Desidererei sapere se pomice e ossidiana sono della stessa coimposizione. se sì, fondendo la pomice si può ottenere assidiana?

Le ossidiane e le pomici sono rocce ignee. Si formano entrambe in conseguenza di un raffreddamento rapido del fuso di origine, ma con modi e tempi totalmente differenti.

Le ossidiane sono conosciute anche con il termine di "vetri vulcanici". La pasta vetrosa massiccia che le caratterizza si forma sia in ambito subaereo che subacqueo a seguito del raffreddamento repentito delle colate dalle quali si originano, così che gli atomi non hanno tempo di organizzarsi in strutture cristalline; quello che si forma, pertanto, è un solido amorfo, cioè in cui non c'è un ordine a lungo raggio nelle posizioni degli atomi. Le ossidiane hanno bordi taglienti, frattura conoide e sono chimicamente instabili; con il passare del tempo possono infatti andare incontro ad un processo di parziale ricristallizzazione che può portare alla formazione di cristalli radiali di colore bianco o grigio (tale varietà di ossidiana è conosciuta come fiocco di neve). Il colore delle ossidiane è in prevalenza nero ed è dovuto alla presenza di ossidi di vario tipo (soprattutto ferro), sparsi nella massa vetrosa. Tuttavia ne esistono di varietà marroni, verdi, rosse e di altri colori, in dipendenza delle tipologie e del tenore di ossidi presenti. Data la mancanza di minerali riconoscibili, solo l'analisi chimica o la misura dell'indice di rifrazione possono permettere la classificazione petrografica delle ossidiane in liparitiche, trachitiche, dacitiche, andesitiche o basaltiche. La stragrande maggioranza delle rocce in esame ha composizione chimica simile a quella di graniti e rioliti (fusi acidi), mentre è più rara la compisizione simile a gabbri e basalti (fusi basici). 

ossidiana

Le pomici, anch'esse vetri vulcanici, hanno origine da fusi simili per composizione chimica a quelli dai quali si formano le ossidiane (in prevalenza acidi, più raramente basici). Ciononostante l'aspetto finale delle pomici è totalmente differente rispetto a quello delle ossidiane: ciò va ricercato nel meccanismo di raffreddamento, molto diverso nei due casi. Le pomici presentano una struttura fisica finemente porosa, con un volume occupato dai vacuoli che può raggiungere il 90% del totale. Sono spesso definite come "schiume solide" e si formano con frequenza a seguito di eruzioni vulcaniche esplosive, formando accumuli anche di notevoli dimensioni. Ogni singolo poro di un frammento di pomice testimonia la presenza di bolle di gas intrappolate al momento della formazione ed è delimitato da un sottile strato di sostanza silicatica amorfa, nella quale, così come nelle ossidiane, possono essere presenti ossidi di metallo (di alluminio, titanio, ferro, manganese e altri). La pomice è comunemente di colore chiaro ma, così come l'ossidiana, può assumere, a seconda del tenore e del tipo di ossido presente, anche altri colori (un esempio è la pomice nera delle Canarie, ricca in ossido di ferro).

pomice

 

Le ossidiane e le pomici possono aver origine, in tempi e modo molto differenti, da uno stesso apparato vulcanico. Un caso del genere, in Italia, è riscontrabile nell'isola di Lipari, porzione emersa di un grande apparato vulcanico sottomarino. Durante il quinto periodo dell'attività vulcanica lipariana (da 16.800 a 1.400 anni fa circa), si formarono a nord-est dell'isola estesi depositi di pomice e colate di ossidiana. A Gabellotto, ad esempio, l'attività cominciò con la messa in posto di grandi quantitativi di piroclastiti pomicee e terminò con la messa in posto di un imponente duomo lavico ossidianaceo. Dopo un periodo di stasi durato circa 3.000 anni, l'attività riprese dal Monte Pilato, dove una serie di eruzioni esplosive portò alla formazione di un grande cono di pomici riolitiche dal quale tracimò una estesa colata lavica di rocce rosse, ossidianacea e riolitica, che giunse fino al Tirreno.

In conclusione, sebbene ossidiane e pomici possano avere in molti casi una composizione chimica del tutto confrontabile, il processo di formazione è totalmente differente e, di conseguenza, lo è l'aspetto finale della roccia. Ipotizzando di portare a fusione la pomice a temperature superiori a 1500° e di poter così tornare al fuso di partenza e da quel fuso potrei certamente ottenere ossidiana della stessa composizione chimica (o perlomeno simile), ma esclusivamente con determinati meccanismi e tempi di formazione, non confrontabili con quelli che determinano la formazione della pomice.