Le prime registrazioni psicofoniche iniziarono nel 1959, quando lo svedese Friedrich Jürgenson riferì di aver individuato su un nastro magnetico alcune voci di persone che non erano presenti, mentre stava registrando il canto di alcuni uccelli. Jürgenson si convinse allora di aver registrato voci provenienti dall’aldilà e nel 1967 pubblicò un libro intitolato Radiofonia con i defunti.
La psicofonia da quel momento trovò ampia diffusione e nella letteratura pro-paranormale viene presentata come una prova tangibile dell’esistenza dei fenomeni medianici.
Esistono varie tecniche psicofoniche: alcune utilizzano un semplice registratore a nastro, altre utilizzano ricevitori radio o, anche se più raramente, apparecchi TV. In taluni casi vengono addirittura usate apparecchiature appositamente costruite.
Analizzando i messaggi picofonici, una cosa che balza subito agli occhi è che frequentemente molte persone, colpite da gravi perdite, credono di individuare voci, parole e frasi pronunciate dai loro cari defunti in quelli che sono solamente suoni indistinti. È stato ampiamente evidenziato che l’interpretazione dei suoni varia fortemente a seconda di ciò che la gente si aspetta: in altre parole ognuno interpreta quello che vuole sentir dire.
Come ha ampiamente dimostrato Marco Morocutti, progettista elettronico e membro del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale), la qualità degli apparecchi impiegati influisce molto sul tipo di registrazione. Apparecchi tecnicamente modesti possono infatti facilmente captare interferenze indesiderate. In taluni casi queste possono essere di natura acustica, ovvero suoni provenienti dall’ambiente circostante. Molto frequentemente possono anche essere di natura elettromagnetica. In quest’ultimo caso gli apparecchi possono cioè captare e registrare alcuni dei numerosissimi segnali presenti nell’etere, provenienti da varie fonti: radioamatori, telefoni cellulari, CB, radio private, trasmissioni televisive, comunicazioni radio di polizia, carabinieri e altre forze dell’ordine, comunicazioni tra navi, ecc.
La scarsa schermatura di molti apparecchi fa sì che tali segnali vengano registrati sul nastro magnetico. Ovviamente il tutto è accompagnato da un notevole rumore di fondo, distorsioni e disturbi che rendono misterioso il messaggio captato e che contribuiscono a far sì che molta gente interpreti la registrazione come un messaggio proveniente dall’aldilà. Generalmente tali messaggi a un primo ascolto non fanno emergere alcun significato. Solamente un ascolto ripetuto e la ricerca forzata di un significato portano inevitabilmente a individuarlo, anche laddove non vi sia nulla di significativo. Se al posto di registratori tecnicamente modesti, si utilizzano apparecchi professionali, emerge chiaramente la vera natura dei segnali captati e tale natura risulta essere inesorabilmente terrena.
In definitiva, quindi, mi spiace smentire il lettore, ma "l’esistenza di ore e ore di registrazioni" purtroppo non prova affatto "l’esistenza di un nuovo fenomeno ancora inspiegabile". La psicofonia trova infatti una sua spiegazione perfettamente razionale, senza bisogno di tirare in ballo l’aldilà e i defunti.
Se il lettore volesse approfondire l’argomento, gli consiglierei di leggere il seguente libro: M. Morocutti, Voci dell’aldilà: un’indagine sulla psicofonia (Edizioni Avverbi, Roma 2001). Inoltre nel sito Internet dell’autore (http://www.marcomorocutti.it/) è possibile scaricare esempi sonori di registrazioni che vengono opportunamente commentate in modo critico nel libro.