L’episodio di presunta possessione demoniaca ricordato dal lettore è abbastanza noto nella letteratura specifica. Ad esempio, viene descritto nel libro del demonologo cattolico Mons. Corrado Balducci “La possessione diabolica” (Ed. Mediterranee, 1986) e in altre pubblicazioni. I lettori che volessero conoscere i fatti, così come sono raccontati da chi crede a un reale interveto demoniaco, possono leggere il resoconto nel seguente sito (dichiaratamente cattolico):
www.entraevedi.org/racconto_intervista_prima_parte.htm
A chi non è condizionato da una fede religiosa e vuole indagare con occhio critico la vicenda, certe affermazioni del racconto appaiono assolutamente non credibili. A parte i dettagli specifici dell’episodio, nel caso di Piacenza si ritrovano tutti le caratteristiche classiche delle presunte possessioni demoniache e che sono stati puntualmente elencate dal lettore nella sua domanda. Purtroppo però (o per fortuna) occorre affermare che i cinque punti indicati dal lettore non hanno mai retto a una indagine scientifica accurata. Essi si ritrovano costantemente solamente nei racconti aneddotici e non hanno mai ricevuto una conferma convincente dal punto di vista scientifico. Molte delle manifestazioni considerate di origine demoniaca trovano infatti una adeguata interpretazione di tipo antropologico, psicologico e psichiatrico.
La resistenza agli psicofarmaci da parte dei presunti indemoniati non è mai stata dimostrata (anche se, come è noto, la risposta a un dato farmaco può essere molto diversa da soggetto a soggetto e, per uno stesso soggetto, può dipendere da molti fattori). Per quanto riguarda la straordinaria forza fisica che viene attribuita agli indemoniati, è ben noto che alcuni stati patologici possano, per brevi periodi, dare origine ad una forza superiore. Tuttavia, nell’indemoniato questa forza non va mai al di là delle normali leggi fisiologiche. L’aumento di forza fisica è perfettamente interpretabile in termini di scariche di adrenalina nel sangue del soggetto a causa dello stato di agitazione in cui si trova. L’avversione al sacro ha sicuramente un’origine culturale. Mi spiace contraddire il lettore, ma non è mai stata fornita alcuna dimostrazione del fatto che un presunto indemoniato possa distinguere tra oggetti consacrati e non. Nessuna prova in doppio cieco è mai stata fatta a tale proposito: l’indemoniato reagisce alla vista di oggetti sacri solo se è convinto che lo siano. Anche la capacità di esprimersi in lingue sconosciute non è mai stata dimostrata. Certe espressioni dell’indemoniato appaiono lingue sconosciute solamente a chi non le conosce. Di solito, infatti, queste lingue vengono identificate come aramaico, sanscrito, antichi dialetti, ecc. che ben poche persone conoscono. Non è mai accaduto che l’indemoniato si esprimesse con una lingua a lui sconosciuta ma ben nota ad altri come l’inglese, il tedesco, il russo ecc. Studi accurati hanno infatti evidenziato che quello degli indemoniati è semplicemente un linguaggio privo di alcun senso, che utilizza i fonemi fondamentali della propria lingua, con un codice molto ristretto simile a quello dei bambini nelle prime fasi di vocalizzazione e intercalato a parole straniere di conoscenza universale. L’attribuzione di un senso alle parole dette viene fatta, con molta probabilità, a posteriori dagli ascoltatori che, presi dalla suggestione, vedono affievolite le proprie capacità critiche. Infine nessun fenomeno di levitazione di corpi o oggetti è mai stata documentato in modo convincente. Come sempre accade in questi casi ci si dimentica di applicare l’importante regola secondo la quale “affermazioni straordinarie richiedono prove altrettanto straordinarie”.
Il fenomeno della possessione demoniaca è completamente interpretabile da un punto di vista antropologico e psichiatrico e in esso non vi è proprio nulla che non possa essere spiegato in termini perfettamente normali, senza bisogno di tirare in ballo il soprannaturale. Esso è innanzi tutto un fenomeno culturale legato alle credenze del soggetto e dell’ambiente in cui vive. Non è mai accaduto che un cristiano si sentisse posseduto da uno spirito maligno di un altra religione o che uno sciamano fosse posseduto dal demonio cristiano. Ogni presunto episodio di possessione demoniaca rispecchia esattamente le caratteristiche culturali e l’insieme di credenze tipici dell’ambiente in cui si manifesta. Inoltre la convinzione di essere invasi da un’entità estranea è tipica di molte sindromi psichiatriche, come alcune forme di psicosi schizofreniche, nevrosi isteriche e deliri depressivi.
Per rispondere alle domande specifiche del lettore, non mi risulta che il CICAP abbia mai indagato direttamente su casi di presunta possessione demoniaca. Tuttavia esistono diversi studi seri in proposito le cui conclusioni ho cercato di sintetizzare in quanto scritto sopra. Il lettore invita il CICAP ad occuparsi del problema. Sicuramente se capiterà l’occasione lo farà di buon grado. Per quanto riguarda il caso di Piacenza, come lo stesso lettore osserva, è molto difficile fare indagini su episodi accaduti più di ottanta anni fa: le uniche fonti sono i racconti e le testimonianze più o meno dirette e, per esperienza, sappiamo che entrambe le cose sono molto poco attendibili.
Per maggiori dettagli sulla possessione demoniaca si veda la pagina www.cicap.org/enciclop/at100267.htm e la bibliografia in esso riportata.
Nota:Desidero ringraziare il Dott. Armando De Vincentiis, psicologo, per le utili informazioni da lui fornitemi, relativamente all’argomento trattato.