I batteri modificati geneticamente usati nella depurazione delle acque sono batteri non patogeni che appartengono a vari generi tra cui: Saccaromyces, Streptomyces, Azotomonas, Cladosporium. Troviamo inoltre anche batteri fotosintetici.
Questi batteri sono conservati liofilizzati e si risvegliano in presenza di determinate condizioni di umidità, di luce e di temperatura.
L’azione simbionte di questi microrganismi determina un aumento della riproduzione biologica e della secrezione enzimatica, sia nei processi aerobici che anaerobici a spese della componente inquinante organica. Vi è inoltre una forte produzione di Vitamine del Gruppo B, che favoriscono la riproduzione cellulare e di conseguenza fanno accelerare la velocità di Biodegradazione, con limitata richiesta di ossigeno e quindi di energia.
Questi batteri producono antibiotici determinando un elevato antagonismo nei confronti dei microrganismi patogeni e di quelli che ritardano e ostacolo il processo depurativo, come i Batteri Filamentosi.
Tale azione si verifica sia nei processi a Fanghi Attivi Aerobici che Anaerobici, nei processi di Compostaggio per il loro sperimentato antagonismo nei confronti di: Virus, Vibrioni, Escherichia coli e Salmopnella typhi, Shigella dysenteriae e sonnei, Salmonelle ecc.
I batteri geneticamente modificati, usati nella depurazione, utilizzano gli acidi grassi come donatori di Idrogeno, evitando molti problemi legati alla presenza di questi prodotti nelle tubazioni di trasporto e nei pozzetti di raccolta nonché a quelli provocati dalla formazione di saponi quali la schiuma e la flottazione nei sedimentatori. Per questi motivi vengono utilizzati nei processi depurativi per ottenere elevati rendimenti quantitativi, qualitativi ed economici.