Ho notato che molte scienze,come la biologia ad esempio,sono descrittive. Anche fra quelle “esatte” come la fisica comunque si trovano formule che descrivono ad esempio il comportamento di un corpo soggetto a un forza, ma non spiegano in cosa consista quella forza. Che differenza c’è fra una descrizione anche formale, e una spiegazione?

Perché, o noi vogliamo specolando tentar di penetrar l’essenza vera ed intrinseca delle sustanze naturali; o noi vogliamo contentarci di venire in notizia d’alcune loro affezioni. Il tentar l’essenza, l’ho per impresa non meno impossibile e per fatica non meno vana nelle prossime sustanze elementari che nelle remotissime e celesti… Ma se vorremmo fermarci nell’apprensione di alcune affezioni, non mi par che sia da desperar di poter conseguirla anco ne i corpi lontanissimi da noi, non meno che nei prossimi.

[G. Galilei, “Terza lettera a Marco Welser sulle macchie solari” in Opere, Ediz. Naz. Barbera, Firenze 1929-1936, vol. V, p. 187]

Questo brano di Galileo, nonostante sia stato scritto quasi 400 anni fa, è ancora attuale e illustra bene quale sia lo scopo della scienza. La scienza non pretende di ricercare spiegazioni ultime della realtà (tentar di penetrar l’essenza vera ed intrinseca delle sustanze naturali) ma, più umilmente, si accontenta di descriverne alcuni aspetti (apprensione di alcune affezioni).
Il grande successo della scienza è dovuto proprio a questo atto di umiltà. La filosofia prima o metafisica aspirava a una spiegazione e comprensione totale della realtà, ma purtroppo non riuscì mai ad andare oltre le opinioni individuali dei singoli autori. La scienza, al contrario, con la sua umiltà riesce a costruire un sistema di sapere che supera le opinioni individuali e produce affermazioni che possono essere condivise da chiunque, indipendentemente dalle proprie ideologie, credenze metafisiche, convinzioni politiche, ecc.

Le descrizioni che la scienza fornisce si limitano necessariamente ai fatti osservabili e non pretendono minimamente di attribuire un “senso” a ciò che si osserva e che viene descritto. Per questo motivo dalla scienza è bandita ogni interpretazione teleologica o finalistica dei fenomeni. Viceversa le spiegazioni metafisiche pretendono anche di stabilire un “senso” per ciò che si osserva. Tale tentativo di attribuzione di senso è tipico, ad esempio, delle concezioni religiose della realtà.

Semplificando al massimo, la scienza non cerca di rispondere a dei “perché?”, ma semplicemente a dei “come?”. Per comprendere meglio questa differenza è utile comparare la fisica newtoniana con quella aristotelica. Nella fisica aristotelica, ad esempio, il moto dei corpi era interpretato come tendenza da parte di questi ultimi a raggiungere il loro “luogo naturale”. Il tal modo gli “elementi” terra e l’acqua (pesanti) tendono verso il basso, mentre l’aria e il fuoco (leggeri) tendono verso l’alto. La fisica newtoniana, al contrario, non si propone di spiegare “perché” esiste la gravità: prende semplicemente atto della sua esistenza e si limita a descrivere come un corpo si comporti per azione di essa. La fisica aristotelica forniva spiegazioni metafisiche (spesso in contrasto con i fatti), la fisica newtoniana bandisce invece ogni elemento metafisico. Questo è in sostanza il significato del celebre motto newtoniano “Hypotheses non fingo” con il quale il fisico inglese esprimeva l’impossibilità, tipica della scienza, di andare al di là della descrizione dei fenomeni per ricercarne le cause ultime.

Le descrizioni che la scienza fornisce, tuttavia, non hanno solamente una funzione descrittiva dei fenomeni osservati, ma consentono anche una capacità predittiva nei confronti di nuovi fenomeni (e quindi la possibilità da parte dell’uomo di manipolare a proprio vantaggio la realtà, prevedendo gli effetti delle sue manipolazioni). Questa capacità è una delle migliori conferme della validità delle descrizioni fornite dalla scienza.

Nella sua descrizione della realtà la scienza cerca, quanto più possibile, di far uso di strumenti matematici. Questo consente di effettuare descrizioni quantitative che permettono previsioni molto più accurate e precise. Purtroppo, a causa della complessità dei fenomeni trattati, non sempre la descrizione matematica è possibile. Per questo motivo molte discipline, ad esempio la biologia citata dal lettore, si limitano prevalentemente a descrizioni qualitative (anche se in certi settori della biologia è possibile procedere alla elaborazione di modelli matematici).. Ciò nonostante anche queste descrizioni mantengono le loro capacità predittive. Pensiamo ad esempio agli straordinari risultati che la biologia molecolare ha consentito di ottenere negli ultimi anni.