Nel calcolo di una serie, numerica o di funzione, si supera il calcolo di infiniti termini con il passaggio al limite. Benché intuitivo non ho trovato un riscontro rigoroso, cioè dei passaggi che giustifichino l’uso del limite. Potrei avere una illuminazione.

La domanda posta fa riferimento alla definizione di serie numerica vista come limite della successione delle somme parziali; detto in termini rigorosi la scrittura

S=x1+x2+…+xh+…      (1)

viene ad avere un significato ponendo

S:=limh→+∞(x1+x2+…+xh).    (2)

Si tratta di una definizione e non di un teorema, per cui non necessita, a priori, di una spiegazione. Volendo assegnare un significato alla scrittura (1) che, dal punto di vista algebrico non ne ha alcuno, la strada più intuitiva e semplice è rappresentata dalla (2), ed è quella che meglio si adatta ai problemi concreti e della matematica applicata. Il passaggio al limite infatti è la sola tecnica (analisi non standard a parte) analitica che abbiamo a disposizione per vedere l’infinito dall’interno, che è il modo corretto per trattare l’infinito nei contesti dell’analisi matematica senza cadere in contraddizione: una quantità non può essere infinita in sé, ma diventare arbitrariamente grande. La definizione di serie scelta, inoltre, se applicata al caso di una successione (xh) che è nulla da un certo punto in poi, restituisce esattamente la nozione di somma comunemente intesa, per cui effettivamente si tratta di un’estensione a tutti gli effetti. Probabilmente, la cosa che più desta stupore è la presenza delle cosidette serie indeterminate, ovvero quelle per cui non esiste una buona definizione di S. È il caso, per esempio, della serie di termine generale xh:=(-1)h. Per tale serie il limite nella (2) non esiste e dunque non esiste, conformemente alla teoria classica, una buona nozione di somma in questo caso. Tutto dipende, in definitiva, da quanto uno pretende dalla teoria; nel caso della teoria classica delle serie, allo stato attuale essa funziona e risulta efficace nei contesti dove viene applicata.