News originale in inglese: 2005-18 - Immagini e filmati

  

Gli occhi della NASA nello spazio si concentrano sul bersaglio del Deep Impact

Il 4 giugno, la navicella spaziale Deep Impact della NASA farà il tentativo straordinariamente coraggioso di incontrarsi con la cometa Tempel 1, molto distante e lanciata nello spazio a diecimila miglia per ora. E se questo non fosse abbastanza ardito, la grandezza della cometa, la forma e le altre caratteristiche non sono del tutto conosciute.
 
Due occhi della NASA nello spazio, il telescopio Spitzer e il telescopio spaziale Hubble, hanno aiutato gli scienziati a preparare l’incontro con la cometa.
 
Dalle loro orbite alte sopra la Terra, i telescopi hanno osservato Tempel 1 all’inizio del 2004. Insieme hanno dato le migliori stime di grandezza, forma, potere riflettente e velocità di rotazione. Questi dati possono aiutare Deep Impact a scattare delle fotografie dello spettacolare incontro e ad aumentare la probabilità di realizzare il contatto con la cometa.
 
"Ogni piccolo aggiustamento ai nostri modelli di Tempel 1è cruciale per colpire il bersaglio e stabilire i tempi di esposizione della macchina fotografica" ha sostenuto il Dr. Carey Lisse della Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory, Laurel, Md. Lisse è il capo del gruppo che studia Tempel 1 con il telescopio Spitzer.
 
Le precedenti osservazioni di Tempel 1, fatte con un telescopio dalla Terra, indicano che la cometa è scura ed oblunga, con una larghezza di poche miglia. Spitzer e Hubble hanno rielaborato queste misure, rivelando una cometa scura e opaca di circa 15 per 4 kilometri.
 
"Spitzer è stato cruciale nel precisare le dimensioni della cometa" ha detto il Dr. Michael A’Hearn, University of Maryland, College Park., principale studioso delle osservazioni fatte dal Deep Impact e da Hubble. "noi sappiamo esattamente come si presenterà quando ci arriveremo", ha affermato.
 
La navicella spaziale Deep Impact è stata lanciata nel gennaio 2005. La sua missione è quella di studiare il brodo primordiale del nostro sistema solare, sigillato all’interno della cometa.
 
Il 3 giugno, mentre si avvicinava al Tempel 1, la navicella spaziale si separerà in due parti. Il modulo "Impactor" avrà il difficile compito di piazzarsi nella scia della veloce palla di neve, mentre la sonda flyby si allontanerà, in modo da avere una visione dell’evento "dal bordo del ring".
 
Dopo che l’Impactor sarà liberato, il suo software specializzato lo farà dirigere verso la parte del nucleo di Tempel 1 illuminata dal sole. Per programmare il software, chi ha pianificato la missione nel Jet propulsory Laboratory (JPL) doveva conoscere la grandezza ed il grado di riflessione della superficie di Tempel 1. Dato che la superficie non può essere osservata direttamente, per misurarne la grandezza gli scienziati si sono basati sugli occhi ad infrarossi di Spitzer.
Quando si osserva con la luce visibile e da molto lontano una cometa, si può vedere solo la luce riflessa; così una cometa grande e scura può essere simile ad una cometa piccola ma che riflette molto. Coi raggi infrarossi si misura il calore irradiato dalla cometa, ricavando una visione corretta della sua grandezza.
Una volta che è stata nota la grandezza di Tempel , gli scienziati hanno potuto calcolare il potere riflettente della superficie. Con Hubble si è calcolata la quantità di luce visibile riflessa e si è scoperto che Tempel 1 riflette solo il 4 % della luce solare che gli arrivare.
"Se conosciamo la riflessione sappiamo anche come preparare le nostre telecamere" ha detto Lisse "Come per i fotografi, per noi è importante conoscere il soggetto prima di fotografarlo".
La forma di Tempel 1 e il tempo di rotazione di due giorni sono stati ricavati da osservazioni di lungo termine fatte con vari telescopi, incluso Hubble, Spitzer e il telescopio di 2.2 metri dell’Università delle Hawai a Manue Kea.
Oltre alle immagini della sonda flyby, almeno altri 30 telescopi nel mondo, incluso Spitzer, Hubble e l’Osservatorio Chandra a raggi X, osserveranno lo spettacolare impatto. Dall’analisi del materiale che uscirà dal centro della cometa, la rete mondiale dei telescopi redigerano un elenco delle materie prime che sono servite a formare i pianeti nel nostro sistema solare.