Vediamo una cartina meteorologica, tratta da meteo France, per la giornata in questione.
Si vede bene che le isobare (ovvero le linee che uniscono i punti aventi la stessa pressione atmosferica) sono molto ravvicinate in prossimità del traforo. Se sono ravvicinate significa che percorrendo un breve spazio perpendicolarmente alle isobare, si ha una notevole variazione di pressione.
Il traforo del Monte Bianco unisce la Francia e l'Italia per mezzo di un tunnel stradale lungo 11,6 km. Come quasi tutti i trafori, i due estremi si trovano a quote diverse con in mezzo un punto più alto rispetto agli estremi, dunque vi è una salita seguita da una discesa. In queste condizioni aumenta il rischio che i mezzi pesanti siano sollecitati in modo pericoloso (il motore, nel tratto in salita oppure i freni, nel tratto in discesa).
Sopratutto dopo la tragedia del 1999 sono state messe in atto procedure operative per garantire che in caso di incidente, i sistemi di ventilazione riescano a smaltire i fumi.
Questo purtroppo non è garantito se la differenza di pressione tra le imboccature supera un certo livello, perché genera delle correnti d'aria interne al tunnel che ostacolano l'azione dei ventilatori.
Ecco un estratto da un comunicato stampa della GEIE-TMB, la società di gestione del traforo:
Il Piano Interno d’Intervento e di Sicurezza prevede l’attivazione di misure volte a limitare la circolazione dei veicoli in galleria quando detta differenza di pressione barometrica fra i due imbocchi del tunnel supera un valore limite.
La differenza di pressione genera una corrente d’aria interna che, quando è troppo forte, può perturbare il processo di stabilizzazione della ventilazione in galleria, normalmente mantenuta grazie a potenti dispositivi meccanici.
Le attuali procedure prevedono che al di sopra di una differenza di pressione di 750 Pascal fra i due ingressi, gli Operatori Sicurezza e Traffico debbono interrompere la circolazione dei mezzi pesanti.