Vorrei sapere perché nella nostra era gli animali hanno dimensioni assai inferiori a quelli di epoche passate (dinosauri, ecc.). Grazie.

 I dinosauri e gli altri animali di terra ferma dell’era Mesozoica possedevano dimensioni colossali, se confrontate con quelle dei più grossi animali attuali (fig. 1).

 

 

 

 

In generale, i dinosauri più grandi avevano una massa circa 10 volte maggiore a quella degli animali viventi più grandi.  Per esempio si stimava che lo Seismosaurus, un sauropode, potesse raggiungere un peso compreso tra le 80 e 100 tonnellate, dai 20 ai 25 metri di lunghezza e 10 – 15 metri in altezza (in piedi); oppure che gli pterosauri possedessero un’apertura alare di circa 10 – 13 metri.

 

Una ipotesi per spiegare questa discrepanza di peso e dimensioni tra animali estinti e attuali è stata formulata da Stephen Hurrel nel suo libro “Dinosaurs and the Expanding Earth”. L’autore si avvale della teoria del geologo tasmaniano Samuel Warren Carey secondo il quale la Terra ai tempi dei dinosauri possedeva un diametro e una massa minore rispetto a quella attuale. Con una tale massa di conseguenza il nostro pianeta disponeva anche di una minor forza di gravità con la conseguenza che gli oggetti pesassero di meno. Secondo questa ipotesi, gli animali non solo erano più agili ma anche il loro accrescimento in massa e volume era superiore perché non ostacolato da resistenze che potevano opporsi. Sono stati rinvenuti dei reperti fossili, risalenti a 160 milioni di anni fa, di libellule rimaste intrappolate nei sedimenti di bacini lacustri e in cui si vede che le dimensioni delle ali erano significativamente minori rispetto alle loro discendenti attuali; secondo alcuni studiosi questa anomalia si potrebbe spiegare anche ipotizzando che la forza di gravità della Terra all’epoca fosse decisamente inferiore all’attuale e così per questo genere di insetti non era necessario sviluppare delle grosse ali.

 

Questa idea di una Terra più piccola con una minore attrazione di gravità tra i corpi, seppur affascinante, non ha trovato tra la comunità scientifica valide dimostrazioni teoriche tali da poter essere convalidata. Piuttosto l’idea di una Terra in rapida espansione rappresenta un nuovo paradigma mobilista che ha trovato in passato molti sostenitori tra quei geologi dissidenti restii ad accettar le conferme che provenivano dalle esplorazione oceanografiche nei primi anni ’60 e che dimostravano la deriva delle placche litosferiche secondo il modello di Wegner noto come continental drift propugnato già negli anni ’20.

 

C’è da ricordare che Carey, il fautore della teoria di una Terra in costante crescita, già nei primi anni ’50 era stato il precursore di un’idea, che si rivelò effettivamente valida ai pionieri della deriva di continenti, e cioè che nello scontro tra una placca continentale ed una oceanica quella con maggiore densità ( la oceanica) tende ad insinuarsi sotto la prima e ad affondare nel mantello. Le esplorazioni sismiche in profondità hanno confermato l’esistenza di questo piano di faglia inclinato ai margini tra placche in collisione. Per quei tempi questo nuovo concetto proposto dal tasmaniano risolveva il problema fondamentale di capire dove andava a finire la crosta oceanica in eccesso che si formava nelle dorsali medio oceaniche, in una visione del mondo con diametro costante e formato da placche che interagivano le une con le altre nel loro movimento alla deriva. Carey, però, non si è accontentato di questa spiegazione ma è andato oltre, proponendo una nuova teoria generale mobilista in cui le placche si allontanano radialmente le une dalle altre in una Terra in rapida espansione. Nel suo libro più famoso “The expanding earth” elenca numerose conferme geologiche globali che spiegherebbero non solo questo fenomeno di accrescimento ma anche altri dubbi rimasti irrisolti dai fautori della tettonica a placche. Il concetto di subduzione da lui stesso formulato, e che tra l’altro chiarisce anche la formazione delle catene montuose, viene giustificato ammettendo l’esistenza di una grossa massa plutonica che nel suo ascendere darebbe origine ai corrugamenti montuosi e ai piani di faglia inclinati.

 

Tornando alle dimensione degli animali Mesozoici occorre anche dire che il fenomeno può venire spiegato attraverso la selezione naturale. In primo luogo un animale di maggiori dimensioni aveva più probabilità di sopravvivere rispetto a quelli più piccoli e di conseguenza di portare avanti la discendenza. Secondo, non bisogna dimenticare che all’epoca dei dinosauri la classe delle piante monocotiledoni non si era ancora evoluta da quelle acquatiche e perciò non esisteva “ erba” da brucare ma solo grosse felci, licopodi e le prime gimnosperme con geometrie assai semplici e ad alto fusto. Solo gli erbivori più alti e di maggiori dimensioni raggiungevano le fronde apicali e sopravvivevano riuscendo quindi a riprodursi; a loro volta solo i carnivori più possenti uscivano incolumi da uno scontro con gli erbivori più grandi durante la predazione. Tuttavia sono stati ritrovati fossili di dinosauri carnivori sociali anche di piccole dimensioni, il che fa presupporre che in realtà la fauna mesozoica non sia ancora cosi ben conosciuta.

 

Occorre valutare statisticamente le dimensioni di tutta la fauna estinta anche quella che non è ancora stata scoperta per poter affermare che le dimensioni degli animali preistorici era significativamente superiore a quella attuale e questo possiamo saperlo solo se saremo in grado di rinvenire tutti i fossili degli animali estinti nel Mesozoico.

 

http://www.dinox.org/

http://books.google.it/books?id=_DT38IYGVngC

http://www.expanding-earth.org/

http://en.wikipedia.org/wiki/Samuel_Warren_Carey