In alcuni punti del Gargano affiorano rocce carbonatiche (nella baia di Vignanotica si vede molto bene!) intervallati da strati decimetrici di selce. La domanda è: come si formano questi sottili orizzonti marroni tra i grandi banconi di calcite?

figura 1. Localizzazione della baia di Vignanotica.

figura 2. Scorcio della baia di Vignanotica.



Figura 3. I calcari con selce della formazione tipo “Maiolica”.


Inquadramento geologico.
Le prime tracce della regione Puglia risalgono al Triassico (245-195 MILIONI ANNI FA). Dalla sedimentazione delle acque di Tetide si originarono le rocce che costituiranno il basamento della Puglia, e dalle fratture che spesso si aprivano fuoriuscivano magmi che, solidificando hanno lasciato importanti tracce nel Mediterraneo (ricordiamo l’affioramento roccioso di Punta Pietre Nere).
Nel Giurassico e nel Cretaceo, nel bacino di Tetide vanno accumulandosi strati di sedimenti che in seguito si trasformeranno in rocce compatte, con la formazione di calcari del Giurassico e del Cretaceo, calcari che determineranno il basamento della regione lungo 250 km e largo 50 km.
Sul finire del Cretaceo (circa 65 Ma), lo scontro tra la zolla africana e quella euroasiatica provoca l’emersione delle rocce italiche e della futura Puglia.

Le terre di questa regione sono emerse e sommerse diverse volte nella loro storia geologica. Infatti, nel terziario (da circa 110 a circa 2 Ma) si verificano diverse ingressioni e regressioni delle acque marine. In questo periodo (terziario) si originano rocce sedimentarie come quelle Eoceniche delle Tremiti, del Capo di Santa Maria di Leuca e del Gargano, e quelle Mioceniche del Lago di Varano, di Apricena e quella della “pietra leccese”.
A partire dal Pliocene (circa 5 Ma) comincia una fase di sollevamento tettonico con la formazione dell’Appennino, ma solo nel Pleistocene (circa 2 Ma) si avrà il sollevamento definitivo della regione.

Il Gargano, quindi, è costituito in prevalenza da rocce sedimentarie d’origine chimica e biochimica, calcari e dolomie (rocce carbonatiche) del Cretaceo e del Giurassico, per lo più ben stratificate e interessate dal fenomeno di dissoluzione carsica. Unica eccezione è costituita da Punta Pietre Nere, una massa di scure rocce vulcaniche risalenti al Triassico (tra 245 e 200 milioni di anni fa), affioranti sulla spiaggia di Lesina.
In particolare in quel punto del Gargano affiorano calcari tipo Maiolica deposti nel Cretacico inferiore NEOCOMIANO (come osservabile dal Foglio della Carta Geologica n° 157 scala 1:100000- figura 4).

Figura 4. Foglio nº 157 della carta geologica.


Origine dei sedimenti pelagici.
Vengono compresi in questa famiglia tutti quei sedimenti la cui composizione è dovuta soprattutto (>70%) a precipitazione di sostanze presenti in sospensione (organiche e inorganiche) o in soluzione nell’acqua marina.
I sedimenti pelagici sono rappresentati da fanghi calcarei e silicei con una componente piogena in quantità molto variabili.
Essi variano di facies lateralmente e verticalmente col variare della batimetria in funzione dei seguenti fattori:
circolazione oceanica legata alle differenze di temperatura e quindi di densità esistenti nelle acque degli oceani.
Lisoclina, profondità al di sotto della quale aumenta rapidamente la solubilità dei carbonati
Limite di compensazione dell’Aragonite (A.C.D.) è la profondità al di sotto della quale tutti i gusci aragonitici che precipitano vanno in soluzione. Si aggira in media intorno ai 3000 metri
Limite di compensazione della Calcite (C.C.D.) è la profondità al di sotto della quale quasi tutti i gusci di calcite vanno in soluzione. Si aggira in media tra i 4000 ed i 5000 metri
Produttività, la qualità e la quantità del plancton sospeso negli Oceani varia da zona a zona in funzioni di zone locali e della latitudine. Le zone di massima produttività sono quelle di upwelling dove i movimenti verticali dell’acqua portano nutrimento in superficie. In alcune aree si può arrivare ad un tasso di produttività superiore a quello della dissoluzione per cui i gusci cartonatici si conservano a profondità maggiori di quelle normalmente compatibili con il CCD. Inoltre le melme a Diatomee si formano alle alte latitudini (subartiche ed antartiche), mentre le melme a Radiolari sono presenti nelle zone equatoriali dove peraltro è massima la produttività dei gusci cartonatici.
In linea di massima si può affermare che a profondità minori dell’ACD si conservano i Pteropodi a guscio aragonitico, mentre i Nannofossili ed i gusci dei Foraminiferi formati da calcite (in genere debolmente magnesifera) si conservano sino al CCD; al di sotto di quest’ultimo si trovano i fanghi a Radiolari e a Diatomee o i fanghi silicei rossi o bruni provenienti da polveri eoliche, vulcaniche e cosmiche.
La velocità di sedimentazione dei fanghi silicei è minore di quella dei fanghi organogeni cartonatici.

Rocce silicee di origine biochimica: prendono il nome dall’organismo che ha determinato l’accumulo, esempio radiolariti, spongoliti,e diatomiti.
Rocce silicee di precipitazione chimica: si formano soprattutto in mare ma anche sui continenti. Il processo di precipitazione della silice nei mari rimane un problema geochimica non ancora completamente chiarito a causa dei numerosi fattori che lo influenzano. Si possono avanzare almeno due ipotesi. La prima è quella della precipitazione diretta di un gel di silice favorita dalla presenza di alcuni batteri o di elettroliti di segno positivo quali ad esempio il Ca++ che abbonda in mare a certe profondità. Questa ipotesi sembra giustificare la formazione di strati e lenti di selci in occasione di manifestazioni vulcaniche subacquee che causerebbero un eccesso di SiO2 e quindi una sua sovrasaturazione.
Negli altri casi sembra più probabile che il processo di arricchimento sia di tipo metasomatico e quindi secondario.
(metasomatosi= processo di sostituzione di alcuni componenti di una roccia con altre sostanze. Esso può avvenire per reazione di doppio scambio o per precipitazione della nuova sostanza nei vuoti creatisi per soluzione della prima.
Tra le rocce silicee di precipitazione chimica ci sono le SELCI, rocce compatte di aspetto vetroso e colorazione varia (dal bianco latte al nero). Si rinvengono insieme ad altre rocce sedimentarie e possono contenere anche resti di organismi per cui la loro definizione è abbastanza incerta. La maggioranza delle selci è formata da quarzo microcristallino o da calcedonio, più raramente da opale. Si rinvengono soprattutto in letti o in forma di lenti intercalate nei calcari.