La scienza è quella disciplina che viene costruita usando il metodo scientifico. Appena parliamo di metodo scientifico, ci viene in mente che Galileo ne fu lo scopritore. Quindi, sulla base di ciò,non si dovrebbe dedurre che la scienza sia nata tra 16°-17° secolo e che prima non c’era attività scientifica?

 Lucio Russo

Galileo è tradizionalmente considerato il padre del moderno metodo scientifico. Indubbiamente lo scienziato pisano diede contributi fondamentali in tal senso e codificò in modo esemplare e sistematico i principi metodologici su cui si basa la scienza moderna. Tuttavia, come ho già cercato di chiarire in una precedente risposta (http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=14008), Galileo non fu il primo a rendersi conto dell’importanza di un metodo d’indagine che attribuisse un ruolo centrale all’osservazione sperimentale. Prima di lui, infatti, altri autori (ad esempio Ruggero Bacone, nel XIII secolo) avevano sottolineato la necessità di ricorrere all’esperienza per studiare la realtà. Galileo fu invece il primo a rendersi conto della necessità di ricercare una nuova forma di conoscenza, non filosofica, per indagare la natura.

Qualche anno fa (1996 prima edizione e 2003 edizione ampliata) è stato pubblicato un importante libro dal titolo La rivoluzione dimenticata. Il pensiero scientifico greco e la scienza moderna. L’autore Lucio Russo, professore ordinario di Calcolo delle probabilità all’Università di Roma II e storico della matematica greca, sostiene che il metodo scientifico ha in realtà un’origine molto più antica.

Lucio Russo, esaminando i vari campi del sapere greco, dalla matematica, alle scienze naturali, fino alle applicazioni tecnologiche, cerca di ricostruire il pensiero scientifico greco originale. Il compito non è per nulla semplice poiché molte delle fonti originali sono andate perdute ed è necessario un complesso lavoro storiografico. La trattazione dell’autore è tuttavia convincente e dimostra come i Greci del primo periodo ellenistico, ossia intorno al 300 a.C., furono protagonisti di una vera e propria rivoluzione scientifica che viene però troppo spesso dimenticata. L’autore cerca anche di individuare le cause di questo oblio e ne individua diverse. La conquista dei Romani, allora molto più arretrati dei Greci, ha avuto un ruolo essenziale. Molte opere scientifiche greche sono giunte fino a noi solamente attraverso manuali o trattati redatti in epoca molto posteriore e col passare del tempo le argomentazioni e le idee più avanzate risultavano incomprensibili ai trascrittori e venivano di conseguenza eliminate.
 
Il recupero della scienza greca fu un processo lento e perdurò per tutto il Rinascimento fino al Seicento. Secondo Lucio Russo, molte delle invenzioni di questo periodo derivano in realtà dalla riscoperta delle idee dei Greci. Lo stesso Galileo, secondo l’autore, si sarebbe rifatto a idee e argomentazioni sviluppate in epoca ellenistica. Ad esempio, la sua formulazione del principio d’inerzia ricalcherebbe quella di Erone, che risaliva a quasi duemila anni prima:
 
Dimostreremo che i pesi che hanno una tale posizione [cioè su un piano orizzontale privo di attrito] possono essere mossi da una forza minore di qualsiasi forza data.
 
Se questi autori erano ancora consci del loro debito nei confronti della cultura ellenistica, secondo Russo, nel Settecento:
 
La scienza europea, convinta di poter finalmente camminare con le proprie gambe, visse, attraverso l’ideologia illuministica, un violento fenomeno di rigetto dall’antica cultura da cui era nata e di rimozione del suo ricordo. Fu allora che ci si convinse che la pneumatica fosse nata con Torricelli, seppellendo le opere pneumatiche di Erone e di Filone di Bisanzio nell’oblio in cui sono sostanzialmente rimaste fino ad ora; l’idea eliocentrica, che da sempre era stata legata al nome del suo ideatore, Aristarco, divenne l’idea `copernicana’ e Aristarco fu relegato nel ruolo di prematuro `precursore’. Tutti i ritrovati tecnologici ellenistici furono considerati dei `precursori’ delle loro imitazioni moderne. La storia millenaria di riflessioni sulla gravitazione fu cancellata anch’essa dalla conoscenza collettiva, che accettò che si fosse trattato di un parto improvviso del genio di Newton.