Gentili amici! So che questa domanda riguarda il campo della fisica e della tecnica, ma nei criteri di selezione non compariva la voce relativa. Vorrei sapere come funziona una lampadina elettrica tradizionale, cosa la differenzia da altri tipi di lampadine (p.e. al neon…) e soprattutto quali tra le lampadine tradizionali garantiscono maggiori risparmi.

Accade spesso di riflettere che la stragrande maggioranza delle persone è utilizzatrice di una tecnologia, ma pochi sanno effettivamente come è stata realizzata e ancor meno saprebbero ricostruire la stessa tecnologia. Lo Sanno bene Beningi e Troisi che in uno dei maggiori e meglio riusciti loro successi hanno avuto l’idea di replicare le invenzioni del XX secolo per fare fortuna nel 1492.

NON CI RESTA CHE PIANGERE (1984, Massimo Troisi e Roberto Benigni): Partiti in automobile da Frittolo, paesino nei dintorni di Firenze, Saverio, maestro elementare, e Mario, bidello, si ritrovano per uno strano scherzo del caso nel 1492. Decidono di recarsi a Palos, in Andalusia, per fermare Cristoforo Colombo e impedirgli di andare a scoprire l’America ed impedire la strage degli indiani d’america.

Fra le varie cose che tentano di replicare c’è appunto la lampadina. Ma si accorgeranno subito che un conto è aver acceso una lampadina anche parecchie volte, un altro è saperla costruire.

La lampadina fu inventata da Thomas Alma Edison ( 1847 – 1931), il brillante e geniale inventore americano. Si possono trovare esaustive notizie alla pagina: http://www.thomasedison.com/.

Nella foto una bella immagine di T.A.Edison con in mano una delle sue lampadine. Si nota il tubo laterale utilizzato per aspirare l’aria dalla lampdina tramite la pompa da vuoto. Successivamente il tubo veniva sigillato per fusione. Nei disegni successivi si vede che nel modello più piccolo, l’aria veniva aspirata dalla parte superiore della sfera della lampadina e sigillata con un risultato estetico migliore.




PRINCIPI DI BASE DELLA LAMPADINA

L’invenzione fu resa possibile da una serie di scoperte della fisica e di altri sviluppi di meccanica.

In particolare la scoperta dell’effetto Joule (James Prescott Joule, 1818-1889), pubblicato nel 1840, chiariva come un mtallo si riscaldasse se percorso da corrente elettrica accastanza intensa.

Dati: P = potenza (Watt) , V= tensione applicata (Volt), R = Resistenza (Ohm), I = Intensità di corrente (Ampere), t = tempo (secondi) , Q = energia (Joule) in queso caso anche calore.

Potenza consumata: P = (V2-V1) x I

Prima legge di Ohm:  (V2 – V1) = R x I

Combinando le prime due equazioni: P = R x I2 

Dato che in un intervallo di tempo ” t ” viene emessa una quantità di energia Q proporzionale a t si ha:

Q = P x t = R x I2 x t  

Buona parte di questa energia viene convertita in calore e pertanto il materiale metallico in cui scorre la corrente elettrica si scalda. Un metallo scaldandosi a temperature superiori ai 450 – 500 °C emette radiazione che cade nello visibile (rossa) e successivamente a temperature maggiori emette radiazione la cui tonalità è gialla-bianca all’aumentare della temperatura.

Per fare in modo che si raggiungesse subito la temperatura giusta in pochi istanti il metallo deve essere costituito da un filamento sottile (tipico 0,1 mm). In questo modo basta poca corrente per farlo scaldare.

Tuttavia vi era un inconveniente tecnico: i filamenti metalli sottili, scaldandosi ed arroventandosi in atmosfera contenente ossigeno, si ossidavano immediatamente; dato che gli ossidi sono meno conduttori dei metallo di partenza, il calore non veniva smaltito mentre la temperatura saliva Si vede infatti che maggiore è la resistenza del conduttore e maggiore è la potenza assorbita che viene trasformata in calore. Si instaurava una competizione tra elevata resistenza dell’ossido e riscaldamento per effetto Joule ed alla fine il filamento si rompeva interrompendo il passaggio di corrente: la potenziale lampadina sarebbe bruciata in pochi secondi.

Edison capì che per evitare l’ossidazione del filamento occorreva proteggerlo dall’atmosfera e per farlo utilizzò un bulbo di vetro da cui veniva estratta l’aria tramite una moderna pompa da vuoto Sprengler (1865).

Restava il problema del filamento adatto che resistesse al passaggio di corrente scaldandosi abbastanza da divenire incandescente, ma senza per questo bruciare o rompersi.

 “Provò un’infinità di sostanze, compresi i peli di barba di un suo collaboratore; provò il platino, cotone, carta, fibre vegetali. Sperimentò seimila tipi di queste fibre; nell’ottobre del 1879, una lampadina nella quale aveva montato un filamento di cotone bruciato rimase accesa per 40 ore. Successivamente la perfezionò utilizzando un filamento di carbone. Nel 1882 un quartiere al centro di New York fu illuminato con le lampadine di Edison. ”

(tratto da : http://web.tiscali.it/acciarriparide/lampadina.htm)

L’invenzione fu resa possibile quindi da una intuizione di Edison derivante da una scoperta fisica (produzione di luce tramite effetto Joule), una invenzione tecnica utile (pompa da vuoto) e da prove e ricerche autonome (filamento adatto) di Edison.  Nella figura che segue un disegno di come apparivano le antiche lampadine di Edison. Da notare sul blocchetto di legno di supporto la presenza di viti che servivan da poli di ingresso ed uscita della corrente elettrica.


LAMPADINA MODERNA AD INCANDESCENZA

Nella immagine che segue riporto una tipica lampadina ad incandescenza con attacco Edison standard e di fianco lo schema delle varie parti costruttive.

 

LAMPADINA CON ATTACCO EDISON STANDARD

 

Il filamento è collegato da un estremo al fondo della lampadina che ne costituisce uno dei poli e dall’altro capo alla parete a vite (attacco Edison) che ne costituisce in una unica soluzione la base maneggiabile, il contatto elettrico al secondo polo e l’attacco al portalampada.

Il filamento moderno è di Tungsteno (W, wolframio) elemento della tavola periodica caratterizzato da elevata inerzia chimica e da elevato punto di fusione. Questo garantisce la giusta resistenza/conducibilita e durata alle sollecitazioni meccaniche e di temperatura. Il vuoto è effettuato tramita aspirazione dell’aria dalla parte del bulbo di vetro che viene saldata all’attaco a vite edison. In questo modo non restano protuberanze e la superficie esterna del bulbo è perfettamente liscia. IL bulbo di vetro è soffiato con so stesso processo con cui si soffia il vetro e successivamente si salda la parte terminale da cui passa il filamento e da cui si aspira l’aria.

Tuttavia dopocirca 1000 ore di utilizzo (od anche meno se sporche di polvere) il calore emesso dal filamento provoca la lenta evaporazione del filamento stesso. Se la lampadina è sporca il flusso di calore proveniente dal filamento non può più essere smaltito per irraggimento e la temperatura all’interno del bulbo sale. A questo punto il filamento sublima e si rompe quando lo spessore è tale da non reggere più il peso e le sollecitazioni. Infatti nelle lampadine bruciate si nota un alone e o velo nero sul bulbo di vetro; si tratta del sublimato metallico che si è deoposto sulla superficie del vetro.

TABELLA DI PRESTAZIONI LAMPADE AD INCANDESCENZA NORMALI CHIARE

 Potenza

Watt

 Flusso luminoso

lumen

Efficienza

Potenza

Watt 

Flusso luminoso

Lumen 

Efficienza

 15

90 

 25

 200

 40

 330

 8

 60

 600

 10

 75

 850

 11

 100

 1200

 12

 150

 2000

 12

 200

 2700

 13,5

Si vede ome per gli otto tipi di lampade illustrate ad incandescenza l’efficienza è abbastanza bassa (< 15%).

Oggigiorno esistono molti tipi di lampade ottimizzate per differenti lavori ed utilizzi, quella ad incandescenza è difatto la prima e l’ultima della sua specie ed attualmente è in corso di sostituzione con quelle più moderne che hanno rendimenti maggiori e consumi ridotti.

 LAMPADE A INCANDESCENZA

LAMPADE A FLUROESCENZA 

LAMPADE FLUORESCENTI COMPATTE 

LAMPADE ALOGENE 

 Emettono luce in quasi tutto lo spettro del visibile e danno tonalità calda, gialla  Emettono luce in particolari bande spettrali le  cui somme danno luce fredda , bianca Sono come le fluorescenti ma dotate di attacco Edison    Sono sempre lampade incandescenti, ma lavorano a temperature maggiori di quelle ad incandescenza a filamento.
Durata : circa 1000 ore di accensione Durata : circa 5 – 8 volte superiore di quelle a incandesceza Durata : circa 5 – 8 volte superiore di quelle a incandesceza Durata: Superiore da 1,5 a 2,0 volte rispetto alle incandescenti 
Sono le più economiche all’acquisto ma sono quelle che consumano maggior corrente Necessitano di starter e reattore per l’accensione Hanno lo starter ed il reattore incorporato nel bulbo di supporto  Sono di quarzo ed occorre maneggiarle con cura senza mai toccarle con le dita.
 Hanno efficienza che non supera il 15%

Esistono a scarica di gas,  a vapori di mercurio, a vapori di sodio (lampioni stradali)

Efficienza superiore al 50%

 Sono più care all’acquisto ma hanno maggiore efficienza. Esistono di due tipi elettroniche (+ costose) ad accensione veloce, non elettroniche (- costose) ad accensione lenta Hanno efficienza luminosamaggiore del 20% rispetto a quelle normali

Sia le lampade ad incandescenza che quelle alogene possono essere utilizzate con regolatori di luce che in pratica sono dei dispositivi condensatori, che limitano l’intensità di corrente a parità di voltaggio ed in questo modo limitano l’incandescenza delle lampadine. In questo modo è possibile ridurre l’intensità della luce emessa nelle ore notturne senza doverle schermare con paralumi che ottengono solo l’effetto di consumare la corrente elettrica..

LAMPADE FLUORESCENTI

Sono i famosi tubi al Neon (un tipo particolare, non più utilizzato: http://it.wikipedia.org/wiki/Lampada_al_neon) abbastanza conosciuti che sicuramente abbiamo visto tutti almeno una volta. Nella immagine seguente sono riportati alcuni modelli di lampade a fluorescenza sia modelli tubolari che modelli compatti con attacco edison e starter e reatore incorporato. Le lampade fluorescenti moderne sono di due tipi: a vapori di mercurio ed a vapori di sodio. Questi vapori sostituiscono i gas nobili utilizzati nelle prime lampade.

La figura precedente illustra le parti ed il principio di funzionamento delle lampade a fluorescenza:

 1. La tensione applicata al catodo negativo in una atmosfera di gas rarefatto (4) provoca l’emissione di elettroni e raggi catodici (3).

2. I raggi catodici sono accelerati dal campo elettrico tra catodo (1) ed anodo (2)

3.  I raggi catodici accelerati percorrono il tubo in cui è contenuto il gas rarefatto (4)

4. Gli atomi del gas rarefatto sono costituiti da gas di Mercurio, Sodio, Neon a seconda del tipo di lampada

5. L’interazione tra i raggi catodici e gli atomi del gas provocano l’eccitamento del gas ed il consegnuente diseccitamento provoca l’emissione di raggi ultravioletti.

6. I raggi utlravioletti vengono assorbiti dallo strato di polveri fluorescenti depositato sulle pareti interne del tubo di vetro che viene a sua volta eccitato.

7. Il diseccitamento successivo provoca l’emissione di radiazione nell’intervallo della luce visibile

Questo processo è più efficiente di quello ad incandescenza che provoca l’emissione anche di molta radiazione infrarossa. Nelle lampade a fluorescenza lo starter per fornire la tensione superiore inziale per l’emissione dei raggi catodici ed un reattore che limita successivamente l’intensità di corrente per il funzionamento a regime stazionario.

LAMPADE TUBOLARI FLUORESCENTI DI DIAMETRO 2,6 cm

 Potenza assorbita

Watt

Lunghezza 

cm

Flusso luminoso

Lumen 

 Efficienza

%

 27

60 

1450 

54 

 45

 120

 3450

 77

 70

 150

 5400

 77

Come si vede dal confrontoi della precedente tabella delle lampade ad incandescenza, le lampade tubolari hanno una efficienza superiore a parità di consumi.

Hanno l’inconveniente della esteticità e dell’ingombro ma sono le migliori per ambienti di lavoro grazie alla loro luce fredda e bianca. La loro durata è condizionata dal numero di accensioni per cui sono molto adatte per quagli ambienti in cui vengono accese per lungo tempo  come gli uffici di lavoro e non per quelli casalinghi che necessitino brevi periodi di accensioni e molto frequenti. Consiglio il seguente documento in PDF che fornisce alcuni dettagli importanti sulle lampade fluorescenti.

http://www.ino.it/~farini/didattica/lezioni/illuminotecnica/Lampadefluorescenti.pdf

LAMPADE ALOGENE

Nelle lampade alogene il principio di funzionamento è simile a quello delle incandescenti , tuttavia vengono mantenute in una atmosfera di gas di alogeni. In questo modo il riscaldamento provoca l’evaporazione del metallo che reagisce con i vapori di gas alogeno formando alogenuro metallico che evapora dalla superficie del quarzo della lampada e quando entra in contatto con il filamento incandescente rideposita il metallo sul filo.

In questo modo il filamento rigenera se stesso. Hanno in generale attacchi speciali a seconda delle esigenze ed applicazioni.

 

 




CONSIGLI SUL RISPARMIO ENERGETICO

Senza aver pretese di insegnare come risparmiare sulle bollette di casa si riportano alcuni suggerimenti utili e semplici su come risparmiare l’energia elettrica. IL risparmio energetico non si manifesta solo con una appropraiata gestione della energia elettrica, ma anche con le altre utenze come gas (riscaldamento, cottura) acqua (lavaggio, irrigazione). Ad esempio entrambi gliimpianti di riscaldamento e di acqua sono dotati di pompa elettrica per alimentare le tubazioni ed i punti utenza e questa pompa consuma energia elettrica.

1) L’ENEL ha calcolato nel 1995 che se tutte le famiglie d’Italia sostituissero 2 lampadine ad incandescenza con altrettante a fluorescenza compatte si risparmierebbero moltissimi Kilowattora di corrente elettrica; possiamo fare un piccolo calcolo per renderci conto dell’ammontare della corrente risparmiata:

 a) in italia supponiamo 50 milioni di persone da cui ipotizziamo che ciascuna famiglia sia composta da 3 persone da cui deduciamo un valore medio di 16 milioni di famiglie.

b) quindi sostituiamo 16 milioni di lampadine (1 : 1 ) ad incandescenza da 1000 – 1400 Lumen (75 watt, 12 % efficienza) con lo stesso numero di lampadine fluorescenti di pari luminosità, circa 1000 – 1400 lumen (27 Watt, 54 % efficienza).

c) Ora supponiamo che ciascuna lampadina venga accesa almeno 1000 ore in un anno e calcoliamo il consumo energetico.

d) Consumo energetico Kilowattora (Kwh) = Kwatt x ore funzionamento = Watt x ore / 1000

     Lampade incandescenti (1000 ore) = 75 x 1000 /1000 = 75 Kilowattora

    Lampade fluorescenti (1000 ore) = 27 x 1000 /1000 = 27 Kilowattora

e) Ora moltiplichiamo per il numero di lampade: 16 miloni

    Lampade incandescenti 75 x 1000 x 16000000 = 1.200.000.000.000 = 1200 Gigawattora (1 Gigawattora = 1 Miliardo di Wattora)

   Lampade fluorescenti  = 27 x 1000 x 16000000 = 432.000.000.000 = 432 Gigawattora

Una quantità davvero notevole. Quindi un primo consiglio è di investire in lampade fluorescenti compatte per la casa e tuobolari per gli uffici. Il riparmio energetico e la durata almeno doppia garantiscono la compensazione con il costo iniziale elevato per le lampade fluorescenti rispetto alle incandescenti. Secondo alcuni studi (vedi bibliografia) la sostituzione di tutte le lampade ad incandescenza con quelle fluorescenti garantirebbe il 50% – 80% di risparmio energetico sulla illuminazione per famiglia.

2) Accendere le luci solo quando davvero se ne ha il bisogno ed utilizzare al massimo la luce naturale. Questo deve essere cosiderato in fase progettuale delle case in modo che venga sfruttata maggiormente l’illuminazione diurna solare.

3) Gestione accurata degli elettrodomestici: fare a mano quello che si può fare a mano e limitare l’uso degli elettrodomenstici al minimo indispensabile utilizzando quelli garantiti a basso consumo di corrente. Ad esempio prima di utilizzare l’asciugacapelli che consuma moltissima eletricità, ascugare bene i capelli con l’asciugamano. In estate se se ne ha il tempo sfruttare la luce solare che male non fa.

4) Il forno a microoonde garantisce una efficienza maggiore di quello a incandescenza soprattutto per la velocità con cui cuoce. E’ possibile utilizzarli entrambi come precottura e cottura finale. Cos’ è meglio inbvestire in elettrodomestici a basso consumo energetico rottamando quelli vecchi.

5) In italia manca la cultura del risparmio energetico, ma a causa di alcuni partiti politici estremisti esiste invece una esaperata cultura ambientalista. Nel nord italia non mancano le risorse e la possibilità di utilizzare l’energia idroelettrica, ma tuttavia manca la volontà politica di sfruttarle per via di limtazioni imposte dagli estremisti ambientalisti. L’estremismo ambinetalista è tuttavia sorto a causa degli abusi edilizi che sono incorsi in tutta Italia tra gli anni 60 e 90 e che in certi casi continuano tutt’ora. Ci vorrebbe un po’ più di programmazione e di equilibrio come in tutte le cose. Non mancano in italia le risorse per sfruttare adeguatamente in sito idroelettrico nel rispetto dell’ambiente. Il solo risparmio di gas (compbusiuone) e di emissione garantirebbe di aver fatto una scelta adeguata. In Finlandia non esistono quasi fornelli a gas ma solo elettrici.

6) Riscaldamento differito: da qualche anno sta prendendo piede nei nuovi comuni e quartieri la fornitura di acqua calda decentralizzata proveniente dalle centrali che bruciano i rifiuti ed ottengono acqua calda. Questo sistema era già presente in alcune nazioni del nord europa ed ha dimostrato di avere maggiore efficienza poichè le centrali si possono premettere di avere delle caldaie complesse ed ottimizzate a fronte di una maggiore produzione di calore da un lato e dello smaltimento di rifiuti inerti e che andrebbero bruciati comunque (costo zero del combustibile).

7) ILLUMINAZIONE STRADALE: si assite in molti punti d’italia uno spreco inammissibile di elettricità per illuminazione stradale. Sarebbe sufficiente dimezzare ove possibile i lampioni per dimezzare localmente i consumi comunali e stradali dell’elettricità. 

8) CAMBIO DI POLITICA ENERGETICA: In italia si fa tuttora poco per gli investimenti nelle energie alternative. Ci si chiede come mai in germania dove fa freddo ci siano il doppio di pannelli solari che in italia. Uno dei motivi è che nelle altre nazioni viene ripagata per intero l’energia prodotta e rivenduta alla società elettrica, mentre in italia motivi politici e normative totalmente arbitrarie limitano la possibilità di rivendere l’energia prodotta in eccesso. In questo modo si ha meno incentivo nel produrre elettricità con pannelli solari. Si pensi che durante il giorno il consumo familiare è basso poichè molta gente è al lavoro per cui i pannelli solari abitativi produrrebbero energia e ne consumerebbero molto poca. La legge di riferimento è la seguente: Decreto legislativo 19 dicembre 2003 n. 379 e dell’Allegato A alla delibera dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas.

9) Sensibilizzazione sociale e cultura del risparmio energetico: nel 2005 la redazione del programma Caterpillar della radio nazionale RAI aveva emanato un appello radiofonico per spegnere tutti gli apparecchi elettrici in una data ora di un precison giorno. Si assistette ad una ampia adesione da parte degli ascoltatori e questo anno è stato ripetuto estendendo il risparmio anche a gas ed acqua. Il consumo giornaliero di elettricità può essere visulaizzato dalgi utenti alla pagina internet del gestore della rete elettrica:   http://www.terna.it/ita/index.asp (i dati vengono aggiornati ogni 15 minuti). Nel caso di adesione alla trasmissione si assistette ad un calo nel grafico (non mostrato nella figura seguente), verso le ore 19,00 anzichè avere una impennata di consumi si ebbe un calo più marcato per circa 1 ora.

Riporto un testo interessante sul risparmio energetico estratto dal sito web del gestore rete elettrica (www.terna.it):

Record consumi

Punta massima invernale e record storico

Il 25 gennaio 2006, alle ore 18.00, è stata registrata la nuova punta invernale e record storico di potenza massima richiesta sulla rete elettrica nazionale: 55.539 MW.
Il valore è superiore di 524 MW rispetto al record del 2005 (20 dicembre 55.015 MW), e di 1.372 MW rispetto all’ultimo record estivo (28 giugno 2005, 54.163 MW).
Tra i fattori determinanti il picco dei consumi, l’ondata di freddo intenso che ha attraversato l’Italia, caratterizzata da un brusco abbassamento delle temperature e il massiccio ricorso agli apparecchi di riscaldamento.

Punta massima estiva

Il 28 giugno 2005, alle ore 11.30, è stata registrata la nuova punta estiva di potenza massima richiesta sulla rete elettrica nazionale: 54.163 MW. Il valore è superiore di 663 MW rispetto al record estivo del 2004, quando si registrarono 53.500 MW (23 luglio 2004). Determinante per l’impennata dei consumi è stata l’ondata di caldo torrido.

Una curiosità: energia elettrica e televisione

E’ più stretto di quanto possa sembrare il rapporto tra la tv e il consumo di elettricità, ben verificabile in occasione di eventi televisivi che realizzano grandi ascolti.
Esemplare a riguardo può essere considerato quanto avvenuto in occasione della partita di calcio Italia-Messico degli ultimi mondiali. Un evento sportivo che ha fortemente influenzato l’andamento del fabbisogno di elettricità nel corso della giornata. Infatti a partire dalle ore 12 si è verificato un aumento della domanda di energia elettrica, spiegabile con il fatto che molte attività venivano anticipate in funzione proprio dell’inizio della partita.
Al contrario dalle ore 13.30, orario di inizio del match, fino alla fine del primo tempo la domanda scendeva tanto da segnare un calo di 1000 MW rispetto alla previsione di fabbisogno.
Nel corso del secondo tempo la richiesta di energia scendeva ancora, fino ad arrivare ad un crollo dei consumi: 3000 MW in meno, un quantitativo pari al fabbisogno di una città come Milano.


SPETTRI DI EMISSIONE DELLE LAMPADE

La luce visibile fa perte di un ristretto intervallo di lunghezze d’onda dell’intero spetro di radiazione esistente in natura. L’occhio umano si è specializzato nelle lunghezze d’onda comprese tra 300 nm (violetto) – 700 nm (rosso) come riportato nella figura sosttostante:

(Tratta da : http://www.itchiavari.org/chimica/lab/spettro.html)

La somma di tutte le lunghezze d’onda del visibile corrisponde ad un colore bianco standard indentificato nel seguente diagramma CIE, diagramma colorimetrico standard (CIE = Commission Internationale de l’Eclairage , Commissione Internazionale per l’Illuminazione del 1931) (http://it.wikipedia.org/wiki/Spazio_dei_colori).

Il punto centrale “C” del diagramma (http://www.photorevolt.com/articoli_id_49.html) è il corrispettivo del colore di una superficie bianca illuminata da sorgente diurna solare.

Non voglio entrare nel dettaglio del diagarmma CIE, ricordo solamente che è un diagramma utile che combina le lunghezze d’onda con la risposta spettrale dell’occhio umano. Una lampada per illuminazione viene classificcata in base alla temperatura di confronto con il corpo nero (vedi riferimenti successivi sulla legge di Wien) avente temperatura con la stesso spettro di emissione. Quindi mentre nella lampada ad incandescenza il filamento è realmente caldo ed emette secondo la propria temperatura, nelle lampade a fluorescenza la temperatura è indicativa del corrispondente punto di emissione che avrebbe sul diagramma CIE.

All’umentare della temperatura di un corpo il massimo di emissione si sposta dall’infrarosso al visibile e per temperature elevate (qualche migliaia di gradi centigradi) il massimo di emissione di un corpo incandescente si trova nell’ultravioletto. Per il calcolo della temperatura e della lunghezza d’onda massima di emissione si utilizza una equazione approssimata , la legge di Wien (http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?numero=8129, http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=8035, http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=6570).

Due bellissimi diagrammi dello spostamento del massimo di emissione si possono trovare qui: http://www.astrofili.org/members/osservareilcielo/spettri.htm di cui riporto la figura e la didascalia:

Fig.sinistra) Curva di emissione del corpo nero, cioè ripartizione fra le diverse lunghezze d’onda dell’energia irradiata da un corpo nero a quattro diverse temperature, da 3000° a 6000° assoluti. A 3000° gran parte dell’energia viene irradiata su lunghezze d’onda superiori a 7500A e cioè nell’infrarosso; al crescere della temperatura l’irraggiamento si sposta sempre più verso le onde di minore lunghezza. A 5800°, che è la temperatura superficiale del Sole, il massimo cade proprio nel bel mezzo della regione visuale, dove l’occhio ha la massima sensibilità e gran parte dell’energia emessa è luce.
Fig.destra) Curve di emissione del corpo nero alle temperature di 6000°, 7500° e 9000° assoluti. La quantità totale di energia irradiata cresce così fortemente che si è dovuto cambiare scala al disegno rispetto alla figura precedente. Come si vede, a 9000° di temperatura il massimo di intensità cade già nell’ultravioletto.

Le lampada ad incadescenza hanno uno spettro emissivo continuo che riflette l’emissione di un corpo nero a 2700°C continuo e di conseguenza il colore fonale ha una tonalità calda leggermente gialla.

Le lampade a fluorescenza hanno uno spettro a bande e righe di emissione; di seguito viene riportato lo spettro di emissione delle lampade al sodio ad alta pressione alla temperatura di 700 °C:


Tratto (http://debora.pd.astro.it/cinzano/libro/node40.html)

Di seguito lo spettro di emissione a righe/bande di alcuni metalli utilizzati nelle lampade:

(Tratto da : http://www.itchiavari.org/chimica/lab/spettro.html)

TESTO DI RIFERIMENTO:

GUIDA ALLE RIPARAZIONI IN CASA: Il fai da te dei lavori elettrici (Carlo Di NArdo, Ed. DEL VECCHIO EDITORE, 1996)

TESTO DI RIFERIMENTO:

GUIDA ALLE RIPARAZIONI IN CASA: Il fai da te dei lavori elettrici (Carlo Di NArdo, Ed. DEL VECCHIO EDITORE, 1996)