i conservanti presenti nei cibi possono danneggiare in maniera piu o meno grave la flora intestinale o magari un tipo particolare di flora intestinale o comunque influenzarne l’azione ?

Non e' facile rispondere a questo quesito in maniera generale in quanto un additivo o un conservante, normato, e' approvato per la commercializzazione previa verifica che non sia dannoso, anche in caso di uso ripetuto. Additivi, carry over, tra cui conservanti, peraltro numerosissimi nella comunita' europea, sono oggetto di controllo da parte di disposizioni comunitarie. Per citarne alcune (lista non esaustiva):
 
Reg. CE 1334/2008
Reg. CE 1333/2008
Reg. CE 1332/2008
Reg. CE 1331/2008
 
Ne vengono regolate le dosi, l'uso per ciascuna matrice alimentare, la formulazione stabile da immettere sul mercato, le precauzioni. Ciascun conservante può essere utilizzato in prefissate dosi in determinate categorie di alimenti.

In pratica "un conservante legale ed approvato " dalla comunita' Europea non e' dannoso se, distribuito sul mercato, esso ha superato una serie di validazione scientifiche e mediche che ne hanno valutato gli effetti in sede di uso ripetuto e prolungato, secondo stringenti protocolli comunitari.
Questo significa che un conservante e/o additivo NON deve essere dannoso; vi potranno essere dei consumatori sensibili a una sostanza, ma questo e' altro argomento.
Per le persone sensibili e vulnerabili esiste una normativa dedicata.

Una sostanza che si definisce conservante interagisce in primis con l'alimento. Esemplifichiamo: il nitrito (di sodio ad es.) largamente usato nel mondo conserviero (salumi), interagisce con il complesso emo della carne e ne impedisce l'imbrunimento enzimatico; possono esservi dei salumi che in fase di taglio e consumo non presentano nitriti residui, in quanto tutti i nitriti sono stati consumati in fase di trasformazione.

Sinceramente ignoro quali siano le interazioni biochimiche di ciascun conservante con l' intestino (anche perchè dipendono da una serie di fattori non sempre facilmente controllabili).

Come alimentarista mi focalizzo sulla reazione tra l'additivo e la matrice alimentare. E' ovvio che se un consumatore ingerisce una quantita ingente di acido sorbico (usato come antifungino in preparazioni base frutta), fa un  uso improprio dell'additivo e magari avra' bruciore di stomaco. 

L'utilizzo di un conservante non autorizzato o in quantità superiori ai limiti in Italia ricade sotto l'egida della legge 283/62, che a sua volta può portare ad individuare conseguenze penali ai sensi degli art. 517 e 515.

Forse non ho esaudito la sua curiosita' e per questo chiedo venia, ma con queste poche righe, vorrei dare un contributo per sfatare errori e bufale iperboliche su additivazioni "deplorevoli" fatte dall'industria alimentare. Grazie infinite per la possibilita' di aver espresso un parere e buon proseguimento