La Nuova Zelanda si trova in una zona ad alto rischio sismico?

La Nuova Zelanda è un arcipelago dell’Oceano Pacifico, situato a circa 2.000 Km a Sud-Est dell’Australia, formato da due grandi isole (North Island, South Island) divise dallo stretto di Cook, e da molte altre isole minori (Stewart, Chatham, Kermadec, ThreeKings, Auckland, Campbell, isole degli Antipodi, Bounty, Snares, Solander ). È ubicata  tra i 34°15′ e 47°30′ di latitudine sud e tra i 166°30′ e 178°30′ di Longitudine Est e si estende per 1.500 km in direzione SO-NE.

Figura 1. La posizione geografica della Nuova Zelanda, segnata in color verde scuro.

L’emersione ed il conseguente delineamento strutturale della Nuova Zelanda si è verificata in tempi relativamente recenti, in conseguenza del sollevamento di una zolla crostale nell’ambito dell’attività tettonica che durante il Cenozoico ha investito l’arco melanesiano. Il processo di sollevamento si è sviluppato in diverse fasi, l’ultima delle quali sembra essersi conclusa agli inizi del Pleistocene (Neozoico).

Le varie sollecitazioni cui sono state sottoposte le formazioni rocciose in conseguenza del sollevamento hanno provocato numerose fratture ed effusione di magma; la stessa separazione tra le due isole principali si è prodotta per frattura.
L’attività vulcanica ha avuto notevole sviluppo nella North Island, attestata dalla presenza di imponenti coni vulcanici, mentre nella South Island si è espressa l’erezione di due apparati che costituiscono le penisole di Otago e di Banks; molto più intensa, per questa isola, è stata l’azione orogenetica, culminata con il sollevamento della grande dorsale montuosa delle Alpi Neozelandesi.

Figura 2. Lo stetto di Coock che separa la North Island dalla South Island.

Figura 3. La zona geografica dell’Australia vista dal satellite.

Figura 4. La Nuova Zelanda vista dal satellite.

In genere i sismi si verificano in quasi tutte le aree che presentano strutture tettonicamente attive; anche quelle più stabili risentono spesso delle ripercussioni di sismi che avvengono nelle aree costiere o comunque in aree distanti anche Km dalle stesse. Dovendo comunque eseguire una semplificazione possiamo identificare le regioni maggiormente sismiche, quelle nelle quali il rischio del terremoto è più alto e distinguerle geograficamente in due gruppi:

  • il bordo dell’Oceano Pacifico (il cosiddetto “anello di fuoco” perché in quella zona si realizza anche un’intensissima attività vulcanica) che comprende da un lato Cile, Perù, Equador, Columbia, America Centrale, Messico, California e Alaska e dall’altro Russia, Giappone, Filippine, Nuova Guinea e Nuova Zelanda dove si verifica l’80% dei terremoti.
  • La fascia mediterranea (all’interno della quale è inserita anche la nostra penisola) che si protende in Asia fino a congiungersi con quella del Pacifico attraverso le Indie Orientali: qui si verifica il 15% dei terremoti. Il rimanente 5%, distribuito nel resto della Terra, è concentrato soltanto in ristrette aree, con prevalenza sulle creste delle dorsali medio-oceaniche, mentre praticamente non si manifestano terremoti nel corpo dei continenti e nei fondi oceanici che sono considerate le zone più stabili della Terra.

La Nuova Zelanda è quindi una zona ad altissimo rischio sismico. Le motivazioni sono da ricercare nel fatto che le isole dell’arcipelago sorgono su una platea profonda non oltre i 1.000 m che a ovest sprofonda verso il piano abissale del Mare di Tasman e a sud-est verso i fondali del settore oceanico delimitato dalla dorsale delle Macquarie e da quella pacifico-antartica. Immediatamente a est delle isole Kermadec si apre la profonda e lunga incisione occupata dalla fossa delle Kermadec e da quella delle Tonga, che precipitano a oltre 10.000 m.


Figura 5. Zolle crostali, dorsali, fosse oceaniche, zone di subduzione e campi geotermici. Le frecce indicano la direzione del movimento delle zolle.
(1) Campi geotermici che producono elettricità;
(2) dorsali interrotte dalle faglie trasformi (fratture trasversali);
(3) zone di subduzione, nelle quali la litosfera volge in basso verso l’astenosfera, dove fonde a circa 700 Km di profondità.


Figura 6. La direzione dei Movimenti delle Zolle (o Placche) e la quantità degli spostamenti espressi in centimetri all’anno.

Osservando le figure 5 e 6, appare con evidenza che la Nuova Zelanda si trova proprio sopra la dorsale formata dai margini di due enormi zolle tettoniche: la zolla indo-australiana e la zolla del Pacifico (che va in subduzione alla zolla indo-australiana).
Da tutto ciò è facile comprendere il motivo per il quale tutto l’arcipelago e dintorni è una zona ricca di vulcani attivi e soggetta a enormi sollecitazioni tettoniche che determinano l’elevatissimo rischio sismico di tutta quell’area geografica.