Volevo capire bene come si forma il corion e anche gli altri annessi embrionali, in particolar modo la placenta, questo per quanto riguarda l’uomo. Grazie

Lo sviluppo embrionale dei Vertebrati è un processo molto conservato nelle sue fasi e può essere sintetizzato in alcuni stadi fondamentali, comuni a tutti i modelli animali studiati, e caratterizzati dalla formazione di determinate strutture in seguito a precisi movimenti cellulari. Le prime di queste fasi sono la fecondazione (l’unione dei gameti dei genitori che porta alla formazione dello zigote diploide), la segmentazione (serie di divisioni cellulari a partire dallo zigote) e gastrulazione (suddivisione e strutturazione delle cellule in tre “foglietti embrionali”: ectoderma, mesoderma ed endoderma). Dai tre foglietti si sviluppano precisi sistemi ed apparati dell’individuo pienamente formato: ad esempio dall’ectoderma si generano il sistema nervoso e l’apparato tegumentario, dal mesoderma hanno origine il sistema cardiovascolare e tutto il tessuto connettivo, dall’endoderma l’apparato digerente. Questa semplificazione, per quanto imprecisa, è comunque valida per tutti i modelli animali più studiati, che sono generalmente la rana Xenopus Laevis, il pesce zebra Brachidanio rerio, il pollo e il topo.

In aggiunta, durante lo sviluppo embrionale si deve rilevare che, accanto a quelle fino ad ora descritte, compaiono anche delle altre strutture, in alcuni casi veri e propri organi, che non fanno parte del corpo dell’embrione e che tuttavia, sono essenziali per la sua sopravvivenza: gli annessi embrionali. I classici annessi embrionali sono: il sacco vitellino, il corion, l’allantoide, l’amnios e la placenta, tipica dei Mammiferi.

Il sacco vitellino si sviluppa già a partire dai Vertebrati acquatici e risponde ad una precisa esigenza, cioè quella di consentire il progressivo uso del materiale nutritivo presente nell’embrione. Questo materiale, chiamato vitello, proviene dalla cellula uovo e serve a nutrire l’embrione sin dal momento della fecondazione. Il sacco vitellino si forma durante la gastrulazione, quando i margini del blastodisco si espandono avvolgendo la massa del vitello, finché non si completa la messa in posto dei tre foglietti embrionali: endoderma, mesoderma (diviso in splancnopleura e somatopleura) e ectoderma, dall’interno all’esterno. Sulle sue pareti si sviluppa una fitta rete di vasi sanguigni che, confluendo tra loro, si risolvono in due grossi vasi, le vene vitelline, che, penetrando nel corpo dell’embrione, sboccano nei seni venosi del cuore embrionale. Il vitello viene progressivamente digerito dalle cellule del periblasto e passa nella circolazione grazie alle vene. E’ quindi questo il ruolo del sacco vitellino, unico annesso embrionale degli Ittiopsidi: digestione del materiale vitellino e distribuzione tramite il circolo.

Oltre al sacco vitellino, si sviluppano in Uccelli e Rettili, oltre che nei Mammiferi, altri tre annessi embrionali: amnios, corion ed allantoide. L’esistenza di queste strutture è dovuta al fatto che l’embrione si sviluppa in ambiente subaereo ed all’interno del guscio. L’amnios ed il corion si sviluppano contemporaneamente. Dall’area pellucida l’ectoderma, insieme alla somatopleura, si solleva intorno al corpo dell’embrione, formando le pieghe amniotiche, le quali, sollevandosi e mettendosi in contatto tra loro, si uniscono. Si individuano così due membrane concentriche, distinte ma pur sempre in contatto tra loro e con i foglietti embrionali: una – più esterna, costituita da ectoderma esternamente e somatopleura internamente – è il corion; l’altra – più interna, costituita da ectoderma sul lato rivolto verso l’embrione e somatopleura verso l’esterno – è l’amnios. L’amnios, quindi, delimita una cavità che circonda l’embrione e che è deputata a contenere il liquido amniotico, secreto dalle cellule amniotiche. Tra amnios e corion, invece, la cavità che si viene a formare è un’espansione esterna della cavità embrionale, detta celoma extraembrionale. Per quanto riguarda l’allantoide, invece, si può dire che esso si sviluppi da un’espansione dell’ultimo tratto del digerente, perciò è formato da cellule epiteliali di natura endodermica rivestite dalla sierosa a ridosso del tubo digerente, la splancnopleura. L’accrescimento dell’allantoide è tale da estendersi per larga parte della cavità celomatica extraembrionale e da aderire alla parete interna del corion: dall’unione di somatopleura coriale e splancnopleura allantoidea si forma una nuova struttura, la membrana corion-allantoidea. Il sistema costituito da amnios, corion ed allantoide svolge precise funzioni: l’amnios fornisce un ambiente liquido in cui l’embrione possa svilupparsi, isolandolo dall’esterno, mentre la membrana corion-allantoidea, essendo riccamente irrorata di vasi, è deputata agli scambi gassosi; inoltre, nell’allantoide sono accumulati i prodotti di scarto del metabolismo proteico, sotto forma di cristalli di acido urico.

Infine, l’annesso embrionale che caratterizza i Mammiferi è la placenta. La peculiarità della placenta è l’importanza, ai fini della sua formazione, degli stretti rapporti che s’instaurano tra embrione e madre. Dopo la fecondazione, l’uovo di Mammifero comincia a segmentare e scende lungo le vie genitali per arrivare all’utero allo stadio di blastocisti. A questo stadio, l’embrione ad un polo è costituito dalle cellule della massa cellulare interna, le quali daranno origine all’individuo vero e proprio, mentre all’altro polo è formato dal trofoblasto, ossia cellule che sono deputate a captare il nutrimento per l’embrione. Arrivata nell’utero, la blastocisti prende contatto con l’epitelio uterino: le cellule del trofoblasto cominciano a proliferare, lisano l’epitelio dell’utero e cominciano ad invadere la mucosa uterina. La blastocisti si approfonda nell’utero ed è come se fosse ”incistata” nella mucosa. L’attività proliferativa del trofoblasto dà origine ad un sincizio (sincizio trofoblastico), che prosegue la sua invasione sempre più in profondità fino ad entrare in contatto con i vasi sanguigni materni: rompe le pareti dei vasi materni ed il sangue riempie le lacune che si sono formate. In contemporanea, l’embrione forma l’allantoide, il quale si dirige verso il corion, che si trova ormai in prossimità della mucosa uterina. Il corion, per via del processo di invasione della membrana uterina, è caratterizzato in questa fase dalla presenza in superficie di villi, detti appunto coriali. La congiunzione dell’allantoide con il corion e la conseguente formazione della membrana corion-allantoidea scatena una serie di segnali che determinano la progressiva vascolarizzazione dei villi coriali, completando così la formazione della placenta.
 
Fonti:
E. Giavini, “Embriologia comparata dei vertebrati”, Edises
 
 

 

Da:  www.anisn.it