Kant ha dimostrato l’indecidibilità della ragione sulle proposizioni metafisiche. In che modo la filosofia successiva a Kant, affronta il problema della decidibilità della metafisica?

Immanuel Kant

Come correttamente afferma il lettore, Immanuel Kant (nella Critica della ragion pura del 1781), sottolinea l'impossibilità di fondare una metafisica come scienza. In altre parole, di ciascuna affermazione metafisica siamo assolutamente incapaci di stabilire il valore di verità o falsità.

Nella filosofia successiva, ogni affermazione metafisica rimane, per sua natura, indecidibile. Ciò non significa tuttavia che scienza e metafisica siano completamente estranee l'una dall'altra. Osteggiata per decenni dalle concezioni positiviste e neopositiviste, la metafisica è stata in parte rivalutata dalla filosofia della scienza più recente. Già Karl Popper (in Logica della scoperta scientifica del 1934) individua nelle concezioni metafisiche (in pratica le ipotesi a priori degli scienziati) un utile serbatoio di idee, da sottoporre successivamente al controllo empirico.

Un'ulteriore rivalutazione della metafisica si ebbe con Imre Lakatos, allievo di Popper. Secondo Lakatos, le teorie scientifiche posseggono dei nuclei fondanti (nuclei euristici) indipendenti dai dati empirici e quindi di natura sostanzialmente metafisica. La sostituzione di una teoria con un'altra, inoltre, non avverrebbe necessariamente per la scoperta di nuovi dati empirici non interpretabili dalla vecchia teoria. Spesso le nuove teorie si impongono perché capaci di interpretare meglio la realtà. Lakatos (nella sua opera La falsificazione e la metodologia dei programmi di ricerca del 1970) introduce il concetto di "programma di ricerca". Esso consiste in un insieme di teorie coerenti tra loro e che accettano alcune regole metodologiche, concordate dalla comunità scientifica in una data epoca. Tali regole stabiliscono anche il nucleo euristico del programma di ricerca, ovvero quella parte delle teorie deve essere considerata, almeno provvisoriamente, inconfutabile e immutabile. Esso rappresenta il nucleo concettuale che aiuta a trovare altre teorie, nel caso in cui alcune di esse vengano confutate dall’esperienza. Secondo Lakatos, la scienza può evolversi in due modi. O si mantiene inalterato il nucleo euristico e si modificano le altre teorie (processo normale della scienza), oppure si sostituisce l’intero nucleo euristico, qualora questo risulti inadeguato per razionalizzare nuovi fenomeni (questo evento equivale alla rivoluzione scientifica di Thomas Kuhn).

Più recentemente, altri epistemologi (ad, esempio Evandro Agazzi) hanno inoltre fatto osservare una cosa interessante. Negare la metafisica equivale a sostenere che non esiste nulla al di fuori di ciò che è empiricamente accertabile (posizione tipica di quella concezione filosofica nota con il nome di "scientismo"). Tuttavia una tale affermazione è essa stessa metafisica. Infatti, fornisce un giudizio (sia pure di non esistenza) su ciò che non è empiricamente rilevabile. Sotto questo punto di vista essa appare dunque contraddittoria.

Un approfondito esame sui rapporti tra scienza e metafisica si può trovare in questa pagina.