La Bibbia presenta nel libro della Genesi un racconto relativo alla creazione del mondo e dei viventi. E’ inevitabile quindi che tale punto di vista vada a misurarsi con le evidenze raccolte e spiegate dalla scienza biologica.
La Genesi narra di una creazione diretta delle specie viventi ed in particolare dell’Uomo:
"Produca la terra esseri viventi secondo la loro specie".
L’evoluzionismo invece mostra come le specie possono andare incontro a modifiche nel tempo, in risposta a mutamenti dell’ambiente in cui si trovano a vivere. Non si tratta di una scienza esatta e dotata di struttura matematica rigorosa, come la fisica. Tuttavia è falsificabile e produce previsioni (1), dunque va annoverata come una scienza.
Il punto focale però è il meccanismo con cui si produce l’evoluzione. Darwin ha mostrato come l’evoluzione non richieda una teleologia, cioè uno scopo. In altre parole, la giraffa non allunga il collo perché vuole raggiungere i rami alti delle acacie.
Il darwinismo spiega il collo lungo delle giraffe postulando:
– mutazioni casuali che producono variazioni nella lunghezza del collo
– selezione dell’ambiente (acacie con le foglie in alto) che condanna a morte le giraffe dal collo corto e nutre e fa riprodurre le giraffe dal collo lungo, che quindi – a lungo andare – predominano.
Questo contrasta nettamente con l’idea di finalità che anima il testo sacro. Il mondo e le specie viventi sono state create per.(2)
Che Giosuè abbia chiesto di fermare il Sole per poter terminare la battaglia, non significa che sia il Sole a girare attorno alla Terra. Quanti drammi prima di poter concordare su questa frase!
La posizione della chiesa cattolica sull’evoluzionismo è piuttosto ambivalente.
Nel 1984 papa Wojtyla espresse una velata accettazione dell’evoluzionismo darwiniano (lo definì "più che un’ipotesi"). Nel 2007 papa Ratzinger ha invece affermato che "non è ancora una teoria completa, scientificamente verificabile". Il cardinale Poupard nel 2005 ha nettamente screditato il creazionismo e accettato convintamente l’evoluzionismo. Invece il cardinale Schoenborn nel 2006 ha affermato che l’evoluzionismo è una ideologia.
Di sicuro ciò che la Chiesa condanna è l’interpretazione ateo-materialista che alcuni (ad esempio il biologo inglese Richard Dawkins) vogliono trarne.
Non è nemmeno lecito affermare, come fanno i sostenitori dell’Intelligent Design, che siccome la teoria darwiniana è in difficoltà nello spiegare l’emergere di strutture particolarmente complesse, allora esisterebbe una intelligenza che è intervenuta a guidare l’evoluzione. Se il darwinismo non è adeguato a trovare la spiegazione di un fenomeno, allora si deve cercare una teoria scientifica migliore, non giustificare un salto metafisico!
Per rispondere al nostro lettore: conciliare il punto di vista religioso con quello scientifico è possibile, a patto che i due punti di vista rispettino ciascuno il proprio ambito, senza sconfinare.
Vedere l’evoluzione come una sequenza cieca di mutazioni che hanno portato per puro caso alla situazione attuale, è possibile.
Vedere l’evoluzione come guidata da forze intelligenti non misurabili perché al di sotto del principio di indeterminazione, che guidano la combinazione del codice genetico con lo scopo di produrre l’uomo, è possibile.
Si tratta di due posizioni metafisiche, rispetto alle quali la scienza naturalistica è completamente neutrale.
Va però osservato che la seconda ipotesi si discosta nettamente dal modus operandi della scienza moderna, che indaga le cause efficienti dei fenomeni e non quelle finali.
Ringrazio Silvano Fuso e Alessandro Mariantoni per le proficue discussioni.
(1) Il darwinismo ipotizza una strettissima relazione tra un organismo ed il suo ambiente. Quindi ritrovare fossili con certe caratteristiche, conduce a ipotesi sul loro ambiente. Questo rende controllabile e falsificabile la scienza evoluzionistica.
Se, ad esempio, ritroviamo fossili di un essere dotato di ali, immaginiamo che sia in grado di volare. Ma se invece lo troviamo sempre associato a pesci e ambienti freddi e polari, dobbiamo immaginare un altro percorso evolutivo che possiamo sottoporre a verifica, ad esempio immaginare che sia in grado di “volare” nell’acqua. Stiamo parlando dell’aptenoydes patagonicus, ovvero il pinguino.
Alla luce dell’evoluzionismo, bisogna ricordarsi che la lettura è diversa: alcune piante hanno sviluppato metodi per attrarre insetti (colori, profumi) e metodi per intrappolarli e nutrirsene (sostanze vischiose, enzimi digestivi). Specie particolarmente adattate hanno portato questi meccanismi ad un grado sorprendente di complessità (es. dionaea muscipula).
Purtroppo la narrazione viene molto più concisa se si immagina un finalismo, ma non è assolutamente lecito dal punto di vista scientifico.