fuoco, ogni foro produce un’immagine (grande e sfocata)
della stella. Mano a mano che ci si avvicina al fuoco, le varie
immagini divengono più piccole, più brillanti e si avvicinano tra loro.
Quando coincidono, il telescopio è a fuoco.
Ricordiamo
che tutti i soggetti astronomici, dalla vicina Luna alla più lontana
galassia, sono all’infinito per qualsiasi telescopio, e quindi, messa a
fuoco una stella qualsiasi, è a fuoco ogni altro soggetto (questo non è
detto sia vero per l’occhio umano, ma come detto la mdH si usa
soprattutto per “sensori”, siano essi elettronici o chimici).
L’uso della mdH (normalmente realizzata con un semplice cartoncino) apporta
diversi vantaggi, tra cui:
- Minore
dipendenza dal seeing (turbolenza atmosferica). Se invece di un
telescopio da 60 cm metto a fuoco usando una mdH con due fori da 8 cm,
la tolleranza al seeing sarà quella di un telescopio da 8 cm,
enormemente meno soggetto a mostrare immagini instabili rispetto allo
strumento usato a piena apertura. - Possibilità di “quantificare” la sfocatura. Per esempio, se si
vedono le immagini toccarsi e ci vogliono tre giri del manettino della
messa a fuoco per produrre un’uguale sfocatura dall’altra parte, il
fuoco migliore sarà un giro e mezzo “indietro”. - Messa a fuoco molto precisa in tempi brevi.
In telescopi grandi la MdH può essere posta presso lo specchio secondario invece che come tappo, con identico risultato.
Il
numero e la disposizione dei fori varia, anche un po’ in base alla
fantasia degli utenti. La maschera più classica ha due fori a 180°, ma
anche 3 a 120° sono una soluzione comune. Alcune maschere asimmetriche
(due fori grossi a 180° e uno piccolo a 90°) permettono di riconoscere
a prima vista da che parte bisogna muovere la messa a fuoco, ma si
tratta di finezze.
Esiste
anche un tipo completamente diverso di mdH, con disegno complesso,
simile al disegno “tracce/settori” di un disco, con una sola finestra
per “traccia” aperta. Permette, al banco ottico, di testare
indipendentemente le varie zone di uno specchio, per individuare le
zone che necessitano di correzione di lavorazione.